Salmone (1560 m) – Sulle orme di Max Frisch


Publiziert von siso , 24. Oktober 2016 um 21:25.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:21 Oktober 2016
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Cramalina 
Zeitbedarf: 6:45
Aufstieg: 891 m
Strecke:Loco (670 m) – Cappella Madonna di Re (760 m) – Ighelon (834 m) – Ponte (858 m) – Passo della Garina (1076 m) – Legunc (1244 m) – Forcola (1288 m) – Pizen (1537 m) – Salmone (1560 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Locarno – Losone – Intragna – Cavagnago – Loco.
Unterkunftmöglichkeiten:Loco.
Kartennummer:C.N.S. No. 1312 – Locarno - 1:25000.

Oggi mi organizzo per un’escursione nell’appartata Valle Onsernone. Le passeggiate che ho fatto in questa regione si possono contare sulle dita di una mano. Il motivo è legato alla strada d’accesso, stretta e tortuosa, che ha sicuramente contribuito al progressivo spopolamento della valle, ma che nel contempo ha garantito il mantenimento di un ricco patrimonio naturalistico. La località di partenza della gita è Loco, frazione del comune di Isorno, il cui stemma comunale ricorda l’antica lavorazione della paglia con produzione di manufatti intrecciati a mano, soprattutto borse (sporte) e cappelli.

Nel 1860 il comune raggiunse il massimo della popolazione con 745 abitanti. Da tale data, la decadenza dell’artigianato della paglia, la crisi che investì il Ticino tutto, determinarono il quasi dimezzamento della popolazione nel 1900 con 402 abitanti. La tendenza negativa è continuata fino al 1980 allorché si contarono 224 abitanti. Una lenta inversione nei due decenni successivi ha portato i residenti al numero di 253 per il 2000.

Loco vanta di aver avuto tra i suoi abitanti i nonni paterni di Walter Schira, l’astronauta statunitense che partecipò attivamente ai tre programmi di volo nello spazio realizzati dagli Stati Uniti d’America: Mercury, Gemini ed Apollo.

 

Inizio dell’escursione: ore 8:05

Fine dell’escursione: ore 14:50

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1016 hPa

Isoterma di 0° alle 9.00: 1900 m

Temperatura alla partenza: 5°C

Temperatura al rientro: 18°C

Velocità media del vento: 0 km/h

Sorgere del sole: 7.51

Tramonto del sole: 18.27

 

Arrivo poco prima delle otto a Loco e parcheggio di fronte al Centro Sociale Onsernonese.

Il sentiero che devo seguire inizia 90 m più avanti, alla destra della strada cantonale. Constato immediatamente che non si tratta di un sentiero, ma piuttosto di una mulattiera lastricata, in ottime condizioni. Il sole non è ancora sorto; la temperatura di 5°C mi induce ad avviarmi indossando la giacca. Superata, a monte, la chiesa dedicata a San Remigio, la pista entra nel bosco di latifoglie. I castagni scaricano in continuazione delle castagne, piccole ma sanissime: oggi ne ho viste a quintali. È difficile resistere alla tentazione di raccoglierle; mi riservo di prenderne un sacchetto durante il ritorno.

 

Mentre cammino il mio pensiero corre al grande scrittore svizzero Max Frisch (Zurigo, 15.5.1911 – Zurigo, 4.4.1991), che nel piccolo e discosto villaggio di Berzona, a 1 km in linea d'aria da qui, aveva trovato una sua patria d'elezione, in qualche modo un rifugio in cui fermarsi a riflettere e scrivere.

Ho proprio l’impressione di trovarmi sul “sentiero del signor Geiser”, il protagonista del lungo racconto “L’uomo nell’Olocene”, apparso nel 1979 e ristampato nel 2012 da Einaudi. È la storia di un anziano pensionato basilese che risiede in Onsernone e che, in un periodo di eccezionale maltempo, si incammina su per la montagna.

Pagine struggenti, che raccontano i suoi giorni di solitudine e la sua disperata lotta contro la perdita della memoria.

 

Dopo venti minuti di cammino, sul lato orografico destro della Valle del Ri di Vò,  pervengo ad un’altra chiesa, isolata nel bosco, di elevate dimensioni, la cui facciata è provvista di un portico e di una serliana. Si tratta dell’Oratorio della Madonna di Re (760 m), costruito alla fine del 1600 in località Sasièl (Sassello). Osservo l’interno da un forellino della rete metallica che protegge una finestra. Scorgo l’altare in marmo di Antonio Buzzi (1754) e il dipinto murale raffigurante la Madonna di Re di Pietro Franzoni (1945).

Continuo ancora per una dozzina di minuti prima di raggiungere il suggestivo maggengo Ighelon (834 m), con belle baite in pietra, ben conservate e castagni monumentali. Una serie di muretti a secco delimitano dei terrazzi pianeggianti, un tempo probabilmente coltivati.

A Mulegn (940 m), un toponimo che richiama il mulino, il sole non è ancora sorto. Qui il sentiero si biforca: si può proseguire fino al Passo della Garina (e successivamente scendere in Vallemaggia) oppure svoltare a sinistra in direzione di Sella (1019).

Dopo 1 h e 25 minuti di tranquillo cammino entro in un dolcissimo paesaggio illuminato dal sole: mi trovo sulla larga sella del Passo della Garina (1417 m).

Il toponimo “garina” deriverebbe dal latino “acru”, acero.

Ecco come Max Frisch descrive l’arrivo di “Geiser” al Passo della Garina:

 

…Verso il valico è meno ripido -

Ancora dieci anni fa (il signor Geiser va per i settan­taquattro) e col sole era una passeggiata, una gita di due ore e mezza tra andata e ritorno.

La sua memoria aveva ragione:

un largo valico, pascoli, muretti a secco in quadran­golo e bosco con radure, soprattutto alberi a foglie ca­duche (ma sono faggi, non betulle) e un paio di case disperse (non stalle, ma case di vacanze abbandonate) e sul pascolo aperto il sentiero si perde, il più delle volte è così.

Una sosta ci sarebbe voluta.

La certezza che nessuno può sapere dove il signor Geiser si trovi in questo momento, il signor Geiser se l’è goduta.

Non un capo di bestiame -

Non un uccello -

Non un suono -

Solo per avere una visione d’insieme e per sapere pri­ma della sosta cosa lo attenda dall’altra parte - secon­do la carta esiste un sentiero, fiancheggiato da molti tratteggi che significano rocce - il signor Geiser è an­dato avanti. Senza sentiero. Non esiste però una ve­duta dell’altra valle, soltanto bosco che si fa più ripido, sottobosco tra pietrame coperto di muschio, dove si continua a inciampare e alla fine non si sa più come tirare avanti senza scivolare. All’affanno si aggiungo­no la paura, la fretta, la rabbia contro se stessi e il su-­dore, e dove il folto si dirada il pendio si fa ancora più ripido; camminare eretti è ormai quasi impossibile. Diventa un’arrampicata a quattro zampe, in cui un’ora costa più forze di tre ore su un sentiero, da radice a radice, e improvvisamente ecco delle pareti di roccia -

Un passo falso ed è finita.

Il signor Geiser non sarebbe il primo.

Improvvisamente si può contare solo sulla fortuna. …

 

Da Max Frisch, L’uomo nell’Olocene, Einaudi, 1981, pagine 71-72.

                                        Passo della Garina (1076 m)


Una stradina delimitata da due lunghi muri a secco, serpeggianti, mi indirizza al margine orientale della radura, dove un segnavia indica la direzione da seguire per Cortone, Aurigeno e Moghegno, a Nord, e per il Pizzo Salmone ad Est. Mi trovo più o meno a metà percorso, anche se da qui via il sentiero si fa più ripido e meno agevole. Dei segnavia a vernice di colore rosso-bianco-rosso, disegnati sui tronchi dei faggi, mi danno la conferma del percorso. Ce ne sono in abbondanza, tuttavia, per un tratto di circa 30 m, c’è il rischio di perdere il sentiero, già coperto dalle foglie secche. Me lo confermeranno due escursionisti incontrati in discesa.

Passo dalle località Legunc (1244 m) e Forcola (1288 m), due radure con delle baite ancora in buono stato, dopo di ché, a circa 1425 m di quota raggiungo il crinale che separa la Valle del Ri del Vo dalla Vallemaggia. Bellissimo il colpo d’occhio sulla piana di Maggia, su Ronchini e su Gordevio.

Continuo sulla boscosa dorsale, lungo una spettacolare scala realizzata con numerosi gradini di gneiss, fino al panoramico promontorio denominato Pinzen (1537 m). Dopo la sosta fotografica proseguo per ulteriori 250 m in una splendida radura con larici sparsi fino ad un segnavia con la scritta Salmone (1559 m). In un primo momento credo di aver raggiunto la meta: non è così! La croce di vetta si trova a 400 m a SE, in posizione panoramica, con veduta sul Delta della Maggia e sul Verbano: dopo tre ore di cammino posso affermare Salmone geschafft!

Ritorno a Loco seguendo la via di salita, anche se non mancherebbero altre possibilità: Auressio, Aurigeno, Cavigliano, Verscio, …

Dopo il rientro a Loco non posso fare a meno di visitare anche Berzona, paese nel quale aleggia ancora lo spirito di famosi personaggi legati alla cultura germanofona: Max Frisch, Alfred Andersch, Golo Mann.

 

La bellezza naturale e coinvolgente della Valle Onsernone è stato il palcoscenico ideale per intraprendere con entusiasmo l’escursione a piedi nei suoi magnifici boschi e alpeggi. Prima di me molti noti scrittori e artisti di fama internazionale hanno visitato, trovato o trovano tuttora nella Valle Onsernone un luogo d’ispirazione ideale, grazie al suo straordinario ambiente naturale ed umano praticamente ancora intatto. 

 

Tempo di salita: 3 h

Tempo totale: 6 h 45 min

Tempi parziali

Loco (670 m) – Passo della Garina (1417 m): 1 h 25 min

Passo della Garina (1076 m)  Salmone (1560 m): 1 h 30 min

Salmone (1560 m) Loco (670 m): 2 h 30 min

Dislivello in salita: 891 m

Sviluppo complessivo: 13,4 km

Difficoltà: T2

Coordinate Salmone: 697'880/118'355

Copertura della rete cellulare: in alcune zone assenza di segnale

Libro di vetta: sì

Tourengänger: siso


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Kommentare (9)


Kommentar hinzufügen

danicomo hat gesagt:
Gesendet am 25. Oktober 2016 um 08:11
Bella, grazie...

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 25. Oktober 2016 um 11:50
È un piacere condividere queste immagini con gli appassionati di montagna che le sanno apprezzare.
Ciao,
siso.

skiboy1969 hat gesagt:
Gesendet am 25. Oktober 2016 um 12:50
Complimenti Siso per la ricchezza culturale che sai imprimere ad ogni tuo scritto.
Un saluto
Marco

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 25. Oktober 2016 um 14:04
Grazie Marco,
piacere di risentirti!
Fra qualche settimana ci sorprenderai con le tue epiche imprese...
Ciao,
buona continuazione!

andrea62 hat gesagt:
Gesendet am 28. Oktober 2016 um 15:16
Questo paesino è uno scrigno di cultura!
Ciao
Andrea

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 28. Oktober 2016 um 15:45
Hai ragione Andrea, ma stranamente è più visitato dai tedescofoni che dai ticinesi...
Ciao,
siso.

gbal hat gesagt:
Gesendet am 31. Oktober 2016 um 17:25
Bravo Siso, come sempre!

Simone86 hat gesagt:
Gesendet am 23. Dezember 2016 um 13:01
Che "signora" relazione, complimenti per le infinite informazioni, merita inevitabilmente un'esplorazione!

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. Dezember 2016 um 17:11
Grazie Simone, sei un vero intenditore :‑)!
Ciao,
siso.


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