Torrone Rosso (m.2670) - Mot Ciarin (m.2278)
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Accetto volentieri l'invito di Elena e Giampiero di salire sul Torrone Rosso, facente parte del gruppo montuoso che dal Pizzo di Claro si protende verso gli ampi massicci del Torent Basso e Torent Alto. In verità ci ero già salito giusto giusto tre anni fa' con
froloccone e
ramingo, ma non mi spiace affatto tornare sui passi d'allora, anche per vedere se mi riuscirà ricordare alla perfezione quella piacevole e "improvvisata" salita.
Dopo un viaggio abbastanza lungo, a causa delle code dei frontalieri, arriviamo in Val Calanca ad Arvigo: qui abbiamo la prima sorpresa di vedere l'impianto che aziona la sbarra metallica che dà accesso all'Alp Stabveder lievemente "modificato". Difatti non è più possibile azionare la sbarra con la moneta da 5 CHF bensì con un apposito gettone che si dovrà acquistare al ristorante del paese. Torniamo pertanto in paese per recuperare l'apposito gettone scoprendo che non solo il meccanismo è cambiato, ma che il costo è esattamente raddoppiato dallo scorso mese di maggio: 10 CHF
Le ragioni di ambedue i cambiamenti ci vengono taciute con risposte evasive, dunque restano per noi assolutamente difficili da spiegare...
Lasciata l'auto al parcheggio intorno ai m.1850, poco prima dell'Alp Stabveder raggiungiamo in breve quest'ultima, posta in bellissima posizione e circondata da montagne maestose in ogni direzione, compresa la "nostra" di oggi. Inforchiamo dunque il ben noto sentiero, che rappresenta la "via normale" più breve e comoda per raggiungere il Pizzo di Claro, giungendo dopo un po' all'ampia sella (cartelli segnavia) m.2270, che rappresenterà un po' il nostro punto nodale di oggi, poichè decidiamo già che al ritorno passeremo dalla vetta del Mot Ciarin prima di rientrare a Stabveder...
Proseguiamo sulla retta via, ma è qui che mi tocca "azionare" i ricordi per ripetere perfettamente il percorso seguito tre anni orsono, indicatoci da un pastore il quale ci indicò una cengia erbosa che ci avrebbe impedito di perdere quota per reperire la via di salita. Dopo un breve tratto in falsopiano individuo la cengia giusta, ed è giocoforza salire per reperirla... in realtà è un vero e proprio evidentissimo sentiero di capre che aggira in senso orario una bastionata ai piedi del Torrone Rosso portandoci all'interno del canale morenico di Val Granda, al cui culmine si scorge l'omonima bocchetta. Benchè ripida, la salita si svolge quasi interamente sul bordo destro del canale su tracce perlopiù erbose senza eccessive difficoltà, toccando gli sfasciumi solo nella parte terminale; sul lato opposto del canale si nota chiaramente il sentiero per il vicino Pizzo di Claro.
Giunti in bocchetta (m.2596) ci fermiamo un attimo a godere il già notevole panorama, quindi ripartiamo per il Torrone Rosso puntando l'evidentissimo e suo naturale accesso, ovvero una cengia erbosa leggermente esposta che porta sui bei prati gradinati dell'anticima, la quale risaliamo sia liberamente che tramite agevole sentiero di capre. Un piccolo ometto saluta l'escursionista di passaggio, la cui vista è subito catturata, oltrechè dal panorama splendido, dalla vicina vetta vera e propria. Giampiero non prosegue, mentre Elena ed io, scesi per qualche metro su roccette, ci prepariamo alla salita finale, che svolgiamo integralmente seguendo i bellissimi blocchi granitici sul filo, che mostra salti impressionanti sul lato calanchino. In breve, con facili passaggi, siamo sul Torrone Rosso, la cui vista in fondo in fondo non ha tantissimo da invidiare al più gettonato Pizzo di Claro, da qui assolutamente stupendo. Con Elena decidiamo il da farsi... io intendo proseguire in cresta in verso la Bocchetta del Lago, dandole appuntamento più tardi alla sella m.2270, mentre lei raggiunge Giampiero sull'anticima.
Comincio dunque la discesa dal versante opposto di salita, relazionato soltanto da
ivo66, che si svolge nella parte iniziale interamente in cresta, su blocchi, cengie, placche senza particolari problemi e patemi, nonostante un'esposizione pressochè continua dapprima sul lato Calanca, poi su quello Cresciano. Un breve canalino ripidissimo su blocchi rappresenta la parte più difficoltosa, ma tutto finisce lì. Superato questo scoglio si potrebbe già iniziare la discesa su prati ripidi (tracce di capre) verso la sella m.2270, ma la traversata su cresta è molto più bella e panoramica, con frequenti saliscendi che s'interrompono soltanto di fronte a una stupenda torre la quale, di fatto, divide in due la Bocchetta di Lago. Qui faccio il singolare incontro con una bellissima volpe d'alta quota. Sul lato S si potrebbe anche tentarne l'ascesa (II°), ma fortunatamente decido d'aggirarla sul lato calanchino, scoprendo che sul lato opposto la difficoltà sarebbe stata ben più ardua, trattandosi di una liscia parete verticale che svettava svariati metri sulla mia testa. Risalgo ancora pochi metri su placche e prati ripidi raggiungendo la Bocchetta N per godermi il pranzo all'ombra di questa bella torre. Riparto quindi, puntando la ganna e i bei prati che mi riporteranno al luogo dell'appuntamento incontrando due bei lama intenti a "brucare". Il ritorno alla sella è nel complesso agevole e in un bellissimo ambiente: caso vuole che arriviamo praticamente "sincronizzati" all'appuntamento, poichè Giampiero arriva un attimo prima di me, ed Elena subito dopo.
Non resta che puntare alla buffa e al contempo minacciosa vetta del Mot Ciarin, pure questa già affrontata in passato (http://www.hikr.org/tour/post95751.html) con
froloccone e
danicomo: pur essendo una cima piccola non si può dire che affrontata da questo versante sia uno scherzetto, e stavolta - visto che la conosco già - ci portiamo sotto le rocce sommitali per vedere se sia possibile risalirle in "diretta". La roccia è ottima, e gli appigli apparentemente buoni, ma siamo pur sempre sul III/IV° e pertanto decidiamo di seguire la più "comoda", ma assai esposta, cengia sul lato occidentale che ha tuttavia un passaggino "chiave" abbastanza scomodo in cui occorre appollaiarsi e quasi strisciare per evitare un piccolo tetto che dà accesso al terrazzino decisivo, su cui issarsi al breve ma ripidissimo prato che dà in vetta. Quest'ultima parte va affrontata con prudenza per l'esposizione e il tipo di terreno misto.
Scattate due foto scendiamo dal versante opposto rivolgendoci in direzione dell'Alpe Stabveder per tracce su prati e per ganne, finchè il sentiero si fa evidente svolgendo infine una curva antioraria che ci catapulta al delizioso Alpe, da cui in breve alla macchina.
Grazie ad Elena e Giampiero per l'invito e la bella "ripetizione", assai utile in vista di giri futuri. ;) Avanti così.
Alp Stabveder-Sella m.2270 T2 / Sella m.2270-Bocchetta Val Granda T3+ / Bocchetta Val Granda-Torrone Rosso-Bocchette del Lago S e N T4/T4+ / Bocchetta del Lago N-Sella m.2270 T3+ / Sella m.2270-Mot Ciarin T5 / Mot Ciarin-Alp Stabveder T3
Giansa
Ringraziamo Emiliano che ci ha dato la sua disponibilità a farci da guida sul Torrone Rosso e sul Mot Ciarin. Due belle cime, la prima con un panorama che non ha niente da invidiare al più noto e dirimpettaio Pizzo di Claro, l'altra che permette un' ascesa impegnativa ma breve e divertente.
Giornata splendida con meteo perfetto ed ambienti spettacolari.
Unici nei: il raddoppio della tariffa per accedere all'alpe e la coda al confine svizzero sia al mattino che al rientro nel tardo pomeriggio.


Dopo un viaggio abbastanza lungo, a causa delle code dei frontalieri, arriviamo in Val Calanca ad Arvigo: qui abbiamo la prima sorpresa di vedere l'impianto che aziona la sbarra metallica che dà accesso all'Alp Stabveder lievemente "modificato". Difatti non è più possibile azionare la sbarra con la moneta da 5 CHF bensì con un apposito gettone che si dovrà acquistare al ristorante del paese. Torniamo pertanto in paese per recuperare l'apposito gettone scoprendo che non solo il meccanismo è cambiato, ma che il costo è esattamente raddoppiato dallo scorso mese di maggio: 10 CHF
Le ragioni di ambedue i cambiamenti ci vengono taciute con risposte evasive, dunque restano per noi assolutamente difficili da spiegare...
Lasciata l'auto al parcheggio intorno ai m.1850, poco prima dell'Alp Stabveder raggiungiamo in breve quest'ultima, posta in bellissima posizione e circondata da montagne maestose in ogni direzione, compresa la "nostra" di oggi. Inforchiamo dunque il ben noto sentiero, che rappresenta la "via normale" più breve e comoda per raggiungere il Pizzo di Claro, giungendo dopo un po' all'ampia sella (cartelli segnavia) m.2270, che rappresenterà un po' il nostro punto nodale di oggi, poichè decidiamo già che al ritorno passeremo dalla vetta del Mot Ciarin prima di rientrare a Stabveder...
Proseguiamo sulla retta via, ma è qui che mi tocca "azionare" i ricordi per ripetere perfettamente il percorso seguito tre anni orsono, indicatoci da un pastore il quale ci indicò una cengia erbosa che ci avrebbe impedito di perdere quota per reperire la via di salita. Dopo un breve tratto in falsopiano individuo la cengia giusta, ed è giocoforza salire per reperirla... in realtà è un vero e proprio evidentissimo sentiero di capre che aggira in senso orario una bastionata ai piedi del Torrone Rosso portandoci all'interno del canale morenico di Val Granda, al cui culmine si scorge l'omonima bocchetta. Benchè ripida, la salita si svolge quasi interamente sul bordo destro del canale su tracce perlopiù erbose senza eccessive difficoltà, toccando gli sfasciumi solo nella parte terminale; sul lato opposto del canale si nota chiaramente il sentiero per il vicino Pizzo di Claro.
Giunti in bocchetta (m.2596) ci fermiamo un attimo a godere il già notevole panorama, quindi ripartiamo per il Torrone Rosso puntando l'evidentissimo e suo naturale accesso, ovvero una cengia erbosa leggermente esposta che porta sui bei prati gradinati dell'anticima, la quale risaliamo sia liberamente che tramite agevole sentiero di capre. Un piccolo ometto saluta l'escursionista di passaggio, la cui vista è subito catturata, oltrechè dal panorama splendido, dalla vicina vetta vera e propria. Giampiero non prosegue, mentre Elena ed io, scesi per qualche metro su roccette, ci prepariamo alla salita finale, che svolgiamo integralmente seguendo i bellissimi blocchi granitici sul filo, che mostra salti impressionanti sul lato calanchino. In breve, con facili passaggi, siamo sul Torrone Rosso, la cui vista in fondo in fondo non ha tantissimo da invidiare al più gettonato Pizzo di Claro, da qui assolutamente stupendo. Con Elena decidiamo il da farsi... io intendo proseguire in cresta in verso la Bocchetta del Lago, dandole appuntamento più tardi alla sella m.2270, mentre lei raggiunge Giampiero sull'anticima.
Comincio dunque la discesa dal versante opposto di salita, relazionato soltanto da

Non resta che puntare alla buffa e al contempo minacciosa vetta del Mot Ciarin, pure questa già affrontata in passato (http://www.hikr.org/tour/post95751.html) con


Scattate due foto scendiamo dal versante opposto rivolgendoci in direzione dell'Alpe Stabveder per tracce su prati e per ganne, finchè il sentiero si fa evidente svolgendo infine una curva antioraria che ci catapulta al delizioso Alpe, da cui in breve alla macchina.
Grazie ad Elena e Giampiero per l'invito e la bella "ripetizione", assai utile in vista di giri futuri. ;) Avanti così.
Alp Stabveder-Sella m.2270 T2 / Sella m.2270-Bocchetta Val Granda T3+ / Bocchetta Val Granda-Torrone Rosso-Bocchette del Lago S e N T4/T4+ / Bocchetta del Lago N-Sella m.2270 T3+ / Sella m.2270-Mot Ciarin T5 / Mot Ciarin-Alp Stabveder T3

Ringraziamo Emiliano che ci ha dato la sua disponibilità a farci da guida sul Torrone Rosso e sul Mot Ciarin. Due belle cime, la prima con un panorama che non ha niente da invidiare al più noto e dirimpettaio Pizzo di Claro, l'altra che permette un' ascesa impegnativa ma breve e divertente.
Giornata splendida con meteo perfetto ed ambienti spettacolari.
Unici nei: il raddoppio della tariffa per accedere all'alpe e la coda al confine svizzero sia al mattino che al rientro nel tardo pomeriggio.
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