Una nuova via per il Monte Elto 2147 :

Valcamonica
Vedendo dal fondovalle questa vetta già libera dalla neve da sud, mi viene voglia di provare questa nuova via, cercando di sfruttare il più possibile dei sentieri esistenti sul terreno ma che non ci sono per adesso ancora sulle carte delle App.
La via più seguita, sfrutta il costone Sud-Est. Ma stavolta voglio provare a salire per una sud perfetta direttamente al Monte Elto senza passare prima sotto il Monte Garzeto.

Da Pescarzo 628 m, entro nei vicoli del paese e uscito nella parte alta, proseguo verso ovest sul sentiero 106, fino al bivio in località Pisinè 724 m ( cappella ), qui devio a destra, passando dalle baite di Lugnet e Valzerta, dove appena dopo, al bivio tengo la sinistra. Più sopra, passo dalle baite di Valiganega e dal bivio di Lunè, dove occorre stare a sinistra ( a destra si può ancora andare verso il bivacco Adamone ).
Le stradine sono molto ripide e si guadagna quota in fretta, poi ancora un bivio dove si tiene la destra e si passa da Dosso di Sotto 1350 m e poi il sentiero diventa più blando, ma si arriva comunque alla base del prato di Dosso di Sopra 1450 m. Peccato che è stata fatta una recinzione a prova di rinoceronti, pardon , forse contro i cinghiali. Decido per l'aggiramento a destra, entro nel bosco scosceso, cercando di rimanere parallelo alla recinzione, tra rami spezzati e vegetazione intricata, ho dovuto fare un pò di su e giù ( forse era meglio aggirare la recinzione sull'altro lato ), ma alla fine risalgo alle baite dell'alpe di Dosso di Sopra.
Il sentiero sempre ben visibile sale ora portandosi sulla sinistra del costone, fino ad arrivare quasi nell'alveo della Valle della Preda. Ma qui subito svolta a destra, riportandosi sul costone, in terreno aperto, al rudere della baita di Restena 1760 m.
Qui si vede imponente sopra la testa la bastionata delle rocce di Calonega, che saranno da aggirare a destra.
Da Restena si vedono i resti di 2 vecchie mulattiere puntare verso est. Una è in piano.
L'altra parte sopra il rudere e sale a lambire altri ruderi, terminando la parte visibile, sul greto di un ruscello.
Qui si potrebbe anche tentare di convergere sulla normale da sud-est, passando per ripidi prati. Ma decido di tenere la linea diretta, punto a una caverna tra le rocce, quando arrivo nei pressi, vedo che c'è dentro anche una madonnina e varie vecchie scritte ( Ave Maria mi pare ). Passando a destra della grotta , rimonto il ripido prato e ritrovo un nuovo sentiero marcato ( ma assente in ogni cartografia ) che taglia sui 1900 metri tutto il versante sud, puntando al Passo Garzeto. Lo seguo in salita verso sinistra, poi perdo i segni. Poco male, tanto  alla fine avevano un'altra meta. Continuo la ripida salita, stando sul pietrisco anzi che sull'erba scivolosa, arrivando perfettamente alla croce del Monte Elto 2147 m, senza toccare un filo di neve.
Ora puntando al vicino Monte Garzeto, seguo il costone in discesa verso est, qualche fascia nevosa qui si pesta inevitabilmente, e dalla sella risalgo le roccette finali fino in vetta 2088 m.
Ridisceso per stessa via, prendo la vecchia traccia che passando sotto la vetta, arriva alla croce degli alpini, sotto le rocce a nord. Pochi metri prima della croce inizia il costone Sud-Est. Lo discendo con molta cautela, il primo tratto supera i 45 gradi di pendenza, nell'erba viscida. Poi sotto i 1900 migliora un poco e diventa una discesa più sostenibile. passo dal grande tabellone del Monte Adamone 1640 m, e ancora senza sentiero fino a quota 1550 circa, dove finalmente ci si può rilassare. In breve scendo giù al Bivacco Adamone 1458 m e per ripide stradine scendo  passando da Curlet 980 m Planarot 950 m Fleno, fino a Pescarzo, chiudendo un bel giro solitario.