La miniera d’oro di Faella e l’Alpe Lamponiggia - Valle Antigorio
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Tra i segreti meglio custoditi dai boschi di Antigorio, c’è una miniera d’oro sulla ripida dorsale tra gli alpi Moncrovino e Lamponiggia. Stando al racconto di Roberto, da cui ho avuto la notizia, sembra che la miniera sia stata abbandonata già nell'800.
Le poche informazioni trovate in rete parlano di un Filone Faella, dal nome del rio che scorre nelle vicinanze.
La visita a quello che resta della miniera è stata l'occasione per risalire la dorsale che inizia sopra i ruderi di Cascinette, fino ad incrociare il sentiero di collegamento tra Moncrovino e Lamponiggia, e vedere così quest'ultimo alpeggio.
Lamponiggia è uno di quei luoghi insospettabili, perché invisibili dal fondovalle e praticamente scomparsi dalle mappe. Sulla CNS al suo posto troviamo un punto senza nome e senza quota. Come in altri casi analoghi, il toponimo è riportato solo sulla Mappa Rabbini.
Annotazioni
Salita senza sentiero su una dorsale impervia con numerosi salti di roccia, che si superano seguendo le tracce degli animali. La dorsale risulta percorsa saltuariamente da cacciatori locali, come testimonia qualche raro segno di scortecciatura operato da mano umana (da non confondersi con quelli, ben più frequenti, fatti dalle corna degli animali e dai massi caduti).
La discesa si svolge lungo il vecchio sentiero con partenza da Quategno di Fuori. Si tratta di un percorso non segnato sulle mappe, che presenta difficoltà di orientamento e traversi infidi ed esposti. Lungo il sentiero si incontrano tratti costruiti e sono presenti, seppure in modo molto discontinuo, dei tagli.
L'inizio del sentiero, per chi lo vuole percorrere dal basso, è difficilmente individuabile.
La CNS (link) colloca erroneamente la miniera sulla dorsale di Piazzeno e non su quella di Cascinette.
L'interessante documento, Le Miniere d'oro dell’Ossola Superiore, fornisce - oltre a dati per addetti ai lavori - la preziosa indicazione della quota (circa 1200 m) e situa la miniera in una zona compatibile con quella indicata da Roberto. Ringrazio
ChristianR per avermi indicato questo link e la possibilità di visualizzare le miniere sulla CNS.
Andata: da Quategno a Lamponiggia per la dorsale di Cascinette
Con Ferruccio parto dal parcheggio della Latteria Sociale di Crodo e mi incammino lungo la strada per Maglioggio. Superato il ponte sul Toce, svoltiamo a destra verso il primo gruppo case di Quategno di Fuori. Dove la strada piega a sinistra (Nord), la abbandoniamo e imbocchiamo un sentiero (non segnalato) che traversa nel bosco verso Sud, a valle di una zona di terrazzamenti imboscati. Guadato il Rio Cascinette, arriviamo ai ruderi che hanno dato il nome al torrente.
Da Cascinette si sale la dorsale, inizialmente seguendo il tubo dell'acqua, e poi si prosegue nel ripido bosco su tracce di animali. Usciti su terreno aperto, la traccia traversa a destra (Sud) su una cengia e sale fino alla base di una parete, che si supera sulla destra (Sud), in prossimità del rio Faella (che non si attraversa). Da qui in avanti si sale a zig zag sfruttando una serie di esili cenge fino ad una fascia boscosa che termina sotto un'altra parete, alla cui base si snoda una cengia orizzontale percorsa dagli animali che - alla prova dei fatti - si è rivelata poco utile. All'estremità destra della cengia (Sud), un canalino in parte nascosto dalle rocce permette di raggiungere la fascia boscosa soprastante. Qui traversiamo in salita verso sinistra (Nord) sotto le rocce, fino ad individuare una zona di rocce appoggiate che permettono di salire fino ad altro falsopiano, dove troviamo un caratteristico monolito.
Una traccia supera il salto successivo con giro in senso orario e porta verso una zona meno ripida, dove troviamo dei resti di muretti e una sorta di piazzola posta sul colmo della dorsale, forse il punto di partenza di una teleferica. Qui inizia anche un breve tratto di mulattiera, in parte crollata, che traversa a Nord verso il dirupato canale del rio Faella, al cui ingresso troviamo un poggio "fortificato". Probabilmente un tempo quello che oggi appare come un basamento era sede di un un riparo dove dormivano i minatori. Un fiasco di vino testimonia un passaggio avvenuto sicuramente in epoche successive.
Stando al documento citato in apertura, era stata realizzata una galleria profonda una cinquantina di metri ma noi non abbiamo visto nulla di simile. D'altra parte la miniera è stata abbandonata da molto tempo ed è probabile che l'ingresso, trovandosi in un ambiente dirupato e franoso, sia ostruito da detriti.
Tempi: circa 2:30, compresi vari tentativi per trovare il percorso
Risaliamo la dorsale, sempre ripida ma senza più salti veri e propri, fino ad intersecare il sentiero che collega gli alpi Moncrovino e Lamponiggia (a circa 1450 m di quota). Il percorso non è segnato sulle mappe ma è chiaramente riconoscibile e non presenta difficoltà particolari. Seguendo il sentiero verso Nord, superiamo il Rio Cascinette, e in breve raggiungiamo l'isolato radura dell'Alpe Lamponiggia, in cima ad un bel poggio panoramico, al cospetto dei contrafforti rocciosi del Monte Larone.
Una baita ha ancora il tetto e le travi che lo sostengono presentano molte scritte che dimostrano una relativa frequentazione anche in tempi recenti (da parte di locali) mentre la stalla ha il tetto crollato. Le dimensioni delle costruzioni lasciano supporre che qui venissero condotte anche le mucche, cosa che desta meraviglia viste le attuali condizioni del sentiero (lo vedremo tra poco...), sempre che il carico non avvenisse da Moncrovino, servito da una buona mulattiera.
Tempi: 1 ora dalla miniera
Ritorno: da Lamponiggia a Quategno per il vecchio sentiero
L'inizio del percorso si trova a Sud Ovest delle baite, sul fianco verso il Rio Cascinette, ed è segnato da tagli. Dopo un breve traverso esposto, il sentiero scende nel bosco e raggiunge dei ruderi. Con alcuni tratti gradinati il sentiero scende su un pianoro dove troviamo un altro rudere e un vecchio burdion. Il percorso presenta diversi cambi di direzione ma si mantiene sempre in prossimità del canale del Rio Cascinette, senza però mai addentrarsi nel canale stesso. La parte riconoscibile del sentiero termina (o inizia, per chi sale) in corrispondenza a dei resti di gradini a circa 810 m di quota (gli ultimi, o i primi, a seconda). Da qui si traversa perdendo leggermente quota poggiando a destra (Nord) e, aggirata dall'alto una giavina, si giunge su una dorsale appena accennata. La si percorre in discesa e si incontra una grande roccia con un ometto e una targa commemorativa in bronzo. Proseguendo nella discesa della dorsale si giunge in una zona di terrazzamenti e quindi al grande rudere di Maggino. Sulla destra (Nord) un sentiero, che nei primi metri ricalca il percorso del tubo dell'acqua, permette di scendere fino alle case più alte di Quategno di Fuori, nei pressi di una cappelletta e di un ponte che immette sulla strada per Maglioggio.
Tempi: 2 ore
Le poche informazioni trovate in rete parlano di un Filone Faella, dal nome del rio che scorre nelle vicinanze.
La visita a quello che resta della miniera è stata l'occasione per risalire la dorsale che inizia sopra i ruderi di Cascinette, fino ad incrociare il sentiero di collegamento tra Moncrovino e Lamponiggia, e vedere così quest'ultimo alpeggio.
Lamponiggia è uno di quei luoghi insospettabili, perché invisibili dal fondovalle e praticamente scomparsi dalle mappe. Sulla CNS al suo posto troviamo un punto senza nome e senza quota. Come in altri casi analoghi, il toponimo è riportato solo sulla Mappa Rabbini.
Annotazioni
Salita senza sentiero su una dorsale impervia con numerosi salti di roccia, che si superano seguendo le tracce degli animali. La dorsale risulta percorsa saltuariamente da cacciatori locali, come testimonia qualche raro segno di scortecciatura operato da mano umana (da non confondersi con quelli, ben più frequenti, fatti dalle corna degli animali e dai massi caduti).
La discesa si svolge lungo il vecchio sentiero con partenza da Quategno di Fuori. Si tratta di un percorso non segnato sulle mappe, che presenta difficoltà di orientamento e traversi infidi ed esposti. Lungo il sentiero si incontrano tratti costruiti e sono presenti, seppure in modo molto discontinuo, dei tagli.
L'inizio del sentiero, per chi lo vuole percorrere dal basso, è difficilmente individuabile.
La CNS (link) colloca erroneamente la miniera sulla dorsale di Piazzeno e non su quella di Cascinette.
L'interessante documento, Le Miniere d'oro dell’Ossola Superiore, fornisce - oltre a dati per addetti ai lavori - la preziosa indicazione della quota (circa 1200 m) e situa la miniera in una zona compatibile con quella indicata da Roberto. Ringrazio

Andata: da Quategno a Lamponiggia per la dorsale di Cascinette
Con Ferruccio parto dal parcheggio della Latteria Sociale di Crodo e mi incammino lungo la strada per Maglioggio. Superato il ponte sul Toce, svoltiamo a destra verso il primo gruppo case di Quategno di Fuori. Dove la strada piega a sinistra (Nord), la abbandoniamo e imbocchiamo un sentiero (non segnalato) che traversa nel bosco verso Sud, a valle di una zona di terrazzamenti imboscati. Guadato il Rio Cascinette, arriviamo ai ruderi che hanno dato il nome al torrente.
Da Cascinette si sale la dorsale, inizialmente seguendo il tubo dell'acqua, e poi si prosegue nel ripido bosco su tracce di animali. Usciti su terreno aperto, la traccia traversa a destra (Sud) su una cengia e sale fino alla base di una parete, che si supera sulla destra (Sud), in prossimità del rio Faella (che non si attraversa). Da qui in avanti si sale a zig zag sfruttando una serie di esili cenge fino ad una fascia boscosa che termina sotto un'altra parete, alla cui base si snoda una cengia orizzontale percorsa dagli animali che - alla prova dei fatti - si è rivelata poco utile. All'estremità destra della cengia (Sud), un canalino in parte nascosto dalle rocce permette di raggiungere la fascia boscosa soprastante. Qui traversiamo in salita verso sinistra (Nord) sotto le rocce, fino ad individuare una zona di rocce appoggiate che permettono di salire fino ad altro falsopiano, dove troviamo un caratteristico monolito.
Una traccia supera il salto successivo con giro in senso orario e porta verso una zona meno ripida, dove troviamo dei resti di muretti e una sorta di piazzola posta sul colmo della dorsale, forse il punto di partenza di una teleferica. Qui inizia anche un breve tratto di mulattiera, in parte crollata, che traversa a Nord verso il dirupato canale del rio Faella, al cui ingresso troviamo un poggio "fortificato". Probabilmente un tempo quello che oggi appare come un basamento era sede di un un riparo dove dormivano i minatori. Un fiasco di vino testimonia un passaggio avvenuto sicuramente in epoche successive.
Stando al documento citato in apertura, era stata realizzata una galleria profonda una cinquantina di metri ma noi non abbiamo visto nulla di simile. D'altra parte la miniera è stata abbandonata da molto tempo ed è probabile che l'ingresso, trovandosi in un ambiente dirupato e franoso, sia ostruito da detriti.
Tempi: circa 2:30, compresi vari tentativi per trovare il percorso
Risaliamo la dorsale, sempre ripida ma senza più salti veri e propri, fino ad intersecare il sentiero che collega gli alpi Moncrovino e Lamponiggia (a circa 1450 m di quota). Il percorso non è segnato sulle mappe ma è chiaramente riconoscibile e non presenta difficoltà particolari. Seguendo il sentiero verso Nord, superiamo il Rio Cascinette, e in breve raggiungiamo l'isolato radura dell'Alpe Lamponiggia, in cima ad un bel poggio panoramico, al cospetto dei contrafforti rocciosi del Monte Larone.
Una baita ha ancora il tetto e le travi che lo sostengono presentano molte scritte che dimostrano una relativa frequentazione anche in tempi recenti (da parte di locali) mentre la stalla ha il tetto crollato. Le dimensioni delle costruzioni lasciano supporre che qui venissero condotte anche le mucche, cosa che desta meraviglia viste le attuali condizioni del sentiero (lo vedremo tra poco...), sempre che il carico non avvenisse da Moncrovino, servito da una buona mulattiera.
Tempi: 1 ora dalla miniera
Ritorno: da Lamponiggia a Quategno per il vecchio sentiero
L'inizio del percorso si trova a Sud Ovest delle baite, sul fianco verso il Rio Cascinette, ed è segnato da tagli. Dopo un breve traverso esposto, il sentiero scende nel bosco e raggiunge dei ruderi. Con alcuni tratti gradinati il sentiero scende su un pianoro dove troviamo un altro rudere e un vecchio burdion. Il percorso presenta diversi cambi di direzione ma si mantiene sempre in prossimità del canale del Rio Cascinette, senza però mai addentrarsi nel canale stesso. La parte riconoscibile del sentiero termina (o inizia, per chi sale) in corrispondenza a dei resti di gradini a circa 810 m di quota (gli ultimi, o i primi, a seconda). Da qui si traversa perdendo leggermente quota poggiando a destra (Nord) e, aggirata dall'alto una giavina, si giunge su una dorsale appena accennata. La si percorre in discesa e si incontra una grande roccia con un ometto e una targa commemorativa in bronzo. Proseguendo nella discesa della dorsale si giunge in una zona di terrazzamenti e quindi al grande rudere di Maggino. Sulla destra (Nord) un sentiero, che nei primi metri ricalca il percorso del tubo dell'acqua, permette di scendere fino alle case più alte di Quategno di Fuori, nei pressi di una cappelletta e di un ponte che immette sulla strada per Maglioggio.
Tempi: 2 ore
Tourengänger:
atal

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