Piz Duan
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Oggi, anche per evitare i probabili affollamenti sulle classiche gite dell'Engadina, ci fermiamo a Casaccia ... così ... una gita ... scelta a ... casaccia ... vabbè ... ricominciamo.
Parcheggiamo vicino al piccolo cimitero del paese e ci avviamo sulla strada che passa di fianco allo skilift e che dopo qualche tornante in salita inizia ad addentrarsi lungamente in Val Maroz ... molto lungamente. Quasi in fondo valle una breve discesa (ma che comporterà comunque una ripellata al ritorno) ci porta all'ingresso di un bellissimo canyon. Bello ma che richiede attenzione se affrontato non in buone condizioni, per la presenza di eventuali pericolosi buchi in cui passa acqua. Alla fine del canyon ci si trova in una ampia conca, in un ambiente stupendo ma che richiede condizioni di neve sicura visto che sono possibili potenzialmente valanghe da ogni lato.
Si inizia ora a salire veramente arrivando dopo alcuni affascinanti pendii nevosi, al Lagh da la Duana dove, dopo una brevissima discesina, raggiungiamo la coppia che sta battendo traccia, praticamente insieme ad un gruppetto che ha invece raggiunto noi. Oggi il mio fiato non gira come dovrebbe, il tempo di fare una pausa e il gruppetto di testa riparte, sobbarcandosi tutta la tracciatura ... grazie!!!
Dopo il Lago si affrontano alcuni ripidi pendii in un bellissimo ambiente fino a giungere ad un colletto dove si erge davanti a noi la breve pala finale del Piz Duan. Un paio di inversioni, un traverso e ci ritroviamo a pochissimi metri dalla vetta con gli sci ai piedi ... fantastico. Toccata la vetta torno agli sci per ammirare con calma il panorama quando, per una piccola disattenzione, vedo il mio sacchetto con le pelli scivolare lungo il pendio ... e non fermarsi ... che p--rla che sono!
Purtroppo le pelli si sono dirette non lungo la linea della nostra discesa ma sul fianco più roccioso. Mi preparo subito per andare a capire se si possono recuperare. Dopo un paio di ispezioni infruttuose lungo il fianco decido di scendere maggiormente e ne individuo una. Una volta recuperata la prima delle due pelli e mentre i compagni attendono pazientemente, monto i ramponi e inizio a risalire il pendio tra le roccette per cercare la seconda. Inizio l'ispezione sui vari sassi in cui si potrebbe essere fermata, salgo ancora ... ispeziono ... salgo ancora ... scruto bene intorno ... ma niente. Decido quindi di tentare l'ultima risalita fin sotto ad un muretto di roccia verticale, ultimo punto in cui potrei arrivare ... e fortunatamente le trovo ... meno male. Torno ai miei sci e a piedi rientriamo sul giusto percorso di discesa ... alla fine per questo "scherzetto" ho fatto perdere quasi 40 minuti ... oltre a qualche ulteriore mia energia che proprio oggi non abbondano.
Finalmente possiamo iniziare la discesa vera e propria che nella prima parte è davvero molto bella, non tanto per la neve ma per i pendii che si sciano. Evitiamo di rientrare nel canyon in discesa e compiamo un lungo semicerchio per attraversare tutta la conca fino a giungere al punto dove è necessaria la ripellatina. Dopodichè ci manca solo la lunga Val Maroz ma stando sui pendii sulla sinistra orografica si riesce a percorrerne una buona parte senza dover racchettare. Percorriamo la stradina finale che in breve ci permette di tornare a Casaccia, stanchi ma contenti per questa bella giornata.
Parcheggiamo vicino al piccolo cimitero del paese e ci avviamo sulla strada che passa di fianco allo skilift e che dopo qualche tornante in salita inizia ad addentrarsi lungamente in Val Maroz ... molto lungamente. Quasi in fondo valle una breve discesa (ma che comporterà comunque una ripellata al ritorno) ci porta all'ingresso di un bellissimo canyon. Bello ma che richiede attenzione se affrontato non in buone condizioni, per la presenza di eventuali pericolosi buchi in cui passa acqua. Alla fine del canyon ci si trova in una ampia conca, in un ambiente stupendo ma che richiede condizioni di neve sicura visto che sono possibili potenzialmente valanghe da ogni lato.
Si inizia ora a salire veramente arrivando dopo alcuni affascinanti pendii nevosi, al Lagh da la Duana dove, dopo una brevissima discesina, raggiungiamo la coppia che sta battendo traccia, praticamente insieme ad un gruppetto che ha invece raggiunto noi. Oggi il mio fiato non gira come dovrebbe, il tempo di fare una pausa e il gruppetto di testa riparte, sobbarcandosi tutta la tracciatura ... grazie!!!
Dopo il Lago si affrontano alcuni ripidi pendii in un bellissimo ambiente fino a giungere ad un colletto dove si erge davanti a noi la breve pala finale del Piz Duan. Un paio di inversioni, un traverso e ci ritroviamo a pochissimi metri dalla vetta con gli sci ai piedi ... fantastico. Toccata la vetta torno agli sci per ammirare con calma il panorama quando, per una piccola disattenzione, vedo il mio sacchetto con le pelli scivolare lungo il pendio ... e non fermarsi ... che p--rla che sono!
Purtroppo le pelli si sono dirette non lungo la linea della nostra discesa ma sul fianco più roccioso. Mi preparo subito per andare a capire se si possono recuperare. Dopo un paio di ispezioni infruttuose lungo il fianco decido di scendere maggiormente e ne individuo una. Una volta recuperata la prima delle due pelli e mentre i compagni attendono pazientemente, monto i ramponi e inizio a risalire il pendio tra le roccette per cercare la seconda. Inizio l'ispezione sui vari sassi in cui si potrebbe essere fermata, salgo ancora ... ispeziono ... salgo ancora ... scruto bene intorno ... ma niente. Decido quindi di tentare l'ultima risalita fin sotto ad un muretto di roccia verticale, ultimo punto in cui potrei arrivare ... e fortunatamente le trovo ... meno male. Torno ai miei sci e a piedi rientriamo sul giusto percorso di discesa ... alla fine per questo "scherzetto" ho fatto perdere quasi 40 minuti ... oltre a qualche ulteriore mia energia che proprio oggi non abbondano.
Finalmente possiamo iniziare la discesa vera e propria che nella prima parte è davvero molto bella, non tanto per la neve ma per i pendii che si sciano. Evitiamo di rientrare nel canyon in discesa e compiamo un lungo semicerchio per attraversare tutta la conca fino a giungere al punto dove è necessaria la ripellatina. Dopodichè ci manca solo la lunga Val Maroz ma stando sui pendii sulla sinistra orografica si riesce a percorrerne una buona parte senza dover racchettare. Percorriamo la stradina finale che in breve ci permette di tornare a Casaccia, stanchi ma contenti per questa bella giornata.
Tourengänger:
Andrea!

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Kommentare (12)