Con rabbia e amore... M. Elto, Croce di Pizzo Garzeto.
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Dieci giorni di fermo forzato, dieci giorni in cui la tallonite mi ha obbligato a mettere le ballerine piuttosto che gli scarponi, ma… ma c’è sempre l’idea di forzare i tempi, soprattutto dopo aver rinunciato all’invito fattomi il giorno prima dal buon Max Massimo (giro+risotto con funghi porcini). Scalpito, e con poca lucidità decido di cimentarmi in questo giro che proprio passeggiata non è.
Al contrario della Cri cristina, http://www.hikr.org/tour/post94067.html , decido di partire da Pescarzo e come da previsione la sterrata (bollata) si presenta bella ripida e un po noiosetta, perché i 600 metri di dislivello che ci sono per arrivare al Cristo delle Nevi sembrano una penitenza infinita. Ora si continua su sentiero, prima acciottolato e poi sterrato, con il bosco che pian piano si fa più rado. Si cammina per meno di mezz’ora e finalmente arriviamo alla bella Baita Adamone.
Qua ci fermiamo per un breve break, stuzzichiamo qualcosa mentre diamo un occhiata al posto, nel frattempo il tallone, che si fa “sentire”, trova un po di pace. Ora ripartiamo, sapendo che la bollatura non c’è più e nessuna indicazione può aiutarci affinché si possa raggiungere con facilità il Pizzo Garzeto. La traccia la troviamo subito, in pratica è la prosecuzione del sentiero fatto sinora ed è ben visibile, ma più ci si spinge in avanti e più la traccia tende svanire, nel verde dei prati, ma un po il nostro senso dell’orientamento e un po aiutati dal fatto che qualcuno prima di noi è passato ed ha schiacciato l’erba, così superiamo questo breve ostacolo.
La flebile traccia ora prosegue nel rado boschetto, passando sotto le pendici del M. Adamone, poi il tutto finisce in un canalino erboso, diritto non si può andare. Voltando lo sguardo verso destra vediamo il Garzeto, la in alto, per arrivarci bisogna risalire il canale erboso che ha una pendenza tranquillamente intorno ai 45°; incrociamo un sentiero, che ignoriamo, e ancora una volta puntiamo dritti alla nostra meta.
La Croce è posta sotto la cima vera e propria ed è rivolta verso l’alta Valcamonica. Qua pensiamo di fermarci per mangiare, la vista è molto bella e soprattutto non c’è anima viva, prendiamo posto sulle roccette e cominciare ad addentare ciò che abbiamo, sono pochi bocconi, poi, contrariamente alle previsioni Meteo che danno acqua dalle 16:00, comincia a gocciolare. Finiamo il pasto velocemente e nonostante il tempo decidiamo di continuare sino al M. Elto.
La traccia è bollata sin dai primi passi e attraversa un paio di brevi esposizioni, poi si viaggia su una facile cresta che ci porta dopo 15 minuti sul M. Elto dove vediamo le prime Marmotte di stagione. Le nuvole più minacciose stanno arrivando dalla vicina Val di Scalve, nere e per nulla rassicuranti. Ripartiamo subito seguendo la cresta e poi in traverso con tratti dove ancora la neve è presente, l’unica deviazione che ci concediamo è quella di risalire brevemente sulla cresta dove notiamo una piccola croce, croce che poi scopriremo essere commemorativa.
Arrivati al Passo del Garzeto continuiamo brevemente sul sentiero 159, poi come letto in internet sotto di noi, alla nostra sinistra, notiamo una baita che dovrebbe essere la Nistabol. Scendiamo decisi, lungo il ripido pendio erboso, sin quando giungiamo alla Baita Nistabol con la pioggia che ora scende in maniera copiosa. Giriamo intorno alla Baita, e dopo poco notiamo la ripida sterrata che si stacca sulla destra e che scende nel bosco, seguendola arriviamo all’Agriturismo Plé dopo aver attraversato due o tre torrenti.
Da Plé la sterrata continua, sempre nel bosco, poi eccoci di nuovo alla Loc. Valzèrta ed infine nel bel borgo di Pescarzo. Per un attimo spunta il sole e il tallone non sembra poi così messo male… ma so che dovrò aspettare il giorno dopo per il responso.
Nota 1): Queste due cime mi mancavano nel mio cassetto, e devo dire che mi sono piaciute. Noiosa e ripida la sterrata per il Bivacco, poi tutto bello sino alla Baita Nistabol. La sterrata che porta dal Nistabol all’Agriturismo invece non è male perché attraversa un bel bosco e alcuni torrenti dove si formano alcune cascatelle. Zone che sembrano poco frequentate. Ci vuole rabbia per sfidare la tallonite, ci vuole amore per la montagna per sfidare l’incoscienza.Nota 2): Cazzeggi vari…
Velenoso Spinoza: Al funerale di Salvatore Ligresti gli amici l’hanno salutato dicendogli: che la terra ti sia edificabile.
Spinoza renzizzato: Quando Martina parlerà alla direzione Pd, mi aspetto di vedere Renzi lì accanto che conta con le dita.
Spinoza Piddì: Direzione Pd, i renziani applaudono Martina. Come si fa all’uscita di un feretro.
A’ la prochaine! Menek,Rosa
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