Cima dei Larici, valle di Campo,1814m.
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Anch' io ho un bel nome.
Ma nessuno viene a trovarmi. Mi piace la mia solitudine, ma sono un poco triste lo stesso.
Nemmeno il Brenna parla di me. Non importa, mi conosce e ciò mi basta.
Non sono alta e compagne cime ben più prestigiose mi guardano dall' alto:
Ciao, Rossi di Ribia! E non vi crediate di essere chissà chi solo perché siete in due! Visti da
qui non siete poi nemmeno così stupendi, prepotenti, va!
Ciao, Gemelli, anche voi dovete mettervi in due per divenire uno! Me, nessuno mi conosce
ma basto a me stessa per essere cima! E sola, senza aiuti ho anche il prestigio del plurale
maiestatis: "Larici", si, avete letto bene, o vanitosi!
Ciao, Cima di Catögn! Sarò onesta: come i Gemelli, anche da sotto incuti timore!
Ciao, Om Cupign! Tu così affascinante visto dalla val di Campo, tanto banale visto da
quassù! Ma se non sembri nemmeno una vera cima, solo un vago punto sul costone!
Finito di brontolare?
Devo pur spiegare perché valgo anch' io la pena di una visita, e come si arriva da me!
Basta lasciare l' auto prima del ponte romano, sul prato o a lato della stradina, sotto straordinari enormi castagni.
Attraversato il torrente Niva sul ponte romano si sale su tranquillo sentiero, al fresco perché dopo i prati iniziali si entra nel bosco. Il sentiero è chiaro e marcato.
La cartina indica l' attraversamento del Ri d' Arnàu ma un ponte metallico abbastanza recente evita di dover scegliere dove bagnarsi piedi e polpacci.
Il sentiero si snoda poi tranquillo passando dal Corte di Cevio e dai due alpi di Cropia.
Stupefacente l' aprirsi alla vista del gigantesco, grandioso circolo glaciale che scende dalle cime a nord, con le sue numerose cascate!
Dall' alpe superiore di Cropia bisogna puntare sulla destra, navigando a piacimento tra felci, rovi, rododendri: è scomparso il sentiero, e ci sono solo multiple tracce.
Arrivati al piede di belle placconate, con residui di nevai, che preferite magari evitare, cercate passaggi , continuando a salire.
Arrivati in cresta, con saliscendi onde evitare gli orridi sottostanti, che al solo guardarli vi batte il cuore all' impazzata, eh! anche' io posso essere pericolosa! continuate a salire verso la destra.
Eccolo infine, il mio modesto dolce cocuzzolo dal bel nome.
Io sono Cima dei Larici: benvenuti, o rari solitari visitatori!
Ma nessuno viene a trovarmi. Mi piace la mia solitudine, ma sono un poco triste lo stesso.
Nemmeno il Brenna parla di me. Non importa, mi conosce e ciò mi basta.
Non sono alta e compagne cime ben più prestigiose mi guardano dall' alto:
Ciao, Rossi di Ribia! E non vi crediate di essere chissà chi solo perché siete in due! Visti da
qui non siete poi nemmeno così stupendi, prepotenti, va!
Ciao, Gemelli, anche voi dovete mettervi in due per divenire uno! Me, nessuno mi conosce
ma basto a me stessa per essere cima! E sola, senza aiuti ho anche il prestigio del plurale
maiestatis: "Larici", si, avete letto bene, o vanitosi!
Ciao, Cima di Catögn! Sarò onesta: come i Gemelli, anche da sotto incuti timore!
Ciao, Om Cupign! Tu così affascinante visto dalla val di Campo, tanto banale visto da
quassù! Ma se non sembri nemmeno una vera cima, solo un vago punto sul costone!
Finito di brontolare?
Devo pur spiegare perché valgo anch' io la pena di una visita, e come si arriva da me!
Basta lasciare l' auto prima del ponte romano, sul prato o a lato della stradina, sotto straordinari enormi castagni.
Attraversato il torrente Niva sul ponte romano si sale su tranquillo sentiero, al fresco perché dopo i prati iniziali si entra nel bosco. Il sentiero è chiaro e marcato.
La cartina indica l' attraversamento del Ri d' Arnàu ma un ponte metallico abbastanza recente evita di dover scegliere dove bagnarsi piedi e polpacci.
Il sentiero si snoda poi tranquillo passando dal Corte di Cevio e dai due alpi di Cropia.
Stupefacente l' aprirsi alla vista del gigantesco, grandioso circolo glaciale che scende dalle cime a nord, con le sue numerose cascate!
Dall' alpe superiore di Cropia bisogna puntare sulla destra, navigando a piacimento tra felci, rovi, rododendri: è scomparso il sentiero, e ci sono solo multiple tracce.
Arrivati al piede di belle placconate, con residui di nevai, che preferite magari evitare, cercate passaggi , continuando a salire.
Arrivati in cresta, con saliscendi onde evitare gli orridi sottostanti, che al solo guardarli vi batte il cuore all' impazzata, eh! anche' io posso essere pericolosa! continuate a salire verso la destra.
Eccolo infine, il mio modesto dolce cocuzzolo dal bel nome.
Io sono Cima dei Larici: benvenuti, o rari solitari visitatori!
Tourengänger:
micaela

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