Quasi Polluce (4091 m) - Via Normale
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Giusto perché ogni giornata può trasformarsi in un'avventura, ora ve ne racconto una...
Dopo una sveglia posta alle 3.45 del mattino, raccolgo "tutte" le mie cose preparate la sera precedente e sfreccio a Monza per trovarmi con gli amici Fabio e Giovanni.
Mi sento stranamente sveglia, ma tempo 45 minuti circa e mi addormento sui sedili posteriori. Manca poco più di mezz'ora da Cervinia e mi sveglio, un lampo di genio mi fa sobbalzare sul sedile: GLI SCARPONI!
Che l'avventura abbia inizio.
Arriviamo a Cervinia, parcheggiamo molto vicino la funivia (gratuitamente) e mi informo su possibili noleggi/negozi, tutti chiusi per almeno un'altra ora. Vado/non vado, opto di salire comunque in funivia con le mie vecchie Speedcross3. Sarò così fortunata da poter non aver sprecato questi 30,50€ di funivia?
Fortunatamente si, è un giorno quasi fortunato: a Plan Maison (secondo troncone) il negozio è chiuso e comunque non noleggia scarponi d'alpinismo, MA scaccio la vergogna e chiedo ad un gruppo di Scout se qualcuno sarebbe disposto a fare cambio con le mie scarpette di cenerentola imbruttita per la giornata. Rimango piacevolmente sorpresa della voglia di aiutarmi, ed è così che una ragazza, Francesca Angela, mi dona i suoi scarponi da trekking in goretex in cambio delle mie bucate ed ormai senza suola!
Dopo aver perso 45 minuti e giunti al termine della funivia, siamo pronti per partire, io con un sorriso paralizzato.
Indossiamo i ramponi al "Rifugio Testa Grigia Guide del Cervino" (3479 m) e saliamo lievemente lungo le piste da sci. Sorpassate queste svoltiamo a sinistra passando sotto un corto tunnel che ci porta al Plateau del Breithorn. Da qui possiamo ammirare il Piccolo Cervino, sovrastato da impianti di non so quale natura che lo rendono molto artificiale e di tocco umano, e il Breithorn. Ovviamente non possiamo che voltarci mille volte per osservare il Cervino, così imponente e pauroso. L'elicottero svolazza ancora a destra e sinistra alla ricerca dei 2 inglesi dispersi che scopriremo d'essere ritrovati in mattinata e deceduti per il freddo della bufera del giorno precedente. Risaliamo al Passo del Breithorn (3824 m); Parecchie persone, come una fila di formiche, stanno salendo sulla cima del Breithorn (4164 m), compresi i 2 valenziani conosciuti poco prima del passo. Qui decidiamo di legarci visti i crepacci sui quali dovremmo passare.
Dal Breithornpass all'attacco del Polluce è un scendi e risali, oltrepassando almeno 7 bei crepacci. Sulla nostra sinistra non notiamo alcuna traccia per Roccia Nera, ma possiamo ammirare il bel panorama, oggi limpido e altamente soleggiato, dei 3 Breithorn, della Roccia Nera, del Polluce, del Castore e avvicinandosi del Lyskamm. Durante questo tratto delle raffiche di vento ci fanno rabbrividire il viso.
Arrivati all'attacco della salita per la cima seguiamo la traccia che sale a larghi zig zag per il primo tratto per poi stringersi e aumentare la pendenza. Qui alcuni tratti sono ghiacciati ma ricoperti di neve fine che rende il suolo poco sicuro. Mentre saliamo assistiamo alla scivolata di un alpinista che stava scendendo poco sotto di noi, fortunatamente fermatosi all'attacco. Finito questo canalino, affrontato anche con l'aiuto delle rocce sul suo lato destro ci troviamo alla base di questi grossi massi color arancio. Iniziamo ad arrampicarli ma ci accorgiamo dopo meno di 20 metri che sono già le 12.15. Gli impianti di discesa chiudono alle 15.45... decidiamo così di tornare indietro, la salita e la discesa in corda doppia non sarebbero certo state veloci e saremmo dovuti scendere a Cervinia a piedi.
Scendiamo con molta cautela, io personalmente mi faccio prestare la seconda picozza e scendo all'indietro, a piccoli passi. Molti altri alpinisti scendono più velocemente, alcuni pure scivolando e rovinando di conseguenza quella traccia già poco sicura. Alcuni alpinisti ci dicono di aver intrapreso la salita alle 9.30 circa e stavano scendendo solo in quel momento, abbiamo così capito che il Polluce è probabilmente non fattibile in giornata con quegli orari della funivia.
Una volta scesi riprendiamo il percorso dell'andata accelerando il passo per non perdere l'ultima discesa in paese. Davanti questa volta Fabio che non pare esser affaticato, io in mezzo quasi piegata in due dal dolore allo stomaco (presente dal mattino, ma ora davvero insopportabile) e per ultimo Giovanni, a quanto pare affaticato dal passo svelto sentendo la corda sempre in tensione. Oltrepassato il Passo del Breithorn ci sleghiamo e arriviamo a prendere la funivia alle 15.15.
Bianca cadaverica, bevo una coca cola in paese e digerisco lo yogurt mangiato alle 4 del mattino e la barretta mangiata durante la discesa in funivia. Mi riprendo dal malore e dal freddo e raggiungiamo Cheneil dove il gruppo scout genovese avrebbe campeggiato la notte. Saliamo a questo paesino, se così si può definire, con una specie di ascensore/cremagliera gratuito affiancando un torrente montano. La vista sul Cervino è spettacolare da qui, un vasto prato verde con qualche casupola in sasso e la quiete più assoluta, disperso nel verde, e la in fondo Lui, cupo e affilato. Il mio angelo si trova ancora a mezz'ora di cammino così decidiamo di lasciare i fradici scarponi al sole vicino il ristorante e abbandonare all'avventura le mie vecchie speedcross rosse.
Dopo una sveglia posta alle 3.45 del mattino, raccolgo "tutte" le mie cose preparate la sera precedente e sfreccio a Monza per trovarmi con gli amici Fabio e Giovanni.
Mi sento stranamente sveglia, ma tempo 45 minuti circa e mi addormento sui sedili posteriori. Manca poco più di mezz'ora da Cervinia e mi sveglio, un lampo di genio mi fa sobbalzare sul sedile: GLI SCARPONI!
Che l'avventura abbia inizio.
Arriviamo a Cervinia, parcheggiamo molto vicino la funivia (gratuitamente) e mi informo su possibili noleggi/negozi, tutti chiusi per almeno un'altra ora. Vado/non vado, opto di salire comunque in funivia con le mie vecchie Speedcross3. Sarò così fortunata da poter non aver sprecato questi 30,50€ di funivia?
Fortunatamente si, è un giorno quasi fortunato: a Plan Maison (secondo troncone) il negozio è chiuso e comunque non noleggia scarponi d'alpinismo, MA scaccio la vergogna e chiedo ad un gruppo di Scout se qualcuno sarebbe disposto a fare cambio con le mie scarpette di cenerentola imbruttita per la giornata. Rimango piacevolmente sorpresa della voglia di aiutarmi, ed è così che una ragazza, Francesca Angela, mi dona i suoi scarponi da trekking in goretex in cambio delle mie bucate ed ormai senza suola!
Dopo aver perso 45 minuti e giunti al termine della funivia, siamo pronti per partire, io con un sorriso paralizzato.
Indossiamo i ramponi al "Rifugio Testa Grigia Guide del Cervino" (3479 m) e saliamo lievemente lungo le piste da sci. Sorpassate queste svoltiamo a sinistra passando sotto un corto tunnel che ci porta al Plateau del Breithorn. Da qui possiamo ammirare il Piccolo Cervino, sovrastato da impianti di non so quale natura che lo rendono molto artificiale e di tocco umano, e il Breithorn. Ovviamente non possiamo che voltarci mille volte per osservare il Cervino, così imponente e pauroso. L'elicottero svolazza ancora a destra e sinistra alla ricerca dei 2 inglesi dispersi che scopriremo d'essere ritrovati in mattinata e deceduti per il freddo della bufera del giorno precedente. Risaliamo al Passo del Breithorn (3824 m); Parecchie persone, come una fila di formiche, stanno salendo sulla cima del Breithorn (4164 m), compresi i 2 valenziani conosciuti poco prima del passo. Qui decidiamo di legarci visti i crepacci sui quali dovremmo passare.
Dal Breithornpass all'attacco del Polluce è un scendi e risali, oltrepassando almeno 7 bei crepacci. Sulla nostra sinistra non notiamo alcuna traccia per Roccia Nera, ma possiamo ammirare il bel panorama, oggi limpido e altamente soleggiato, dei 3 Breithorn, della Roccia Nera, del Polluce, del Castore e avvicinandosi del Lyskamm. Durante questo tratto delle raffiche di vento ci fanno rabbrividire il viso.
Arrivati all'attacco della salita per la cima seguiamo la traccia che sale a larghi zig zag per il primo tratto per poi stringersi e aumentare la pendenza. Qui alcuni tratti sono ghiacciati ma ricoperti di neve fine che rende il suolo poco sicuro. Mentre saliamo assistiamo alla scivolata di un alpinista che stava scendendo poco sotto di noi, fortunatamente fermatosi all'attacco. Finito questo canalino, affrontato anche con l'aiuto delle rocce sul suo lato destro ci troviamo alla base di questi grossi massi color arancio. Iniziamo ad arrampicarli ma ci accorgiamo dopo meno di 20 metri che sono già le 12.15. Gli impianti di discesa chiudono alle 15.45... decidiamo così di tornare indietro, la salita e la discesa in corda doppia non sarebbero certo state veloci e saremmo dovuti scendere a Cervinia a piedi.
Scendiamo con molta cautela, io personalmente mi faccio prestare la seconda picozza e scendo all'indietro, a piccoli passi. Molti altri alpinisti scendono più velocemente, alcuni pure scivolando e rovinando di conseguenza quella traccia già poco sicura. Alcuni alpinisti ci dicono di aver intrapreso la salita alle 9.30 circa e stavano scendendo solo in quel momento, abbiamo così capito che il Polluce è probabilmente non fattibile in giornata con quegli orari della funivia.
Una volta scesi riprendiamo il percorso dell'andata accelerando il passo per non perdere l'ultima discesa in paese. Davanti questa volta Fabio che non pare esser affaticato, io in mezzo quasi piegata in due dal dolore allo stomaco (presente dal mattino, ma ora davvero insopportabile) e per ultimo Giovanni, a quanto pare affaticato dal passo svelto sentendo la corda sempre in tensione. Oltrepassato il Passo del Breithorn ci sleghiamo e arriviamo a prendere la funivia alle 15.15.
Bianca cadaverica, bevo una coca cola in paese e digerisco lo yogurt mangiato alle 4 del mattino e la barretta mangiata durante la discesa in funivia. Mi riprendo dal malore e dal freddo e raggiungiamo Cheneil dove il gruppo scout genovese avrebbe campeggiato la notte. Saliamo a questo paesino, se così si può definire, con una specie di ascensore/cremagliera gratuito affiancando un torrente montano. La vista sul Cervino è spettacolare da qui, un vasto prato verde con qualche casupola in sasso e la quiete più assoluta, disperso nel verde, e la in fondo Lui, cupo e affilato. Il mio angelo si trova ancora a mezz'ora di cammino così decidiamo di lasciare i fradici scarponi al sole vicino il ristorante e abbandonare all'avventura le mie vecchie speedcross rosse.
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