Col Brison (2480 m)


Publiziert von Sky , 30. August 2017 um 13:01.

Region: Welt » Italien » Aostatal
Tour Datum:27 August 2017
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 

Io e Silvia ci stiamo preparando per le nostre gare. Due ultratrail, io uno di 170 km in Svizzera e lei uno di 130 in Val d’Aosta. Silvia vuole andare a provare un paio di colli in Valpelline che dovrà fare in gara e che non conosce. Molto volentieri! Per me, tutto fa brodo…

Ci troviamo alle 5 da lei e incominciano le nostre chiacchiere. Parliamo, parliamo, parliamo, finché, arrivati all’altezza di Malpensa, lei improvvisamente si accorge di aver dimenticato le scarpe…! Nessun problema, dico io, non fa niente, me le sarei potute dimenticare benissimo anch’io ! facciamo inversione e torniamo indietro a prenderle. Così, arriviamo ad Oyace che è già mattina… ci sarebbe piaciuto poter essere lì all’alba, fare il Col de Brison, scendere ad Ollomont, poi fare il Col de Champillon, scendere nella valle del Gran San Bernardo e quindi tornare a piedi a Oyace, a mezzacosta. Vediamo ora cosa riusciamo a fare!

Partiamo di buon passo verso il Col de Brison, ma senza sforzare, con lei davanti a fare l’andatura. Ridiamo e scherziamo per tutto il tempo, a partire dal primo tratto che percorriamo su una strada asfaltata: siamo sui sentieri del Tor de Geants, non ci aspettiamo di correre su strada, ma che trail è questo? troppo facile!

Il sentiero si sviluppa molto in lunghezza, in particolare nella parte centrale si sposta tutto da E verso W, passando per un alpeggio in cui incontriamo una mandria di mucche che, per fortuna, non sanno che noi non siamo vegetariani… Arrivati in prossimità del colle, il sentiero si inerpica improvvisamente e raggiungiamo l’enorme ometto, uno dei tanti che si incontrano sulle Alte Vie della Val d’Aosta. Il Col de Brison (o col Brison e basta, per gli amici), secondo me, non è un vero passo… si trova su uno dei tanti avvallamenti della cresta che separa la Valpelline dalla Valle di Ollomont. Addirittura, la Carta Nazionale Svizzera lo riporta più a S di dove passa il sentiero…

Foto di passo e pronti per la discesa. Io ne approfitto per testare la mia “invenzione” per portare i miei bastoncini da nordic walking (ho trovato che sono utilissimi nelle gare lunghe, molto migliori di quelli tradizionali) a tracolla (per correre in discesa preferisco avere le mani libere…) : un cordino da 5 strozzato sui guantini e sui puntali. Silvia è veloce in discesa, per me è sempre un supplizio. Oggi andiamo tranquilli.

Piccolo errore di percorso a parte, arriviamo senza problemi, mie ginocchie incluse, a Ollomont, da dove parte il sentiero per il Col de Champillon. Lo vediamo da lontano, dall’altra parte della valle. Sembra “morbida” la salita… Cerchiamo un bar per bere qualcosa. Ci pensiamo da tutta la discesa. Chiediamo informazioni ad un signore gentile dall’accento ligure che si è fermato con la macchina, incrociandoci. In centro al paese ne troviamo uno!

Non è difficile trovare il centro del paese, è dove c’è la chiesa! Anche se, qui in Valpelline, tutti i centri abitati sono formati da decine di “frazioni”, ognuna col suo bel cartello con nome e altitudine.

Arrivati davanti al bar, Silvia guarda la lavagna e mi fa: “allora, io prendo bresaola, grana e rucola, tu cosa prendi?”. E come darle torto?! Prosciutto e melone. E panaché per tutti e due. Più smoothie e gelato finale. Caffè, per lei.

Come tovaglietta, ci danno il depliant di Tor de Geants / Tot Dret, la gara a cui partecipa Silvia tra 2 settimane e mezzo. Così ce la studiamo per bene. Ovviamente, il Col de Champillon lo lasciamo dove sta!

Scendiamo verso Valpelline, camminando. Non c’è traffico sulla strada. Guardando il mio GPS, arriviamo in un punto in cui ci dovrebbe essere un sentiero. Ci inerpichiamo su un prato, seguendo una debole traccia che porta su un sentiero vero e proprio. Perfetto, è lui! Peccato che il sentiero, in realtà, non sia esattamente quello che c’è sulla mia cartina… anzi, è del tutto nuovo e di quello che avrei voluto far io, che portava direttamente ad Oyace, neanche l’ombra. Non importa, la direzione è quella giusta! In buona sostanza, questo sentiero porta verso la parte bassa della Valpelline, restando sempre attorno ai 1000 metri ed evitando di scendere fino al capoluogo. Naturalmente, poi c’è da risalire fino ad Oyace, e qui non resta che seguire, quasi integralmente, la strada regionale.

Fa caldo. Ed io soffro il caldo. Il succo di mela che ho nel portaborracce è bollente. Oyace sembra non arrivare mai. E, una volta arrivato, bisogna passare tutte le frazioni. La quota riportata sui cartelli sale lentamente, ma finalmente siamo alla macchina. Ci dissetiamo dalla fontana e partiamo.

Sì, però una birretta ci sta. E così ci fermiamo a Valpelline, dove abbiamo solo l’imbarazzo della scelta tra bar e pasticceria. Optiamo per la prima, birra, patatine, arachidi e coca. E ancora tante chiacchiere. Lasciamo scorrere il tempo. È presto e non abbiamo fretta di tornare a Milano.

Amo la Valpelline, ho fatto un sacco di cose in questa zona, sono contento di essere venuto qui, oggi. Naturalmente, una valle poco conosciuta. Quando dico a qualcuno che sono andato in Val d’Aosta, e la risposta è “oh, conosco…”, al nome della valle l’interlocutore risponde generalmente che non ne ha mai sentito parlare. Salvo eccezioni, ovviamente, e Silvia è una di queste!

È ora di tornare. Ma non di smettere di raccontarci, di ridere, di parlare delle nostre passioni. Ed il viaggio in autostrada passa piacevole come mai prima d’ora.

Per le nostre gare siamo pronti. Forse.

Tourengänger: Sky


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