... Ricordi ...
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La montagna. Oramai un ricordo.
Immagini e ricordi di un tempo che fu. Tempo che la montagna mi dedicava e che io dedicavo alla montagna. Passo dopo passo, metro dopo metro, in compagnia o da soli, si camminava e si saliva. Le meraviglie della natura accompagnavano il cammino e rendevano più leggera la salita. La fatica era un qualcosa di secondario, non pesava, non la si sentiva, perché il raggiungimento della meta ripagava tutto.
La sveglia prima dell’alba, la pioggia o l’umidità che ti bagnava ovunque, il vento che ti voleva portare via, il pezzo di pane e formaggio mangiato al riparo di una roccia, la doccia gelata in rifugio, la lettura della cartina per la ricerca e scelta del percorso e anche il sentiero sbagliato , ma che comunque ti permetteva di esplorare, la condivisione del bivacco in quota … ma anche i tramonti e le albe con o senza sole all’orizzonte, i cieli stellati (la ricerca e la discussione delle costellazioni), l’incontro con una stambecco o una marmotta (e ci si parlava anche , … tutti attimi e ricordi meravigliosi … perché gli spazi immensi che la natura ci regala … non hanno prezzo.
E poi … il camminare, il meraviglioso camminare, un passo dopo l’altro, un piede dopo l’altro e … il silenzio, il meraviglioso silenzio che ci parlava, che ti parlava e … l’incontro con la natura e con te stesso, il trovarsi sopra le nuvole.
È sì. La montagna. Luoghi e momenti che facevano mancare il fiato, non per la fatica, ma per la magicità del momento. Momenti di condivisione, condivisione con la montagna.
Per ultimo, un ricordo, l’arrivo alla mattina presto in un alpeggio sperduto, con ancora l'umidità nell'aria, dopo ore e ore di cammino, con la sola natura come compagnia e ad attenderti ... un pastore con il suo cane e le caprette : … vuole un caffè?, per scaldarsi un po’ perché la giornata è fredda.
“Nel momento in cui le mie gambe cominciano a muoversi, i miei pensieri cominciano a correre”.
HD Thoreau.
Immagini e ricordi di un tempo che fu. Tempo che la montagna mi dedicava e che io dedicavo alla montagna. Passo dopo passo, metro dopo metro, in compagnia o da soli, si camminava e si saliva. Le meraviglie della natura accompagnavano il cammino e rendevano più leggera la salita. La fatica era un qualcosa di secondario, non pesava, non la si sentiva, perché il raggiungimento della meta ripagava tutto.
La sveglia prima dell’alba, la pioggia o l’umidità che ti bagnava ovunque, il vento che ti voleva portare via, il pezzo di pane e formaggio mangiato al riparo di una roccia, la doccia gelata in rifugio, la lettura della cartina per la ricerca e scelta del percorso e anche il sentiero sbagliato , ma che comunque ti permetteva di esplorare, la condivisione del bivacco in quota … ma anche i tramonti e le albe con o senza sole all’orizzonte, i cieli stellati (la ricerca e la discussione delle costellazioni), l’incontro con una stambecco o una marmotta (e ci si parlava anche , … tutti attimi e ricordi meravigliosi … perché gli spazi immensi che la natura ci regala … non hanno prezzo.
E poi … il camminare, il meraviglioso camminare, un passo dopo l’altro, un piede dopo l’altro e … il silenzio, il meraviglioso silenzio che ci parlava, che ti parlava e … l’incontro con la natura e con te stesso, il trovarsi sopra le nuvole.
È sì. La montagna. Luoghi e momenti che facevano mancare il fiato, non per la fatica, ma per la magicità del momento. Momenti di condivisione, condivisione con la montagna.
Per ultimo, un ricordo, l’arrivo alla mattina presto in un alpeggio sperduto, con ancora l'umidità nell'aria, dopo ore e ore di cammino, con la sola natura come compagnia e ad attenderti ... un pastore con il suo cane e le caprette : … vuole un caffè?, per scaldarsi un po’ perché la giornata è fredda.
“Nel momento in cui le mie gambe cominciano a muoversi, i miei pensieri cominciano a correre”.
HD Thoreau.
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