Il mio primo 4000 in solitaria: Breithorn W. 4165 m
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Quante prime volte in questo mese di Luglio, così tante che elencarle qui sarebbe oltremodo patetico.
Mi limito allora a celebrare questa. Il Breithorn è certo uno dei più facili 4000 delle Alpi ed è alla portata di molti, ma resta pur sempre un 4000 al quale occorre portare il dovuto rispetto, soprattutto se ci si va soli e pertanto in assenza di assicurazione.
I tre tronconi della funivia da Cervinia al Testa Grigia sono la cosa più brutta della gita: ferraglia ovunque e folle di ragazzine con tutine supersexy all'ultima moda da sfoggiare sfrecciando sugli sci al Plateau Rosa, come fossero tutte campionesse del mondo o almeno così credono le loro madri che, altrettanto adeguatamente abbigliate, decantano doti delle figlie che solo loro si immaginano.
Abbelle, ma che vi credete, di campionesse del mondo c'è una su un milione, il resto è gioia nel divertimento, è spensieratezza e gioco. Vabbè dai, mancassero di diventare le nuove Lindsay Vonn, potrete sempre puntare a qualche reality.
Uscito dall'ultima stazione, gli occhi si aprono alla bellezza del ghiacciaio (seppur deturpato), metto i ramponi, scendo qualche metro e cammino sulla comoda pista per circa un chilometro, sin quando questa arriva a diversi incroci. Attraverso e comincio a risalire diritto verso la depressione che si apre tra la Gobba di Rollin e il Piccolo Cervino che punto sempre su pista battuta.
Esco ora sul magnifico altipiano dove risiede il plateau del Breithorn e punto a quello Ovest che si presenta come un panettone ricoperto di panna. Con la visibilità odierna, tutta la traccia che sale alla vetta è ben distinguibile e non vi è alcun problema di orientamento. Credo tuttavia che anche in condizioni peggiori la salita sia fattibile per l'alta frequentazione e la via sempre battuta.
Alla base del panettone comincia la vera salita che si svolge con traversi a zig zag. Il secondo è decisamente il più lungo e qui vengo ripetutamente rallentato da una cordata Russa il cui capo procede a strappi di pochi metri per poi fermarsi diversi minuti. potrei sorpassare ma l'avversione che provo verso i traversi mi suggerisce di starmene al mio posto e giungere quindi imn cima in due ore che potrebbero essere state ridotte di una mezz'ora.
Nessun crepaccio visibile o aperto sulla via, oggi.
Sulla bellezza da quassù, per quanto possibile, lascio parlare le foto. Il clima ideale e l'assenza di vento mi incutono a soffermarmi in contemplazione per una mezz'ora.
Poichè sono solo e so che non devo strafare, tralascio ogni velleità di traversata in cresta e, con la prudenza che mi contraddistingue, affronto la discesa un pò delicata solo all'altezza del primo tornante, poi molto agevole.
Sceso al plateau, faccio una breve deviazione al piccolo Cervino, dove c'è la stazione di arrivo degli impianti di Zermatt. Vorrei salire in cima sfruttando la struttura metallica predisposta all'uopo oggi purtroppo chiusa, quindi mi acccontento dell'ascensore dove mi mischio a sandali, jeans, canotte e minigonne per godere di questo eccezzionale punto di osservazione sulla valle di Zermatt e sui giganti che la sovrastano, primo fra tutti il Cervino.
Ancora un po' di pausa e poi giù, ebbro di felicità, alla stazione del testa Grigia per il ritorno a Cervinia dopo quasi cinque ore di permanenza in alta quota.
Ho incrementato di una cinquantina di metri il dislivello vista la deviazione al Piccolo cervino.
I tempi comprendono un'abbondante ora di pause.
Sviluppo: 8 km circa; SE: 15,5 Km circa,
Mi limito allora a celebrare questa. Il Breithorn è certo uno dei più facili 4000 delle Alpi ed è alla portata di molti, ma resta pur sempre un 4000 al quale occorre portare il dovuto rispetto, soprattutto se ci si va soli e pertanto in assenza di assicurazione.
I tre tronconi della funivia da Cervinia al Testa Grigia sono la cosa più brutta della gita: ferraglia ovunque e folle di ragazzine con tutine supersexy all'ultima moda da sfoggiare sfrecciando sugli sci al Plateau Rosa, come fossero tutte campionesse del mondo o almeno così credono le loro madri che, altrettanto adeguatamente abbigliate, decantano doti delle figlie che solo loro si immaginano.
Abbelle, ma che vi credete, di campionesse del mondo c'è una su un milione, il resto è gioia nel divertimento, è spensieratezza e gioco. Vabbè dai, mancassero di diventare le nuove Lindsay Vonn, potrete sempre puntare a qualche reality.
Uscito dall'ultima stazione, gli occhi si aprono alla bellezza del ghiacciaio (seppur deturpato), metto i ramponi, scendo qualche metro e cammino sulla comoda pista per circa un chilometro, sin quando questa arriva a diversi incroci. Attraverso e comincio a risalire diritto verso la depressione che si apre tra la Gobba di Rollin e il Piccolo Cervino che punto sempre su pista battuta.
Esco ora sul magnifico altipiano dove risiede il plateau del Breithorn e punto a quello Ovest che si presenta come un panettone ricoperto di panna. Con la visibilità odierna, tutta la traccia che sale alla vetta è ben distinguibile e non vi è alcun problema di orientamento. Credo tuttavia che anche in condizioni peggiori la salita sia fattibile per l'alta frequentazione e la via sempre battuta.
Alla base del panettone comincia la vera salita che si svolge con traversi a zig zag. Il secondo è decisamente il più lungo e qui vengo ripetutamente rallentato da una cordata Russa il cui capo procede a strappi di pochi metri per poi fermarsi diversi minuti. potrei sorpassare ma l'avversione che provo verso i traversi mi suggerisce di starmene al mio posto e giungere quindi imn cima in due ore che potrebbero essere state ridotte di una mezz'ora.
Nessun crepaccio visibile o aperto sulla via, oggi.
Sulla bellezza da quassù, per quanto possibile, lascio parlare le foto. Il clima ideale e l'assenza di vento mi incutono a soffermarmi in contemplazione per una mezz'ora.
Poichè sono solo e so che non devo strafare, tralascio ogni velleità di traversata in cresta e, con la prudenza che mi contraddistingue, affronto la discesa un pò delicata solo all'altezza del primo tornante, poi molto agevole.
Sceso al plateau, faccio una breve deviazione al piccolo Cervino, dove c'è la stazione di arrivo degli impianti di Zermatt. Vorrei salire in cima sfruttando la struttura metallica predisposta all'uopo oggi purtroppo chiusa, quindi mi acccontento dell'ascensore dove mi mischio a sandali, jeans, canotte e minigonne per godere di questo eccezzionale punto di osservazione sulla valle di Zermatt e sui giganti che la sovrastano, primo fra tutti il Cervino.
Ancora un po' di pausa e poi giù, ebbro di felicità, alla stazione del testa Grigia per il ritorno a Cervinia dopo quasi cinque ore di permanenza in alta quota.
Ho incrementato di una cinquantina di metri il dislivello vista la deviazione al Piccolo cervino.
I tempi comprendono un'abbondante ora di pause.
Sviluppo: 8 km circa; SE: 15,5 Km circa,
Tourengänger:
rochi

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Kommentare (18)