ivanbutti Al ritrovo mattutino al Bione è ancora tutt'altro che sicura la meta di giornata. Mario e Max hanno nel mirino la capanna Forno, io e Lella forse la vetta. Prudenzialmente decidiamo comunque di salire al Maloja con 2 auto, così si sarà indipendenti nella scelta finale. Alla partenza è bel freschino, la valle prende il sole solo in tarda mattinata, ci vuole un bel pò x scaldarsi. Arrivati al bivio di Plan Canin un cartello indica la Capanna del Forno anche risalendo la Val Muretto, convinciamo Max ad andare di lì. Poco dopo metà valle ecco il bivio che porta, con un sentiero abbastanza nuovo (comunque segnato sulla CNS) alla Fornohutte; a questo punto decidiamo di dividerci. Io e Lella, seguendo anche 2 escursionisti che diventeranno ns. compagni di giornata, proseguiamo per il passo del Muretto, seguendo poi le orme della relazione del Paolino, che taglia il versante italiano del Monte del Forno. Mario e Max imboccano invece il cammino che taglia il versante svizzero. Arrivati al Muretto 5 minuti di pausa e ripartiamo. Il bivio da prendere è a circa cento metri dal passo, sulla dx in discesa; c'è un paletto bianco-rosso con la scritta Forno, ma bisogna avere gli occhi aperti, in 4 (io, Lella e i 2 soci trovati sul cammino) ci siamo passati accanto senza vederlo. Realizziamo però subito che proseguendo diritti ci si abbasserebbe troppo e, tornando sui nostri passi, vediamo la deviazione. Il cammino è ora tutto ben marcato in bianco-rosso, aggira dapprima la quota 2628, poi su pietraie con saliscendi, oltrepassa la cresta E e arriva al valico sulla cresta SW a quota 2970 circa. Il tracciato non è mai difficile ma nemmeno banale per il continuo saltellare su pietraia, diciamo che occorre già buona esperienza per percorrerlo. Arrivati al valico di quota 2970 sulla cresta SW abbandoniamo la bollatura bianco-rossa, che riprenderemo più tardi, x seguire i numerosi paletti bianco-blu che portano verso la vetta. Poco dopo siamo al punto chiave, il tratto con catene. Le prime fanno traversare verso dx e sono le più toste per l'esposizione, e qui uno dei due compagni di giornata decide di lasciare, bravo comunque perchè la sua esperienza in montagna è ancora limitata. Noi proseguiamo e ci sono altre catene utili anche se non indispensabili, perchè ora non si è più così esposti e ci sono molti appigli. Passate le catene ormai è fatta, anche se io sono un pò sfiatato e ho bisogno di soste x rifiatare. Arrivo in vetta alle 13.15, dopo circa 5 ore e 15 minuti; il dislivello non è molto ma il cammino è bello lungo e, dopo il Muretto, mai agevole. Il panorama super comunque ripaga ampiamente della bella faticata. Poco dopo arriva Lella e, dopo un pranzo davvero frugale (entrambi abbiamo più sete che fame) ripartiamo, mentre i 2 compagni trovati sul cammino ci precedono di poco. La giusta concentrazione in discesa nel tratto con catene, specie sul traverso, e poi inizia la lunga discesa; al bivio quota 2970 imbocchiamo verso la Fornohutte, il sentiero è sempre ben segnato anche se non proprio comodo. Alle 15 circa siamo alla capanna, breve ultima sosta e poi il lungo rientro con Lella che non ritrova più il sentiero fatto in passato, il ritiro del ghiacciaio costringe a trovare ogni 3-4 anni nuovi itinerari. Poi il lungo tratto finale quasi pianeggiante; per telefono sentiamo Max e Mario, che ci precedono ma non di molto. Anche loro, come noi, sono rimasti molto soddisfatti dalla bella escursione, anche grazie alla giornata spettacolare.
Lella
La proposta di Max mi permette di realizzare finalmente la salita al Monte Forno, un sogno che tenevo nel cassetto almeno da tre anni. Da sola non sarei mai andata su questa bella e faticosa montagna, ma la compagnia di Ivan mi ha permesso di poterla scalare.
Grazie … alla prossima!
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