Motto Rotondo m.1928, Nebelheim-Walhall andata e ritorno.
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Ultimi giorni di vacanza in leggera sordina, avendo rinunciato ad un mini-trekking di 2-3 giorni che avrei fatto molto volentieri. Tuttavia mio padre
Albert1945 mi comunica l'intenzione di stare via lui un paio di notti in zona Val Veddasca-Monte Tamaro. Pernottato a Monteviasco, dovrà raggiungere la Capanna Tamaro. Gli dò pertanto appuntamento lassù per l'ora di pranzo, attivandomi coi mezzi pubblici, come amo fare per poter "improvvisare" liberamente salita e discesa. Solita trafila: Ghirla-Ponte Tresa in bus, colazione a Ponte Tresa, treno fino a Bioggio, poi una bella mezz'ora a piedi sulla cantonale fino alla stazione di Lamone-Cadempino, dove mi attende il postale per Arosio, ove giungo poco prima delle 9,00. Ora, purtroppo, mi tocca rifare un sentiero che mi ero ripromesso di non ripetere, cioè la lunghissima forestale (asfalto e sterrato) per Pian Cusello, luogo peraltro delizioso. Un'ora e mezzo per coprire nemmeno 500 metri di dislivello. La giornata è umida e afosa, le nebbie impediscono la vista di Tamaro e Motto Rotondo, e solo il Camusio mette timidamente il muso fuori dalle brume estive, che peraltro rendono fiabesco il rude paesaggio che ho a fronte, coi versanti precipiti della Cima Torrione abitati da inquietanti fantasmi di pietra. Manca lo spietato Alberich mettere alla frusta la schiatta dei suoi nani, e il quadro sarebbe completo.
https://www.youtube.com/watch?v=BGKjLC8F6fc
Sosto qualche minuto, poi seguendo il sentiero normale per la Bassa d'Indemini e la Bocchetta del Motto Rotondo mi porto in quota, incrociando nelle nebbie i primi escursionisti di giornata. Alla Bocchetta attacco subito la cresta, ma dopo un po' capisco che è una forzatura capace solo di far perdere tempo, visto che si è poi obbligati a prendere il sentiero normale dopo qualche passaggio scomodo sulle rocce. La cresta vera e propria la si attacca, giustamente, in corrispondenza di una vecchia marcatura giallo-rossa arrampicando subito a destra e seguendo la dorsale con passaggi divertenti (I-II) misti a tracce di sentiero. Ma la cosa bella è che, adesso, son passato dal Nebelheim al Walhall: sopra le nuvole inizio a indovinare cime note e meno note, che si scoprono una ad una, lentamente, come in un risveglio degli Dèi. E se non è un trionfo della bellezza poco ci manca.
https://www.youtube.com/watch?v=b80Jw8MuZxo
Giunto in vetta al Motto Rotondo dopo aver "catturato" più vette possibili con la fotocamera risistemo ben volentieri il piccolo omino di vetta, per scendere alla Capanna Tamaro, ove son già sicuro di trovare mio padre, oltre alla simpatia e ospitalità di Jonatha e Sueli, i due capannari. Tuttavia trovo soltanto gli ultimi due... Mi sembra strano che non sia ancora arrivato, ma non mi preoccupo più di tanto dato che la zona la conosce abbastanza. Gli telefono e mi dice che ha appena iniziato la salita dalla Bassa d'Indemini, almeno so dov'è e che non gli manca molto... ma dopo un po' non mi resta che andargli incontro, anche perchè non posso scendere molto tardi visto il "traffico" che mi toccherà giù al Nebelheim coi mezzi pubblici. Altro che Dèi e Walhall... Lo raggiungo proprio all'altezza dell'attacco alla cresta del Motto Rotondo, e gli facilito il procedere prendendogli uno zaino decisamente "piombato": anche troppo. Giunti in capanna, si rifocilla ben bene e si preparerà a passare lì la notte, per scendere poi il giorno dopo, mentre io son costretto a salutarlo e ripartire.
Risalgo al Motto Rotondo, e con visibilità divenuta nuovamente scarsa seguo integralmente in discesa la cresta fino al Camusio (un passaggio di II su roccia marcia, evitabile, nei pressi dell'anonima Cima Torrione) giungendo in un'oretta giusta all'Alpe Duragno, dove vengo "inseguito" da 5 bei maialotti pezzati e festanti, al contrario dei maligni ed invidiosi nani che abitano le nebbie di Nebelheim, dove purtroppo mi sto ricacciando.
La discesa (molto bella) verso Mezzovico è rapida e senza storia e in due ore e mezza sono alla stazione, dove il mio bancomat si rifiuta di funzionare alla macchinetta dei biglietti facendomi perdere ben due treni per Lugano, finchè capisco che è meglio rimettersi in marcia... mi dirigo su bella (e lunga) pista ciclabile verso la successiva fermata di Taverne-Torricella, dove giungo invero piuttosto sfiduciato e già certo di dovermela fare a piedi fino in Valganna... Fortunatamente il diabolico arnese di plastica rinsavisce e mi permette di fare il biglietto per Ponte Tresa, ove giungo dopo le 20,00. La risalita in Valganna mi prenderà un paio d'ore che, sommate alla pausa-pizza al pub di Cugliate Fabiasco, mi condurrà alla porta di casa alle 23,00.
Bentornato a Nebelheim... si ricomincia.
https://www.youtube.com/watch?v=BGKjLC8F6fc
PS. Tempi (comprensivi di pause) e dislivello si riferiscono alla salita, discesa e attraversata fino a Taverne, senza tener conto del tratto mattiniero Bioggio-Lamone (3 km.) e quello serale Ponte Tresa-Lago di Ghirla (7 km.).

https://www.youtube.com/watch?v=BGKjLC8F6fc
Sosto qualche minuto, poi seguendo il sentiero normale per la Bassa d'Indemini e la Bocchetta del Motto Rotondo mi porto in quota, incrociando nelle nebbie i primi escursionisti di giornata. Alla Bocchetta attacco subito la cresta, ma dopo un po' capisco che è una forzatura capace solo di far perdere tempo, visto che si è poi obbligati a prendere il sentiero normale dopo qualche passaggio scomodo sulle rocce. La cresta vera e propria la si attacca, giustamente, in corrispondenza di una vecchia marcatura giallo-rossa arrampicando subito a destra e seguendo la dorsale con passaggi divertenti (I-II) misti a tracce di sentiero. Ma la cosa bella è che, adesso, son passato dal Nebelheim al Walhall: sopra le nuvole inizio a indovinare cime note e meno note, che si scoprono una ad una, lentamente, come in un risveglio degli Dèi. E se non è un trionfo della bellezza poco ci manca.
https://www.youtube.com/watch?v=b80Jw8MuZxo
Giunto in vetta al Motto Rotondo dopo aver "catturato" più vette possibili con la fotocamera risistemo ben volentieri il piccolo omino di vetta, per scendere alla Capanna Tamaro, ove son già sicuro di trovare mio padre, oltre alla simpatia e ospitalità di Jonatha e Sueli, i due capannari. Tuttavia trovo soltanto gli ultimi due... Mi sembra strano che non sia ancora arrivato, ma non mi preoccupo più di tanto dato che la zona la conosce abbastanza. Gli telefono e mi dice che ha appena iniziato la salita dalla Bassa d'Indemini, almeno so dov'è e che non gli manca molto... ma dopo un po' non mi resta che andargli incontro, anche perchè non posso scendere molto tardi visto il "traffico" che mi toccherà giù al Nebelheim coi mezzi pubblici. Altro che Dèi e Walhall... Lo raggiungo proprio all'altezza dell'attacco alla cresta del Motto Rotondo, e gli facilito il procedere prendendogli uno zaino decisamente "piombato": anche troppo. Giunti in capanna, si rifocilla ben bene e si preparerà a passare lì la notte, per scendere poi il giorno dopo, mentre io son costretto a salutarlo e ripartire.
Risalgo al Motto Rotondo, e con visibilità divenuta nuovamente scarsa seguo integralmente in discesa la cresta fino al Camusio (un passaggio di II su roccia marcia, evitabile, nei pressi dell'anonima Cima Torrione) giungendo in un'oretta giusta all'Alpe Duragno, dove vengo "inseguito" da 5 bei maialotti pezzati e festanti, al contrario dei maligni ed invidiosi nani che abitano le nebbie di Nebelheim, dove purtroppo mi sto ricacciando.
La discesa (molto bella) verso Mezzovico è rapida e senza storia e in due ore e mezza sono alla stazione, dove il mio bancomat si rifiuta di funzionare alla macchinetta dei biglietti facendomi perdere ben due treni per Lugano, finchè capisco che è meglio rimettersi in marcia... mi dirigo su bella (e lunga) pista ciclabile verso la successiva fermata di Taverne-Torricella, dove giungo invero piuttosto sfiduciato e già certo di dovermela fare a piedi fino in Valganna... Fortunatamente il diabolico arnese di plastica rinsavisce e mi permette di fare il biglietto per Ponte Tresa, ove giungo dopo le 20,00. La risalita in Valganna mi prenderà un paio d'ore che, sommate alla pausa-pizza al pub di Cugliate Fabiasco, mi condurrà alla porta di casa alle 23,00.
Bentornato a Nebelheim... si ricomincia.
https://www.youtube.com/watch?v=BGKjLC8F6fc
PS. Tempi (comprensivi di pause) e dislivello si riferiscono alla salita, discesa e attraversata fino a Taverne, senza tener conto del tratto mattiniero Bioggio-Lamone (3 km.) e quello serale Ponte Tresa-Lago di Ghirla (7 km.).
Tourengänger:
Poncione

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