Capanna Merigetto
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Le previsioni meteo per questa domenica non sono un granchè ma tutte concordano per una mattinata quantomeno asciutta e, forse, per un pallido sole nell'alto Verbano.
Noi ci crediamo e decidiamo di andare a fare un breve giro sopra Monteviasco.
D'altronde l'ultima volta che visitai il paese la funivia era ancora in progetto! È ora di rinverdire i ricordi.
Siamo io e Francesca, raggiungiamo il piazzale deserto alla partenza della funivia e ci prepariamo. Fa un gran freddo e le poche macchine parcheggiate sono ammantate da uno spesso strato di brina, anche i primi 50 metri della mulattiera sono ricoperti da un velo ghiacciato micidiale, fortunatamente poco sopra la situazione migliora.
La mulattiera è veramente bella e ben mantenuta, lungo la salita si incontrano alcune cappelle che, invero, sono decisamente spoglie e tristi. Raggiungiamo il Santuario della Madonna della Sirte e poi ci perdiamo nei vicoli di Monteviasco, il borgo è ben conservato e i tetti di pietra rivelano la maestria costruttiva degli artigiani locali. All'uscita del paese, unica nota stonata, un obbrobrio costruttivo abbandonato con incongrui balconi che sarebbe veramente meritevole di abbattimento, sic transit gloria mundi come suol dirsi.
Decidiamo di dirigerci verso la capanna Merigetto: nè io nè Francesca ci siamo mai stati, il sentiero è ben segnato e neppure molto pendente, si snoda fra magnifici betulleti e pinete troppo fitte ed allineate per essere spontanee.
Intorno alle 10 comincia a cadere qualche fiocco di neve, in pochissimo tempo i quatto fiocchi divengono un'abbondante nevicata, all'Alpe Corte ci sono già diversi centimetri. Breve conciliabolo: a questo punto decidiamo di raggiungere comunque la capanna, siamo attrezzati e non manca molto.
Dall'Alpe Corte il sentiero, fin qui quasi pianeggiante, si impenna un po' senza presentare comunque alcuna difficoltà, ad ogni buon conto mettiamo mano alle piccozze.. Vi sono delle tracce fresche dinanzi a noi che ad un tratto deviano a sinistra, noi proseguiamo seguendo il sentiero fino ad una palina con l'indicazione della capanna a 20 minuti. Il sentiero con qualche tornante si innalza sulle pendici del Sasso della Gallina, in meno di 15 minuti siamo alla capanna. Le tracce viste in precedenza sono quelle dei gestori che, arrivati poco prima, stanno giusto aprendo il rifugio, entriamo, mangiamo qualcosa e poi decidiamo di rinunciare alla prevista salita al Sasso della Gallina per tornare indietro, d'altronde sta nevicando abbondantemente e la visibilità è veramente scarsa.
Rifacciamo il percorso di salita ma poi prendiamo la scorciatoia fatta dai gestori, in breve eccoci all'Alpe Corte da cui proseguiamo per Monteviasco, qui la neve è molto meno abbondante ma sufficente a rendere fiabesco il panorama, breve giro in paese e poi scendiamo.
Sotto la Madonna della Sirte di neve non ce n'è. A metà discesa inizia a piovigginare, riusciamo a raggiungere l'auto poco prima che inizi a diluviare. Ci aspetta una confezione di "macarons" per premiarci.
Breve gita ma decisamente piacevole. Monteviasco è sempre un gioiello e, a quanto pare, la costruzione della funivia ha rivitalizzato il borgo: il circolo aveva moltissimi tavoli apparecchiati e diverse persone pronte a fare onore alla cucina ed il parcheggio era pieno di auto.
Noi ci crediamo e decidiamo di andare a fare un breve giro sopra Monteviasco.
D'altronde l'ultima volta che visitai il paese la funivia era ancora in progetto! È ora di rinverdire i ricordi.
Siamo io e Francesca, raggiungiamo il piazzale deserto alla partenza della funivia e ci prepariamo. Fa un gran freddo e le poche macchine parcheggiate sono ammantate da uno spesso strato di brina, anche i primi 50 metri della mulattiera sono ricoperti da un velo ghiacciato micidiale, fortunatamente poco sopra la situazione migliora.
La mulattiera è veramente bella e ben mantenuta, lungo la salita si incontrano alcune cappelle che, invero, sono decisamente spoglie e tristi. Raggiungiamo il Santuario della Madonna della Sirte e poi ci perdiamo nei vicoli di Monteviasco, il borgo è ben conservato e i tetti di pietra rivelano la maestria costruttiva degli artigiani locali. All'uscita del paese, unica nota stonata, un obbrobrio costruttivo abbandonato con incongrui balconi che sarebbe veramente meritevole di abbattimento, sic transit gloria mundi come suol dirsi.
Decidiamo di dirigerci verso la capanna Merigetto: nè io nè Francesca ci siamo mai stati, il sentiero è ben segnato e neppure molto pendente, si snoda fra magnifici betulleti e pinete troppo fitte ed allineate per essere spontanee.
Intorno alle 10 comincia a cadere qualche fiocco di neve, in pochissimo tempo i quatto fiocchi divengono un'abbondante nevicata, all'Alpe Corte ci sono già diversi centimetri. Breve conciliabolo: a questo punto decidiamo di raggiungere comunque la capanna, siamo attrezzati e non manca molto.
Dall'Alpe Corte il sentiero, fin qui quasi pianeggiante, si impenna un po' senza presentare comunque alcuna difficoltà, ad ogni buon conto mettiamo mano alle piccozze.. Vi sono delle tracce fresche dinanzi a noi che ad un tratto deviano a sinistra, noi proseguiamo seguendo il sentiero fino ad una palina con l'indicazione della capanna a 20 minuti. Il sentiero con qualche tornante si innalza sulle pendici del Sasso della Gallina, in meno di 15 minuti siamo alla capanna. Le tracce viste in precedenza sono quelle dei gestori che, arrivati poco prima, stanno giusto aprendo il rifugio, entriamo, mangiamo qualcosa e poi decidiamo di rinunciare alla prevista salita al Sasso della Gallina per tornare indietro, d'altronde sta nevicando abbondantemente e la visibilità è veramente scarsa.
Rifacciamo il percorso di salita ma poi prendiamo la scorciatoia fatta dai gestori, in breve eccoci all'Alpe Corte da cui proseguiamo per Monteviasco, qui la neve è molto meno abbondante ma sufficente a rendere fiabesco il panorama, breve giro in paese e poi scendiamo.
Sotto la Madonna della Sirte di neve non ce n'è. A metà discesa inizia a piovigginare, riusciamo a raggiungere l'auto poco prima che inizi a diluviare. Ci aspetta una confezione di "macarons" per premiarci.
Breve gita ma decisamente piacevole. Monteviasco è sempre un gioiello e, a quanto pare, la costruzione della funivia ha rivitalizzato il borgo: il circolo aveva moltissimi tavoli apparecchiati e diverse persone pronte a fare onore alla cucina ed il parcheggio era pieno di auto.
Tourengänger:
paoloski

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Kommentare (4)