Pizzo Stagno (2183m) per cresta N e Cimone di Straolgio (2151m)
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Gruppo odierno formato da Bruno, Martina, Fede e la new entry Andrea, oggi alla sua primissima escursione in montagna!
NB= riferimenti quote e cime da CNS (Carta Nazionale Svizzera, www.wanderland.ch)
Giornata dal meteo autunnale: fredda, umida e nebbiosa. Fondo li Gabbi, q1238, si prepara al lungo letargo invernale e ci sono pochissime macchine nel parcheggio. Attraversando il fiume, in località Le Cascine, troviamo chiare indicazioni per l’Alpe Cavalla, q1650, che raggiungiamo in 1h attraverso un piacevole sentiero boschivo. In seguito, le indicazioni per la B.tta di Cavalla, q1840, sono abbastanza evidenti (segni rossi, frecce e…cuori!) e la si raggiunge facilmente anche a vista (T2). Siamo alla depressione tra Monte Cucco (o Moncucco, 1963m) e Pizzo Stagno (meta odierna).
Sorpresi, notiamo la presenza di numerosi cartelli e di un bel sentiero per lo Stagno, segno che la cresta N sia ben frequentata. La via non è mai difficile, a parte alcuni facili punti di I° grado dove usar le mani e qualche “strettoia” mai eccessivamente aerea (T4-). Divertente.
Raggiunta la vetta dello Stagno, q2183, facciamo una breve pausa per saziar l’anima dei golosi del gruppo.
In seguito, con qualche apertura di nubi, ci indirizziamo verso SSE in direzione del Cimone di Straolgio. La via per cresta integrale non sembra complicata, ma è sicuramente più affilata ed esposta della N dello Stagno, oltre a non esserci sentiero ufficiale. Oggi Andrea ha già sperimentato un bel sentiero come prima volta e, avendo una corda sola, preferiamo non rischiare e scendere al sentiero sottostante. Si scende liberamente su ripido prato (T4-), si ingaggia la traccia di q2070 circa che taglia a mezzacosta e ci si direziona sul versante W dello Straolgio. La traccia è bollata bianco-rosso.
In breve si presentano delle catene (inattese) e si inizia a salire per facili ma ripidi sentieri. Le catene sono evidentemente nuove e da poco allestite, seguendo la traccia si arriva ad un colletto: qui è possibile tornare verso N e, in 5 minuti, salire sulla facile vetta del Cimone di Straolgio (T3), q2162. In seguito, ritornando sui propri passi, si segue l’evidente dorsale con due possibilità: un sentiero marcato, ufficiale che scende sul versante S-SSW della q2151, oppure una traccia non ufficiale che scende sul filo della dorsale, mai esposta (T3) e che arriva direttamente alla Cappella di Terza q1859.
Ora, per sentiero ufficiale, ci portiamo all’Alpe Scaredi q1842 per pranzare.
Ripartiamo portandoci per traccia non ufficiale verso l’Alpe Cortevecchio q1776, isolato e fuori dagli itinerari classici. E’ un bel balcone panoramico. Proseguiamo su tracce in disuso in direzione della q1818 a Sud della Cima Fornaletti ma ben presto ci accorgiamo che stiamo vagando nel nulla, tra rododentri e con successivi salti di roccia pericolosi. Su informazione di un autoctono sappiamo che esiste un sentiero ma, a suo dire, molto pericoloso e complicato. Bisogna aggirare alcune balze rocciose e pendii esposti. Oppure, da Scaredi, risalire verso il Cimone di Cortechiuso e scendere all’Alpe Cortechiuso.
Ritorniamo sui nostri passi fino all’Alpe Cortevecchio e scendiamo per sentiero non ufficiale fino a reimmetterci sul classico “FondoLiGabbi-Scaredi”, di recente ristrutturazione. Pausa alle Fornaci e rientro a Fondo li Gabbi per la lunga piana della Val Loana, attualmente “abitata” da una colonia di Scottish Highland Cattle, bivini ben resistenti al freddo e dalla pettinatura fashion.
Fondo Li Gabbi - Pizzo Stagno = 2h40'
Pizzo Stagno - Cimone di Straolgio = 1h
Cimone di Straolgio - Alpe Scaredi = 1h
Alpe Scaredi - Cortevecchio = 20'
Cortevecchio - Fondo li Gabbi = 1h30'
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