Traversata Pizzo d'Orgnana - Madom da Sgiof
Strane e malsane idee possono nascere quando un padre e una figlia si mettono a confabulare insieme....
Il risultato di questi nostri pensieri è stato un giro lunghissimo e, a causa della neve trovata, non proprio banale (almeno per noi), ma, allo stesso tempo, che ci ha dato una soddisfazione immensa!
La nostra avventura inizia alle 7,15 dal parcheggio poco dopo l'abitato di Lavertezzo (che salasso!!! 10 CHF x il giornaliero!!!)
Dal posteggio tornare indietro sulla strada per circa 400 m, fino al caratteristico Ponte romano dei Salti, più volte ammirato dalla strada ma mai percorso. Una volta oltrepassato il Ponte, svoltare a destra e proseguire quasi in piano lungo il sentiero che costeggia il Rio Verzasca per circa 20 minuti, fino alla località Piano (q. 585 m).
Abbandonare il sentiero in piano, quindi svoltare a sinistra in direzione della Val d'Orgnana. Il sentiero, ripido, percorre un bel bosco di castani e faggi e transita di fianco ad alcune belle cascatelle del Rio d'Orgnana.
All'imbocco della Conca d'Orgnana, le pendenze si affievoliscono un poco e il bosco, di conifere, si dirada, fino a scomparire del tutto all'Alpe diroccata d'Orgnana (q. 1550 m).
Dall'Alpeggio, il Passo omonimo, al centro della conca, è ora ben visibile. Risalire l'erto vallone fino al Laghetto d'Orgnana (q. 1872 m) prima e alla Bocchetta d'Orgnana (q. 1950 m) poi.
Raggiunto il valico, poco più sotto, si incontrano i segnavia bianco-blu dell'Alta Via della Val Verzasca.
Abbassarsi per pochi metri sul versante della Valle Maggia, quindi seguire l'Alta Via. Superati un paio di passaggi attrezzati con catene e una piodata (prestare attenzione se bagnata), si raggiunge l'imbocco di un primo canale (sulla destra) che porta in cresta. Percorrere il suddetto canale erboso, seguendo delle rade tracce e, un attimo prima dell'uscita (dove il canale diventa un po' troppo ripido), svoltare decisamente a sinistra, quindi guadagnare la cresta. Per tracce e qualche rada roccetta, cercando di mantenersi piuttosto sul filo, si raggiunge l'omone di vetta del Pizzo d'Orgnana (q. 2219 m).
Dal Pizzo d'Orgnana proseguire in leggera discesa fino al Mott di Pegor (q. 2169 m). Questo tratto di cresta non presenta particolari difficoltà: il filo roccioso, infatti, è evitabile seguendo una traccia di sentiero sulla sinistra o, in alternativa, abbassandosi fino a riagganciarsi con il sentiero dell'Alta Via.
Dal Mott di Pegor, ci si abbassa di circa 100 m, rimanendo sempre sul filo di cresta (segnavia più che abbondanti) e, superata qualche roccia dove occorre appoggiare le mani per mantenere l'equilibrio, si raggiunge la base della, così nominata sulla CNS, "Cima". Risalire la dorsale erbosa e rocciosa fino all'ometto di vetta della Cima (q. 2100 m).
Dalla Cima, occorre abbassarsi di una sessantina di metri, e, superati alcuni saltini rocciosi (I°+ ), si guadagna il Passo di Nimi (q. 2048 m), valico che mette in comunicazione la Valle Maggia con la Val Verzasca. Dalla Bocchetta, proseguire sempre sul filo di cresta. Alla (q. 2150 m circa), il sentiero segnato devia verso destra, spostandosi sul versante della Val Verzasca. Ignorare tale deviazione, quindi continuare lungo il filo, a tratti un po' esposto, in direzione di un evidente castello roccioso sormontato da un ometto. Raggiunta la base di questo roccione squadrato, occorre sormontarlo (passi di II°). Percorrere l'aereo filo roccioso (radi segnavia bianco-azzurri oramai sbiaditi), fino all'omino di vetta della Cima di Nimi (q. 2191 m) Questo tratto di cresta comporta un paio di passaggi di II°.
Dalla Cima di Nimi, con percorso non obbligato, abbassarsi fino a riagganciarsi con il sentiero dell'Alta Via e, senza particolari difficoltà, su larga cresta erbosa, raggiungere la successiva Cima di Bois (q. 2259 m).
Dalla sopracitata vetta, il Madom da Sgiof sembra vicino, ma occorre percorrere l'ultimo tratto di cresta roccioso, e in alcuni punti esposto, più impegnativo dell'intera traversata. A inizio stagione (come nel nostro caso) è più che necessario aver dietro ramponi e piccozza per superare alcuni muretti di neve dura. La corda, in assenza di neve, non è necessaria, ma consigliata per i meno esperti. In presenza di neve, invece, la consiglio: a noi è venuta molto utile per farci sicura in un paio di punti un po' esposti e molto ripidi.
Dalla Cima di Bois, ci si abbassa di un 15 metri fino a raggiungere l'inizio della cresta vera e propria. Rimanendo sul filo, si supera qualche blocco roccioso, fino ad incontrare delle catene e delle staffe che facilitano la discesa. Sempre in leggera discesa si raggiunge un salto roccioso, che si supera abbassandosi verso sinistra, sul versante della Valle Maggia. Dopo un breve ed un po' esposto traverso, la traccia ricomincia a salire. A questo punto, si ritorna nuovamente sul filo di cresta che, roccioso ma mai impegnativo, porta alla base della cresta SW del Madom da Sgiof. Risalire gli ultimi metri della ripida e larga dorsale fino a guadagnare la vetta del Madom da Sgiof (q. 2265 m).
Dalla vetta del Madom da Sgiof, scendere lungo la cresta ENE e raggiungere l'Alpe di Sgiof (q. 1728 m). Il sentiero, sotto agli alpeggi, prosegue fino all'Alpe Cansgell (q. 1525 m). Qui ricompaiono i segnavia (giallo-blu), che erano scomparsi all'altezza dell'Alpe di Sgiof. Seguire il poco evidente sentiero (ma sempre ben segnalato) fino a ricongiungersi con il sentiero del fondovalle, dal quale Lavertezzo si raggiunge in circa 30/35 minuti.
La difficoltà PD si rifà al fatto che abbiamo trovato la neve lungo la cresta di collegamento tra il Pizzo d'Orgnana e il Madom da Sgiof. In condizioni normali è da considerarsi F.
Escursione lunga e resa un po' più impegnativa del previsto a causa della neve in alcuni punti un po' "scomodi", ma che sicuramente ha saputo regalarci grandi emozioni.
con papà.
TEMPI DI PERCORRENZA:
- LAVERTEZZO - PIZZO D'ORGNANA: 4,20 ore
- PIZZO D'ORGNANA - MOTT DI PEGOR: 15 minuti
- MOTT DI PEGOR - CIMA: 20 minuti
- CIMA - CIMA DI NIMI: 1,00 ora
- CIMA DI NIMI - CIMA DI BOIS: 20 minuti
- CIMA DI BOIS - MADOM DA SGIOF: 1,40 ora
- MADOM DA SGIOF - LAVERTEZZO: 3,45 ore
Il risultato di questi nostri pensieri è stato un giro lunghissimo e, a causa della neve trovata, non proprio banale (almeno per noi), ma, allo stesso tempo, che ci ha dato una soddisfazione immensa!
La nostra avventura inizia alle 7,15 dal parcheggio poco dopo l'abitato di Lavertezzo (che salasso!!! 10 CHF x il giornaliero!!!)
Dal posteggio tornare indietro sulla strada per circa 400 m, fino al caratteristico Ponte romano dei Salti, più volte ammirato dalla strada ma mai percorso. Una volta oltrepassato il Ponte, svoltare a destra e proseguire quasi in piano lungo il sentiero che costeggia il Rio Verzasca per circa 20 minuti, fino alla località Piano (q. 585 m).
Abbandonare il sentiero in piano, quindi svoltare a sinistra in direzione della Val d'Orgnana. Il sentiero, ripido, percorre un bel bosco di castani e faggi e transita di fianco ad alcune belle cascatelle del Rio d'Orgnana.
All'imbocco della Conca d'Orgnana, le pendenze si affievoliscono un poco e il bosco, di conifere, si dirada, fino a scomparire del tutto all'Alpe diroccata d'Orgnana (q. 1550 m).
Dall'Alpeggio, il Passo omonimo, al centro della conca, è ora ben visibile. Risalire l'erto vallone fino al Laghetto d'Orgnana (q. 1872 m) prima e alla Bocchetta d'Orgnana (q. 1950 m) poi.
Raggiunto il valico, poco più sotto, si incontrano i segnavia bianco-blu dell'Alta Via della Val Verzasca.
Abbassarsi per pochi metri sul versante della Valle Maggia, quindi seguire l'Alta Via. Superati un paio di passaggi attrezzati con catene e una piodata (prestare attenzione se bagnata), si raggiunge l'imbocco di un primo canale (sulla destra) che porta in cresta. Percorrere il suddetto canale erboso, seguendo delle rade tracce e, un attimo prima dell'uscita (dove il canale diventa un po' troppo ripido), svoltare decisamente a sinistra, quindi guadagnare la cresta. Per tracce e qualche rada roccetta, cercando di mantenersi piuttosto sul filo, si raggiunge l'omone di vetta del Pizzo d'Orgnana (q. 2219 m).
Dal Pizzo d'Orgnana proseguire in leggera discesa fino al Mott di Pegor (q. 2169 m). Questo tratto di cresta non presenta particolari difficoltà: il filo roccioso, infatti, è evitabile seguendo una traccia di sentiero sulla sinistra o, in alternativa, abbassandosi fino a riagganciarsi con il sentiero dell'Alta Via.
Dal Mott di Pegor, ci si abbassa di circa 100 m, rimanendo sempre sul filo di cresta (segnavia più che abbondanti) e, superata qualche roccia dove occorre appoggiare le mani per mantenere l'equilibrio, si raggiunge la base della, così nominata sulla CNS, "Cima". Risalire la dorsale erbosa e rocciosa fino all'ometto di vetta della Cima (q. 2100 m).
Dalla Cima, occorre abbassarsi di una sessantina di metri, e, superati alcuni saltini rocciosi (I°+ ), si guadagna il Passo di Nimi (q. 2048 m), valico che mette in comunicazione la Valle Maggia con la Val Verzasca. Dalla Bocchetta, proseguire sempre sul filo di cresta. Alla (q. 2150 m circa), il sentiero segnato devia verso destra, spostandosi sul versante della Val Verzasca. Ignorare tale deviazione, quindi continuare lungo il filo, a tratti un po' esposto, in direzione di un evidente castello roccioso sormontato da un ometto. Raggiunta la base di questo roccione squadrato, occorre sormontarlo (passi di II°). Percorrere l'aereo filo roccioso (radi segnavia bianco-azzurri oramai sbiaditi), fino all'omino di vetta della Cima di Nimi (q. 2191 m) Questo tratto di cresta comporta un paio di passaggi di II°.
Dalla Cima di Nimi, con percorso non obbligato, abbassarsi fino a riagganciarsi con il sentiero dell'Alta Via e, senza particolari difficoltà, su larga cresta erbosa, raggiungere la successiva Cima di Bois (q. 2259 m).
Dalla sopracitata vetta, il Madom da Sgiof sembra vicino, ma occorre percorrere l'ultimo tratto di cresta roccioso, e in alcuni punti esposto, più impegnativo dell'intera traversata. A inizio stagione (come nel nostro caso) è più che necessario aver dietro ramponi e piccozza per superare alcuni muretti di neve dura. La corda, in assenza di neve, non è necessaria, ma consigliata per i meno esperti. In presenza di neve, invece, la consiglio: a noi è venuta molto utile per farci sicura in un paio di punti un po' esposti e molto ripidi.
Dalla Cima di Bois, ci si abbassa di un 15 metri fino a raggiungere l'inizio della cresta vera e propria. Rimanendo sul filo, si supera qualche blocco roccioso, fino ad incontrare delle catene e delle staffe che facilitano la discesa. Sempre in leggera discesa si raggiunge un salto roccioso, che si supera abbassandosi verso sinistra, sul versante della Valle Maggia. Dopo un breve ed un po' esposto traverso, la traccia ricomincia a salire. A questo punto, si ritorna nuovamente sul filo di cresta che, roccioso ma mai impegnativo, porta alla base della cresta SW del Madom da Sgiof. Risalire gli ultimi metri della ripida e larga dorsale fino a guadagnare la vetta del Madom da Sgiof (q. 2265 m).
Dalla vetta del Madom da Sgiof, scendere lungo la cresta ENE e raggiungere l'Alpe di Sgiof (q. 1728 m). Il sentiero, sotto agli alpeggi, prosegue fino all'Alpe Cansgell (q. 1525 m). Qui ricompaiono i segnavia (giallo-blu), che erano scomparsi all'altezza dell'Alpe di Sgiof. Seguire il poco evidente sentiero (ma sempre ben segnalato) fino a ricongiungersi con il sentiero del fondovalle, dal quale Lavertezzo si raggiunge in circa 30/35 minuti.
La difficoltà PD si rifà al fatto che abbiamo trovato la neve lungo la cresta di collegamento tra il Pizzo d'Orgnana e il Madom da Sgiof. In condizioni normali è da considerarsi F.
Escursione lunga e resa un po' più impegnativa del previsto a causa della neve in alcuni punti un po' "scomodi", ma che sicuramente ha saputo regalarci grandi emozioni.
con papà.
TEMPI DI PERCORRENZA:
- LAVERTEZZO - PIZZO D'ORGNANA: 4,20 ore
- PIZZO D'ORGNANA - MOTT DI PEGOR: 15 minuti
- MOTT DI PEGOR - CIMA: 20 minuti
- CIMA - CIMA DI NIMI: 1,00 ora
- CIMA DI NIMI - CIMA DI BOIS: 20 minuti
- CIMA DI BOIS - MADOM DA SGIOF: 1,40 ora
- MADOM DA SGIOF - LAVERTEZZO: 3,45 ore
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