Max64 Prima tappa di una due giorni,che ha come meta finale la Punta Tersiva(3512m).Visto il lungo sviluppo(25 Km) e il dislivello(1900 m circa) decidiamo di dormire al bivacco Glarey Muggia di recente costruzione(2013).Partiamo da Gimillan seguendo il sentiero n8.Questo lungo percorso(10,5km) risale tutto il bel vallone del Grauson,poi deviando a sx 8G si raggiunge il bivacco.Nel primo pomeriggio faccio un giro di esplorazione della zona raggiungendo una punta quotata 3220m a destra della Tersiva.Nel frattempo il bivacco si è riempito di escursionisti,preannunciando una notte movimentata......................
Barbie Il bivacco. Questa singolare tipologia di ricovero di emergenza. Il nome mi rimanda a immagini di fumetti e di film di indiani e cow-boy, dove generalmente si sosta all’aperto e il punto centrale diventa il falò, indispensabile per la cena, per scaldarsi e per tenere lontani eventuali animali indesiderati. Ma questa è un’altra storia. Nel nostro caso parliamo dell’evoluzione del “bivacco”. Qui l’elemento fondamentale è un tetto sulla testa costruito intorno a quattro pareti, due piccole finestre sigillate per la luce e una porta apribile dall’interno e dall’esterno. Legno fuori e legno dentro. Sembra disegnata da un bambino di 3 anni. Semplice ma funzionale. Nella notte il calore all’interno si è mantenuto costante e non si è disperso. Un po’ troppo calore, a dire la verità…sembrava la temperatura della capanna di Betlemme con dentro il bue e l’asinello..ma il bue e l’asinello in questione erano 11 escursionisti accasciati su 10 materassi allineati su due tavolati di legno. All’aumentare della temperatura, le coperte e i piumoni del piano di sopra sono scivolati lentamente a creare una sorta di tendina stile “alcova” al piano di sotto..non oso immaginare il calore accumulatosi e il livello di ossigeno ancora disponibile..sotto nessun segno di vita!! E di fianco il consorte, con tappi alle orecchie, in assetto d’allerta circa le percentuali di CO2 presenti nel bivacco! Aprire o non aprire la porta..this is the question…Così dopo l’ennesimo sorso d’acqua alle 3 decido di uscire a prendere letteralmente “una boccata d’aria” e fuori…meraviglia delle meraviglie: l’intera volta celeste sopra alla testa!! Non più la luna a schiarire la notte, ma una miriade di corpi celesti luminosi come non mai e in mezzo ad essi le scie di stelle cadenti, una dopo l’altra, come birilli..un vero spettacolo! Naturalmente condiviso con il consorte, che nel frattempo lasciava socchiusa la porta auspicando un ricambio d’aria urgente ma discreto..
Al rientro ancora silenzio..(!!!)..il dubbio della sopravvivenza rimane..Intanto elimino qualche strato e rimango in canottiera. Il bivacco. Problema riscaldamento risolto. Problema luce: naturalmente tutti con frontali in dotazione. Ma nessuno, oltre alla sottoscritta naturalmente, si era mai sognato di munirsi di minilucciole di Natale per creare una sorta di abat-jour..se capanna deve essere..!!! Problema acqua: l’obiettivo sopravvivenza fa passare improvvisamente in secondo piano il tema “sicurezza igienico-sanitaria”..da consumatori di acque minerali in bottiglia con precisati effetti diuretici ed antiurici ad estimatori di acqua di ruscello..ognuno con un proprio punto strategico di prelievo e con gesti da osservatore di laboratorio circa l’apparente purezza…la prova di adattamento che più ci avvicina a Bear Grylls!!
Ah…Avevo dimenticato la fase delle pulizie iniziali, con tanto di allineamento verticale dei materassi all’esterno del bivacco..ma, soprattutto: la fase di “accaparramento dei posti letto” e relativa disposizione degli occupanti!! Dal “pensa se ci ritroviamo stasera io e te soli soletti nel bivacco a contare le stelle” al “c’è posto solo sotto”, fino al “poverini quelli che sono rimasti fuori in tenda”, e al generosamente “se volete potete prendere almeno le coperte”…
Il bivacco. Un “format” ideale per un reality da “Isola dei famosi”!!...
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