Barbie Non mi ci è voluto molto tempo per capire che l'ascesa alla Punta Tersiva non faceva per me. Dal bivacco l'ho guardata e riguardata e la valutazione è sempre stata la stessa: il mio posto è qua. Ma un'intera giornata al laghetto individuato il giorno prima mi sembrava troppo "oziosa", per cui decido di dedicare un pò di tempo all'esplorazione in solitaria dell'ambiente morenico che conduce al ghiacciaio Tessonet, appena sotto la Punta Tersiva. Il mio percorso in parte segue alcuni ometti segnavia, in parte è improvvisato in avvicinamento a pozze glaciali e rigagnoli che si fanno strada fra le rocce, a partire dalla base del ghiacciaio. L'ambiente è suggestivo. Silenzio e pietre. Pietre e gorgoglio d'acqua, sommesso e in parte nascosto sotto i nevai. Una miriade di pietre lungo cui mi faccio strada. Ma c'è acqua, e si fa strada anche la vita. Fiori che sembrano così delicati rendono meno aspro l'ambiente e ne punteggiano il grigiore di colori vividi: dal candore del bianco, al rosa delicato, al blu intenso..e battiti d'ali fra i fiori ..e ronzii più o meno grevi...volo d'insetti difficili da immortalare, non ho la perizia nè gli strumenti giusti per farlo. Così mi limito ad osservarli: un semplice "bombo" diviene protagonista di una danza, come fosse l'improvvisato sostituto di un primo ballerino non più disponibile. A quota tremila vivo la semplicità come un evento unico . E seguo i bagliori dell'acqua farsi strada dal ghiaccio, fino a diventare lingua d'argento e poi guizzo saltellante che più giù disseta muschi e prati ..e anche me, che la assaporo riscoprendo la preziosità di questo gesto arcaico ormai così automatico da essere scontato e quasi banale..un non-sapore ormai dimenticato e non più "di moda", abituati a integratori, additivi e sostituti vari che stravolgono anche uno dei gesti più vitali e indispensabili... quello del "bere", semplicemente, acqua.
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