Piz de Mucia Cima Est 2957mt
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Un bel ritorno, dai sandali a gli scarponi
Propongo una nostra “incompiuta”, il Piz de Mucia, mancata lo scorso anno per un errore di percorso, che ci ha portato in un punto dove la cima era irragiungibile per le nostre capacità.
Il messagio è chiaro, stavolta NON si deve sbagliare!
Ispiratori di questa escursione, già lo scorso anno, sono l’amico Marcello e la successiva escursione di
Partiamo alti, così soffro meno dislivello, dal parcheggio La Smita, poco prima del passo del S.Bernardino, dove parte la cosidetta “Via Alta”,che dal passo porta al Confin Basso, passando dall’Alpe Vigon, e da qui a S.Bernardino o al Pass dei Omenit. Anche se il dislivello è teoricamente soft, l’impegno non lo è di certo. I primi 2.2Km sono praticamente il piano, dai 2050mt del parcheggio si arriva ad un ponticello Q2169, un’oretta circa su ottimo sentiero. Il punto cruciale della salita è proprio dopo il ponticello, appena superato si abbandona il sentiero e si inizia a salire un costone misto roccia-prato che da lontano sembra poco praticabile, invece si sale senza difficoltà, aiutati anche dalla presenza di molti ometti. Si punta alla sella Q2580, tra il Piz de Mucia e la Cima de Vignon. E’ fondamentale attraversare il ponticello, e immediatamente seguire il costone erboso, l’errore la scorsa volta è stato di infilarci in valle e risalire il fianco del Piz de Mucia troppo avanti, e da quella posizione (in prossimità del residuo ghiacciaio del Mucia) è impossibile ritornare alla bocchetta. Dal ponte si segue una diagonale in salita verso la sella, principalmente su erba e sfasciumi, risalendo le balze rocciose. Raggiunta la bocchetta ci ricompattiamo (leggi gli amici mi aspettano), e dopo una breve pausa inziamo la salita. La via è evidente, una pietraia enorme per poco meno di 400mt di dislivello, le pietre sono in maggioranza molto stabili, e ci sono vari ometti che guidano il percorso. Il secondo passaggio è una pietra a forma di fiamma, bianca o molto chiara ben visibile in basso dalla bocchetta, da qui la cresta va via-via restringendosi, e si punta decisi verso un castello di roccia, è un’anticima. Fin qui a parte la pietraia nessuna difficoltà oggettiva, le ultime decine di metri di dislivello, dall’ anticima alla cima Est, la crestina è stretta e per brevi tratti un po’ esposta, ma davvero nulla di così complicato. Potrebbe essere certamente pericoloso se le pietre sono bagnate eviscide oppure ghiacciate. Arrivo in vetta alle 11:15 assieme al rinato Barba, gli amici già presenti da un paio di decine di minuti sono ben coperti, la cima è avvolta dalle nuvole e fa decisamente freschino. Inutile fare foto, purtroppo non si vede nulla, e soprattutto ci si deve coprire con pile e guanti. Non se ne parla di pranzare in vetta, attenderemo invano il ritorno del sole, quindi dopo un po’ di riposo (e mi serve) scendiamo fino alla bocchetta per pranzare. La discesa soprattutto fino all’anticima va fatta con po’ di attenzione, come detto è per brevi tratti esposta (pochi metri) ed il terriccio non tiene molto, ma ripeto nulla di complicato. Arrivati alla bocchetta troviamo un’area dove bivaccare, non solo i classici panini, ma oggi festeggiamo Angelo, e per noi festeggiare significa come minimo torta e spumante.
Per rendere più invitanti i nostri panini ho portato anche tre porcini crudi, che vengono affettati, bagnati in olio di oliva e stipati nei panini imbottiti, una goduria!
Dopo poco più di un’ora scendiamo, e seguendo lo stesso percorso di Ale e Marcello, decidiamo per un giro ad anello, quindi scendiamo nella valle dell’Alpe Vigon, senza sentiero e senza ometti, su terreno molto ripido ed erboso. Perdendo circa 200mt, si arriva su comoda pietraia e poi su prato. Ci congediamo da Carmen, che scende a S.Bernardino seguendo il sentiero, noi prendiamo a sinstra scendendo in diagonale verso nord, fino ad incontrare il sentiero alto attorno Q2150. Aggirando con un ampio arco la Cima del Vigon, torniamo al ponticello della mattina, e ripercorrendo i 2,2km di nuovo al parcheggio. La cima è rimasta quasi sempre ben avvolta nelle nuvole, solo al parcheggio la vediamo sgombra, come lo era alla mattina alle 08.00, peccato per il panorama, ma è stato decisamente un bel rientro, sufficientemente impegnativo ed appagante. Alla prossima!
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Escursione piacevole, non banalissima, ma comunque tranquilla, una giornata piacevole trascorsa in montagna come sempre in ottima compagnia, brindisi per il compleanno di Angelo con un ottimo brut. Avanti così in amicizia e finchè salute ci assiste sempre in alto la penna.
Lo sbarco a Salerno (nome in codice operazione Avalanche), fu un'operazione militare di sbarco anfibio messa in atto dagli Alleati lungo le coste del golfo della città di Salerno il 9 settembre 1943, nel corso della campagna d'Italia della seconda guerra mondiale.
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Uscita per rivendicare una vetta mancata e festeggiare il compleanno di Angelo .
Lo spazio non e' molto e ci ripariamo vicino a un grosso masso poco sotto nella speranza di vedere un po' di cielo azzurro che pero' non vedremo. A presto
Paolo. |
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Questa volta non si sbaglia: è cosi che chiudiamo una incompiuta dello scorso anno. Aspettavamo che Giorgio togliesse le infradito e rimessi gli scarponi, così siamo andati al sospirato Piz de la Mucia.
Il gruppo come già detto è in fase di ripristino, manca il Gimmi, che non vede l'ora di rientrare. Quindi il gruppo si divideva anche perchè c' erano molti massi fino alla vetta e bisognava salirci sopra, mentre io e Giorgio salivamo con molta cautela. Ricompattati in vetta, faceva un freddo polare ed anche la nebbia faceva la sua parte, fatte le foto di gruppo siamo scesi cercando un posto riparato, per pranzare e festeggiare il compleanno di Angelo.
Dopo un paio d'ore siamo ridiscesi ma dal opposto del fianco del Vigon, facendo il solito giro ad anello molto impervio, su erba e sassi fino a trovare il sentiero più sotto. ciao a tutti belli e brutti |
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Altre foto, diario, tracce sul nostro sito www.girovagando.net escursione # 318
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