Rapsodia Verzaschese - attorno alla Val Carecchio
La rapsodia è una composizione musicale che unisce brani di aspetto molto diverso per ritmo ed armonia. E così si presta bene per descrivere questo itinerario fra le cime attorno ad una delle valli più selvagge della Vezasca, la Val Carecchio, lungo antichi sentieri e la parte più ardita dell'Alta Via della Verzasca.
andante con brio La partenza da Lavertezzo è a orari da GIBI, sono le 11.30 quando mi fiondo sul sentiero che sale a Rancone e poi entra dolecemente in val Carecchio alto sopra il torrente. Il rombo di tuono del torrente colmo di acque di fusione chiude questa ouverture annunciando il prossimo motivo.
forte e aspro è il tono della 'scala santa' che porta ad Eus, ardito e ripido percorso che si svolge fra le placche del Pizzo d'Eus, domate dai nostri antenati a forza di scale e tacche sulla roccia. Il sole picchia violento e rende più dura questa salita nell'ora del meriggio.
dolce e pastorale è l'arrivo alla sella di Eus, un luogo incantato in ogni stagione, dolcemente adagiato su di una sella fra Carecchio e Fiumegna; e il verde tenero dei larici che contornano il bel sentiero ripristinato per la Cornavosa, mentre i panorami si aprono sulla selvaggia Carecchio, sul Vogorno e là in fondo sulle dolcezze del Verbano.
allegro con moto è la bella cresta di cima Pianca dall'aspetto ardito, ma facile a percorrrere, un incedere su grandi placche sospesi sui catini dell'Alpe Cornavosa da un lato, sugli abissi della Carecchio dell'altra. La felicità dello sguardo che vaga sulle cime della Verzasca, il mitico Poncione Rosso là in fondo, l'Alnasca come tagliato da una scure alle spalle e l'infinita cresta dell'Alta Via che mi attende.
piano, con garbo e quasi prudenza è il percorso dell'alta via che incrocio alla bocchetta del Venn che si snoda con percorso astuto fra cime enigmatiche e fra le meno conosciute della Verzasca, superando scalini di roccia, con traverse esposte e discese mozzafiato. Grande il merito di chi ha ricuperato questo percorso commovemente.
con timore e tremore è lo spirito con cui affronto la cresta del torno di Piotta, la parte chiave della sezione meridionale della via alta, fra passi di arrampicata, esposti fili di cresta, traversate sospese sugli abissi del fondovalle.
dolce con un senso di liberazione è l'arrivo sulla bella cima del Poncione di Piotta da dove lo sguardo si apre a 360 grandi su valli, creste e cime e si spegne solo verso la pianura, quell'ultima cresta che porta a sud che rappresenta la cifra di tanti viaggi nelle Alpi.
piano con un senso di fatica è la discesa infinita negli abissi della Val Carecchio, su di un sentiero che resiste a fatica al tempo e all'incuria, fra cascate spumeggianti, pareti di roccia, resti di valanghe fin sul fondovalle. Mentre le luci della sera si spengono man mano sulle cime.
Nota tecnica: percorso molto lungo preferibilmente da dividere in due con pernottamento alla Capanna Cornavosa.
Salita a Eus T4, questo tratto traversa diverse placche con gradini intagliati nella roccia, assolutamente da evitare con tempo umido (la variante che sale da Monte della Valle è molto più semplice). Da Eus sul sentiero bianco e blu che è stato ripristinato dalla SEV come accesso alla capanna Cornavosa, quando il sentiero comincia a traversare a sinistra sotto la Cima Pianca prendere il sentierino che si stacca verso destra che sale ripidamente in cima (anche se si va in Cornavosa la variante alta è molto più panoramica), difficoltà T3.
La cresta dalla Cima Pianca alla bocchetta del Venn sembra ardita, ma è facilmente percorribile sul filo, si aggira solo l'ultima torre a sinistra raggiungendo la via alta poco sotto la bocchetta del Venn.
Il tratto di Via Alta che conduce al Piz Piotta presenta difficoltà attorno al T5 fino all'inizio del Torno di Piotta, T6 in alcuni punti sulla cresta finale. I punti più difficili sono attrezzati con grappe di ferro e cavi d'acciaio, il che riduce la difficoltà attorno al II grado, ma ci sono passi esposti. I punti più difficili all'inizio della cresta e prima del risalto finale, dove c'è un'esposta traversa su una placca.
Discesa alla bocchetta si Leis T5, poi scendere in Val Carecchio verso l'Alpe di Rognoi dove passa il sentiero (bisogna scendere a destra del torrente, a sinistra c'è un salto). Il sentiero è abbastanza evidente ma in condizioni molto mediocri fino a Monte della Valle.
andante con brio La partenza da Lavertezzo è a orari da GIBI, sono le 11.30 quando mi fiondo sul sentiero che sale a Rancone e poi entra dolecemente in val Carecchio alto sopra il torrente. Il rombo di tuono del torrente colmo di acque di fusione chiude questa ouverture annunciando il prossimo motivo.
forte e aspro è il tono della 'scala santa' che porta ad Eus, ardito e ripido percorso che si svolge fra le placche del Pizzo d'Eus, domate dai nostri antenati a forza di scale e tacche sulla roccia. Il sole picchia violento e rende più dura questa salita nell'ora del meriggio.
dolce e pastorale è l'arrivo alla sella di Eus, un luogo incantato in ogni stagione, dolcemente adagiato su di una sella fra Carecchio e Fiumegna; e il verde tenero dei larici che contornano il bel sentiero ripristinato per la Cornavosa, mentre i panorami si aprono sulla selvaggia Carecchio, sul Vogorno e là in fondo sulle dolcezze del Verbano.
allegro con moto è la bella cresta di cima Pianca dall'aspetto ardito, ma facile a percorrrere, un incedere su grandi placche sospesi sui catini dell'Alpe Cornavosa da un lato, sugli abissi della Carecchio dell'altra. La felicità dello sguardo che vaga sulle cime della Verzasca, il mitico Poncione Rosso là in fondo, l'Alnasca come tagliato da una scure alle spalle e l'infinita cresta dell'Alta Via che mi attende.
piano, con garbo e quasi prudenza è il percorso dell'alta via che incrocio alla bocchetta del Venn che si snoda con percorso astuto fra cime enigmatiche e fra le meno conosciute della Verzasca, superando scalini di roccia, con traverse esposte e discese mozzafiato. Grande il merito di chi ha ricuperato questo percorso commovemente.
con timore e tremore è lo spirito con cui affronto la cresta del torno di Piotta, la parte chiave della sezione meridionale della via alta, fra passi di arrampicata, esposti fili di cresta, traversate sospese sugli abissi del fondovalle.
dolce con un senso di liberazione è l'arrivo sulla bella cima del Poncione di Piotta da dove lo sguardo si apre a 360 grandi su valli, creste e cime e si spegne solo verso la pianura, quell'ultima cresta che porta a sud che rappresenta la cifra di tanti viaggi nelle Alpi.
piano con un senso di fatica è la discesa infinita negli abissi della Val Carecchio, su di un sentiero che resiste a fatica al tempo e all'incuria, fra cascate spumeggianti, pareti di roccia, resti di valanghe fin sul fondovalle. Mentre le luci della sera si spengono man mano sulle cime.
Nota tecnica: percorso molto lungo preferibilmente da dividere in due con pernottamento alla Capanna Cornavosa.
Salita a Eus T4, questo tratto traversa diverse placche con gradini intagliati nella roccia, assolutamente da evitare con tempo umido (la variante che sale da Monte della Valle è molto più semplice). Da Eus sul sentiero bianco e blu che è stato ripristinato dalla SEV come accesso alla capanna Cornavosa, quando il sentiero comincia a traversare a sinistra sotto la Cima Pianca prendere il sentierino che si stacca verso destra che sale ripidamente in cima (anche se si va in Cornavosa la variante alta è molto più panoramica), difficoltà T3.
La cresta dalla Cima Pianca alla bocchetta del Venn sembra ardita, ma è facilmente percorribile sul filo, si aggira solo l'ultima torre a sinistra raggiungendo la via alta poco sotto la bocchetta del Venn.
Il tratto di Via Alta che conduce al Piz Piotta presenta difficoltà attorno al T5 fino all'inizio del Torno di Piotta, T6 in alcuni punti sulla cresta finale. I punti più difficili sono attrezzati con grappe di ferro e cavi d'acciaio, il che riduce la difficoltà attorno al II grado, ma ci sono passi esposti. I punti più difficili all'inizio della cresta e prima del risalto finale, dove c'è un'esposta traversa su una placca.
Discesa alla bocchetta si Leis T5, poi scendere in Val Carecchio verso l'Alpe di Rognoi dove passa il sentiero (bisogna scendere a destra del torrente, a sinistra c'è un salto). Il sentiero è abbastanza evidente ma in condizioni molto mediocri fino a Monte della Valle.
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