Monte Generoso (m.1701)
Il Monte Generoso è una montagna che da sempre adoro ammirare da lontano più che salirci di persona. Sarà che da Varese e dintorni si ha indubbiamente la sua visuale più imponente e massiccia, la quale sembra quasi fare da pendant all'immane mole del Monte Rosa a Ponente, ma è una di quelle "visioni" che sembra quasi un peccato toccar con mano. Aggiungiamo la cementificazione della vetta e una frequentazione quasi "cittadina" nei weekend, così quando si arriva lassù si resta immancabilmente delusi o quasi, nonostante la bellezza dei panorami.
Con questa premessa, dunque, chi mi ha fatto fare di risalirci?
Presto detto... Cantata la sua bellezza dall'ex-Città Giardino, posso osservare che dalla Valganna (dal Poncione o dal San Bernardo) oltre alla summenzionata imponenza balza all'occhio alla sua destra una lunghissima e quasi piatta dorsale proveniente dal basso mendrisiotto, la quale proprio ad esso va a unirsi. Perchè non farlo percorrendo questa dorsale, se possibile?
La base di partenza per questa salita è Castel San Pietro, ma la mia escursione inizia dalla stazione di Mendrisio, raggiunta in un paio d'ore da Ghirla via Ponte Tresa e Lugano su bus e treni vari, alle 8,20... La strada per Castel San Pietro è piacevole ma non breve, e dopo circa un'ora metto finalmente piede sulla bella mulattiera per il Rifugio Alpetto di Caviano (da non confondere con l'omonimo in zona Paglione-Gambarogno!), lunga ma con salita regolare che permette di prendere quota senza fatica. Poco prima di giungere al Rifugio risalgo la dorsale, che lascia purtroppo solo intravvedere panorami altrimenti fantastici, mentre il vento - già presente dalla mattinata - inizia a farsi forte e fastidioso. La dorsale è percorsa da un evidente sentierino privo di segnaletica, tuttavia non vi sono problemi di percorrenza e - superata un'antenna TV - giungo sulla sommità del primo "dosso". Queste varie alture che s'appressano al Generoso si chiamano Dosso Bello, Dosso dell'Oro e Dosso delle Mede, ma francamente non saprei dire quale sia quale, in quanto lungo la dorsale corre una strada ora sterrata ora asfaltata che mette in comunicazione le varie località qui presenti, non esclusi crotti e agriturismi. Dopo esser dunque salito e sceso dal primo "dosso" e uscito su una splendida radura panoramica, in corrispondenza di una cascina in cui s'invita a "non salire sui prati", evito di risalire il secondo dosso e poco dopo giungo su sterrata e poi asfalto all'Agriturismo Dosso dell'Oro, ove decido di fermarmi un attimo per un caffè caldo, data la temperatura glaciale impressa dal vento. La signora dell'agriturismo, gentilissima, alla quale accenno il giro che avrei in mente mi consiglia come fare per la discesa, visto che vorrei evitare di tornare a Mendrisio su asfalto... La saluto e proseguo verso Bellavista, toccando altre cascine ed evitando altri due "dossi", sui quali è inutile salire data la presenza di piante che ne limitano i panorami.
Dopo un po' mi rendo conto di essere ormai a pochi minuti dalla stazione del trenino, pertanto evito di raggiungerla salendo dritto per la dorsale boscosa e sbucando sul sentiero normale per il Generoso all'altezza di segnavia e pannelli. Qui, stufo di sentieri un po' monotoni, mi ricollego volutamente a una salita di
Simone86 del 2012 (http://www.hikr.org/tour/post58567.html), il quale proprio da questo punto salì in vetta toccando tutte le varie quote che la precedono stando alti sopra la ferrovia. Evito giusto la prima (m.1384), ancora anonima e alberata, ma tocco le successive, incontrando un bel camoscio sulla seconda (m.1459), da cui il panorama comincia a farsi già di prim'ordine, con l'inquietante baratro del versante occidentale sempre alla propria sinistra. Superata la terza cima (m.1466) si tocca la sella sopra Tiralocchio, cara a
Danicomo, e via via le altre, salendo e scendendo su prati ripidi su cui prestare comunque cautela onde evitare di schiantarsi sui binari. Dal Motto di Cima alla Cima di Sassalto si traversa in pineta a destra dell'osservatorio astronomico, quindi si giunge alla zona degli orrori, ove tiro dritto puntando alla scalinata per la vetta, parzialmente ghiacciata, cui giungo a cinque ore esatte dalla partenza. Il vento, che a 1000-1100 metri spazzava, qui per assurdo sembra essere meno forte e riesco addirittura a mangiare da solo in vetta, rimirando panorami infiniti.
Dopo neanche mezz'ora riparto per Bellavista, percorrendo stavolta il sentiero normale e giungendo al parcheggio di fianco all'Albergo Peonia. Qui tengo presenti le dritte datemi dalla signora dell'Agriturismo e m'infilo pertanto nella Val d'Alpe, percorso suggestivo interamente in faggeta dove corre una splendida mulattiera acciottolata, parzialmente resa infida dal fogliame, che s'interrompe alla quota m.881, per poi riprendere subito dopo all'altezza di una sterrata che riporterebbe sulla strada. Tengo invece la sinistra, per abbassarmi al successivo bivio ed evitando di passare da Cragno - da cui sarei comunque potuto scendere. Il fogliame comincia a farsi più invadente, ma mai eccessivo, e sempre su mulattiera m'inoltro nel profondo solco della buia valle sbucando infine a una prima baita isolata. Gradualmente gli spazi tornano a farsi ampi, aperti e luminosi ed ecco il mendrisiotto ai miei piedi, tutto intorno a prati e baite ben tenuti. La segnaletica ticinese mi permette persino di decidere quale via (ce ne sono due) fare per Salorino e Mendrisio stazione...scelgo la più breve, e ad otto ore dalla partenza mi ritrovo tranquillo tranquillo a passeggiare per il centro storico di Mendrisio - un po' triste a dire il vero perchè i negozi son già chiusi e di gente ce n'è in giro poca - e a visionarne qualche buon pregio architettonico quà e là (ad es. Palazzo Pollini), fino a giungere in stazione e ricominciare la trafila di mezzi fino a Ghirla, ove giungo senza problemi alle 19,00.
Giornata spesa bene... Avanti così.
NB. Ho indicato T3 come difficoltà, ma il giro andrebbe correttamente ripartito in T1 da Mendrisio a Bellavista (T2 il "dosso" intermedio) e T3 da Bellavista alla vetta del Generoso per la via di cresta. La discesa da Bellavista a Mendrisio dalla Val d'Alpe direi tra T2 e T1.
Con questa premessa, dunque, chi mi ha fatto fare di risalirci?
Presto detto... Cantata la sua bellezza dall'ex-Città Giardino, posso osservare che dalla Valganna (dal Poncione o dal San Bernardo) oltre alla summenzionata imponenza balza all'occhio alla sua destra una lunghissima e quasi piatta dorsale proveniente dal basso mendrisiotto, la quale proprio ad esso va a unirsi. Perchè non farlo percorrendo questa dorsale, se possibile?
La base di partenza per questa salita è Castel San Pietro, ma la mia escursione inizia dalla stazione di Mendrisio, raggiunta in un paio d'ore da Ghirla via Ponte Tresa e Lugano su bus e treni vari, alle 8,20... La strada per Castel San Pietro è piacevole ma non breve, e dopo circa un'ora metto finalmente piede sulla bella mulattiera per il Rifugio Alpetto di Caviano (da non confondere con l'omonimo in zona Paglione-Gambarogno!), lunga ma con salita regolare che permette di prendere quota senza fatica. Poco prima di giungere al Rifugio risalgo la dorsale, che lascia purtroppo solo intravvedere panorami altrimenti fantastici, mentre il vento - già presente dalla mattinata - inizia a farsi forte e fastidioso. La dorsale è percorsa da un evidente sentierino privo di segnaletica, tuttavia non vi sono problemi di percorrenza e - superata un'antenna TV - giungo sulla sommità del primo "dosso". Queste varie alture che s'appressano al Generoso si chiamano Dosso Bello, Dosso dell'Oro e Dosso delle Mede, ma francamente non saprei dire quale sia quale, in quanto lungo la dorsale corre una strada ora sterrata ora asfaltata che mette in comunicazione le varie località qui presenti, non esclusi crotti e agriturismi. Dopo esser dunque salito e sceso dal primo "dosso" e uscito su una splendida radura panoramica, in corrispondenza di una cascina in cui s'invita a "non salire sui prati", evito di risalire il secondo dosso e poco dopo giungo su sterrata e poi asfalto all'Agriturismo Dosso dell'Oro, ove decido di fermarmi un attimo per un caffè caldo, data la temperatura glaciale impressa dal vento. La signora dell'agriturismo, gentilissima, alla quale accenno il giro che avrei in mente mi consiglia come fare per la discesa, visto che vorrei evitare di tornare a Mendrisio su asfalto... La saluto e proseguo verso Bellavista, toccando altre cascine ed evitando altri due "dossi", sui quali è inutile salire data la presenza di piante che ne limitano i panorami.
Dopo un po' mi rendo conto di essere ormai a pochi minuti dalla stazione del trenino, pertanto evito di raggiungerla salendo dritto per la dorsale boscosa e sbucando sul sentiero normale per il Generoso all'altezza di segnavia e pannelli. Qui, stufo di sentieri un po' monotoni, mi ricollego volutamente a una salita di


Dopo neanche mezz'ora riparto per Bellavista, percorrendo stavolta il sentiero normale e giungendo al parcheggio di fianco all'Albergo Peonia. Qui tengo presenti le dritte datemi dalla signora dell'Agriturismo e m'infilo pertanto nella Val d'Alpe, percorso suggestivo interamente in faggeta dove corre una splendida mulattiera acciottolata, parzialmente resa infida dal fogliame, che s'interrompe alla quota m.881, per poi riprendere subito dopo all'altezza di una sterrata che riporterebbe sulla strada. Tengo invece la sinistra, per abbassarmi al successivo bivio ed evitando di passare da Cragno - da cui sarei comunque potuto scendere. Il fogliame comincia a farsi più invadente, ma mai eccessivo, e sempre su mulattiera m'inoltro nel profondo solco della buia valle sbucando infine a una prima baita isolata. Gradualmente gli spazi tornano a farsi ampi, aperti e luminosi ed ecco il mendrisiotto ai miei piedi, tutto intorno a prati e baite ben tenuti. La segnaletica ticinese mi permette persino di decidere quale via (ce ne sono due) fare per Salorino e Mendrisio stazione...scelgo la più breve, e ad otto ore dalla partenza mi ritrovo tranquillo tranquillo a passeggiare per il centro storico di Mendrisio - un po' triste a dire il vero perchè i negozi son già chiusi e di gente ce n'è in giro poca - e a visionarne qualche buon pregio architettonico quà e là (ad es. Palazzo Pollini), fino a giungere in stazione e ricominciare la trafila di mezzi fino a Ghirla, ove giungo senza problemi alle 19,00.
Giornata spesa bene... Avanti così.
NB. Ho indicato T3 come difficoltà, ma il giro andrebbe correttamente ripartito in T1 da Mendrisio a Bellavista (T2 il "dosso" intermedio) e T3 da Bellavista alla vetta del Generoso per la via di cresta. La discesa da Bellavista a Mendrisio dalla Val d'Alpe direi tra T2 e T1.
Tourengänger:
Poncione

Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (18)