Monte Larone
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Dopo alcuni fine settimana incerti, finalmente il responso web-meteo sancisce in modo univoco bel tempo su tutto l’arco alpino occidentale… era ora, e anche se le articolazioni hanno risentito un po’ di stanca dopo queste ultime uscite a “singhiozzo”, un’avventura “ravanosa”, alla ricerca di percorsi estinti, oggi non me la faccio certo scappare.
Fra le varie possibilità, quella che al momento m’intriga maggiormente è la salita al Larone direttamente da Crodo, un bel percorso lineare con un discreto dislivello in una zona ormai dimenticata… ed anche la relazione di zaza (5+) non lascia dubbi sulle caratteristiche del percorso.
Quategno ore 7.30: In realtà il posto giusto per intraprendere questa escursione è la frazione di Alpiano Superiore, ma, vista la mia idea (poi subito scartata) di raggiungere il Larone, continuare la cresta sino al Passo e poi scendere a Maglioggio, ecco che il luogo migliore per partire, appariva oggi, questo della Loc. Quategno.
La carta Kompass (ma anche Admin.geo CH) segnala un itinerario semi pianeggiante che collega le due frazioni, e, in effetti, un percorso c’è anche se ora appare più una traccia di capre con qualche smunto segnale arancio (minio) che un sentiero… c’è già da tribolare.
Raggiunto l’incassato alveo del Rio Grande, trovo la bella mulattiera che proviene da Alpiano Superiore, e seguendo questa in circa un’ora arrivo all’alpe Balmella dove si trova anche una singolare baita ristrutturata posta sotto una grande roccia spiovente (Balmella?).
Oltre l’Alpe balmella, il percorso appare subito poco evidente, solamente qualche sporadico ometto o alcuni rami tagliati aiutano a intuire che si sta andando nella direzione giusta.
Superata la fascia degli arbusti (noccioli) si entra nella zona dei faggi e il tracciato ritorna a essere più visibile, anche perché maggiormente segnalato con ometti e colori b/r, ma una volta arrivati all’Alpe Moncrovino bisogna sapersi arrangiare.
Un grosso segnale freccia b/r posto su una visibile roccia indica che la direzione è la cresta, ma di sentieri non c’è più alcuna traccia. Ancora qualche pianta con un segnale b/r aiuta a indirizzarsi per superare i primi risalti rocciosi, ma poi tutto svanisce.
Continuo a salire seguendo la cresta (questa deve arrivare fino al Larone) e contornando alcuni brevi salti rocciosi, condividendo il percorso con alcuni camosci, riesco a “bucare” la persistente fascia nuvolosa e a uscire nell’azzurro… almeno s’inizia a vedere qualcosa.
Di colpo mi appare un bel segnale b/r posto sotto una roccia inclinata… buon segno, sto andando bene… qualche ravanata tra rocce e rododendri fin dove la cresta lo consente e, annaspando un po’ con picca e ramponi su un pericoloso prato inclinato, riesco ad arrivare ai pascoli dell’Alpe Larone (ruderi).
Ora c’è solo da salire al Monte Larone per i ripidi pascoli innevati, ma qualche traccia di sentiero permette di muoversi sempre in sicurezza.
Giornata spaziale “al Larone con picca e rampone”, cielo limpidissimo sopra a un mare di nuvolone...
Sono quasi le 13…, è meglio che non mi fermo troppo a contemplare il panorama perché anche il ritorno sarà lungo e “ravanoso”.
Quategno ore 16,15: c’è di buono che il fondo nevoso permette di vedere al ritorno le tracce di salita, almeno si è sicuri di seguire la giusta via… e un noioso traverso finale Alpiano-Quategno e anche questa è andata!
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