Val d'Anniviers: Roc de la Vache 2581, Cabane de Tracuit 3256, Bishorn 4153
|
||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Per il tradizionale gitone estivo, propongo all'amico
POLI89 la Val d'Anniviers con relativa salita al Bishorn. Ciò per tre buone ragioni: esplorare un posto nuovo, salire un 4000 e salirlo in modo tradizonale senza l'ausilio di impianti (anche perchè non ve ne sono)
Primo Giorno: da Zinal alla Cabane de Tracuit passando per la Roc de la Vache.
Lasciata l'auto nel parcheggio gratuito oltre l'abitato di Zinal, seguendo le buone segnalazioni, risaliamo il costone boschivo che sovrasta il lato sinistro della valle (destro orografico). Un po' per stradine ponderali, un po' per sentieri che le accorciano, raggiungiamo dapprima l'alp Tracuit oltre la quale tra le nuvole e a chiudere la valle, fa capolino lo Zinalrothorn, piramidone roccioso che emerge dal ghiaccio. Più vicino, godiamo della vista di una bella cascata sopra la quale, più modesta dell'altra, è già ben visibile la piramide della Roc de la Vache, nostra meta intermedia sulla strada per la Cabane de Tracuit.
Come spesso accade, in cima al costolone e invisibile dall'alto, si apre davanti a noi uno strepitoso vallone fornale tutto verde solcato da ruscelli e sovrastato dai fronti di ghiacciai che con i loro seracchi incutono un po' di timore.
La Cabane è già ben visibile, lassù a sinistra sul col de Tracuit ma noi deviamo a destra e con elementare percorso su prati, in breve giungiamo alla Roc de la Vache che eleggiamo a posto privilegiato per la nostra pausa pranzo. E' curioso come si sia arrivati facilemente quassù per questo versante, mentre su Zinal la montagna precipita in modo strapiombante offrendo una bella vista su tutta la valle.
Le condizioni meteo non ideali ci inducono alla ripresa del cammino: in breve ci ricolleghiamo al sentiero per la Cabane e cominciamo una lunga e agevole salita su prati sino ad arrivare dobve la vegetazione termina e cominciano le pietraie. Numerosi paletti e bolli rossi ci aiutano e districarci e soprattutto ci mantengono a debita distanza dal vecchio sentiero che da qualche tempo è oggetto di forti scariche. La vecchia traccia è ancora presente ma mi sento di sconsiglaire vivamente la percorrenza. Su quella traccia abbiamo visto rotolare di tutto e senza soluzione di continuità.
Alla fine della pietraia siamo ormai sotto la capanna ma occorre risalire faticosamente un fronte detritico sino a giungere ad un canalino che risaliamo senza difficoltà, e per la brevità, e per l'ausilio di una catena.
Da Zianal alla pietraia T2, poi T3.
La Cabane de Tracuit è stata costruita nel 2013 ed ha sostituito quella storica. La struttura è altamente funzionale e pulita, su accoglienza e cibo abbiamo avuto qualche perplessità.
Da Zinal alla Cabane de Tracuit passando per la Roche de la Vache ci sono circa 8 km e 1650 metri di dilslivello. Abbiamo impiegato 5 ore con circa mezzora di sosta (per
POLI89, calcolate sempre il 30% di tempo in meno) per uno SE di circa 25 km.
Secondo giorno: dalla Cabane de Tracuit al monte Bishorn e ritorno a Zinal
Dopo una notte confortevole, sveglia alle 4.00 e colazione alle 4.30.
Soliti snervanti preparativi e, alla luce delle frontali ci incamminiamo alle 5.30. Un cartello indica la via da seguire che in pochi metri di detriti e neve diventa ghiacciaio, il ghiaccaio di Turtmann. Dapprima lo attraversa lungamente in falsopiano incontrando molti crepacci perlopiù chiusi, quindi si vira decisamente a destra puntando il colletto che divide il Bishorn dalla punta Burnaby. Ci sono ora da superare 900 metri di dislivello che lasciano ben poco spazio alla fantasia. La salita è molto dura, complice anche la quota. Il meteo ora molto bello e gli sguardi che possiamo dare intorno, in qualche modo alleviano la fatica.
Giunti finalmente al colletto, restano da superare una cinquantina di metri di cresta rocciosa a 45/50 gradi, oggi ricoperta da neve. Ci mettiamo in coda perchè può passare una cordata per volta e restiamo un po' straniti dalla maleducazione di taluni che non rispettano un ragionevole senso alternato.
Restiamo così circa mezzora a raffreddarci (vento) prima di poter attaccare a nostra volta la vetta.
L' attesa ha imposto un tempo di salita di 2 ore e mezza.
Superiamo il tratto ostico abbastanza agevolmente e sbuchiamo sulla larga vetta dove la vista è al solito maestosa. Proprio davanti a noi c'è il Dom (si vede addirittura la traccia di salita), più in là il gruppo del Monte Rosa, più lontano ancoira il Monte Bianco, ma a riempirci di meraviglia è il vicinissimo Weisshorn con il suo Gendarme e la sua parete densa dis eracchi che scaricano valanghe a più non posso.
La vista su questa montagna è una delle più belle che abbia visto frequentando le terre alte.
Con molta attenzione, discendiamo ora il tratto delicato e, di nuovo al colletto ci caliamo sul ghiaccio per la discesa. Un paio di crepacci prima chiusi ed ora aperti ci inducono a transiti molti veloci sui ponti di neve e, in occasione, ad un salvifico salto. Queste complicazioni (crepacci e cresta finale) mi fanno protendere per una valutazione alpinistica F+. Il Bishorn, nonostante sia definito il 4000 delle signore (e dei bambini, vista l'alta frequentazione), non è, a parer mio il 4000 più facile delle Alpi.
In un'ora e mezza siamo di nuovo alla Cabane e il cielo limpido ci mostra la magnificienza del panorama non visto ieri: ancora Weisshorn, ma anche Zinalrothorn e Dame Blanche a comporre la famosa corona imperiale che è il vanto di questa valle.
Con una discesa interminabile e spaccaginocchia in ulteriori tre ore ritorno all'auto a Zinal dove ritrovo l'auto di
POLI89 con il suo proprietario che mi attende da un'ora.
Dalla Cabane de Tracuit al Bishorn ci sono circa 5 km con uno SE di 14 km, mentre dal Bishorn a Zinal ci sono circa 13 km e 2500 metri di discesa. I tempi comprendono sempre le pause, esclusa quella lunga alla Capanna di ritorno dal Bishorn.

Primo Giorno: da Zinal alla Cabane de Tracuit passando per la Roc de la Vache.
Lasciata l'auto nel parcheggio gratuito oltre l'abitato di Zinal, seguendo le buone segnalazioni, risaliamo il costone boschivo che sovrasta il lato sinistro della valle (destro orografico). Un po' per stradine ponderali, un po' per sentieri che le accorciano, raggiungiamo dapprima l'alp Tracuit oltre la quale tra le nuvole e a chiudere la valle, fa capolino lo Zinalrothorn, piramidone roccioso che emerge dal ghiaccio. Più vicino, godiamo della vista di una bella cascata sopra la quale, più modesta dell'altra, è già ben visibile la piramide della Roc de la Vache, nostra meta intermedia sulla strada per la Cabane de Tracuit.
Come spesso accade, in cima al costolone e invisibile dall'alto, si apre davanti a noi uno strepitoso vallone fornale tutto verde solcato da ruscelli e sovrastato dai fronti di ghiacciai che con i loro seracchi incutono un po' di timore.
La Cabane è già ben visibile, lassù a sinistra sul col de Tracuit ma noi deviamo a destra e con elementare percorso su prati, in breve giungiamo alla Roc de la Vache che eleggiamo a posto privilegiato per la nostra pausa pranzo. E' curioso come si sia arrivati facilemente quassù per questo versante, mentre su Zinal la montagna precipita in modo strapiombante offrendo una bella vista su tutta la valle.
Le condizioni meteo non ideali ci inducono alla ripresa del cammino: in breve ci ricolleghiamo al sentiero per la Cabane e cominciamo una lunga e agevole salita su prati sino ad arrivare dobve la vegetazione termina e cominciano le pietraie. Numerosi paletti e bolli rossi ci aiutano e districarci e soprattutto ci mantengono a debita distanza dal vecchio sentiero che da qualche tempo è oggetto di forti scariche. La vecchia traccia è ancora presente ma mi sento di sconsiglaire vivamente la percorrenza. Su quella traccia abbiamo visto rotolare di tutto e senza soluzione di continuità.
Alla fine della pietraia siamo ormai sotto la capanna ma occorre risalire faticosamente un fronte detritico sino a giungere ad un canalino che risaliamo senza difficoltà, e per la brevità, e per l'ausilio di una catena.
Da Zianal alla pietraia T2, poi T3.
La Cabane de Tracuit è stata costruita nel 2013 ed ha sostituito quella storica. La struttura è altamente funzionale e pulita, su accoglienza e cibo abbiamo avuto qualche perplessità.
Da Zinal alla Cabane de Tracuit passando per la Roche de la Vache ci sono circa 8 km e 1650 metri di dilslivello. Abbiamo impiegato 5 ore con circa mezzora di sosta (per

Secondo giorno: dalla Cabane de Tracuit al monte Bishorn e ritorno a Zinal
Dopo una notte confortevole, sveglia alle 4.00 e colazione alle 4.30.
Soliti snervanti preparativi e, alla luce delle frontali ci incamminiamo alle 5.30. Un cartello indica la via da seguire che in pochi metri di detriti e neve diventa ghiacciaio, il ghiaccaio di Turtmann. Dapprima lo attraversa lungamente in falsopiano incontrando molti crepacci perlopiù chiusi, quindi si vira decisamente a destra puntando il colletto che divide il Bishorn dalla punta Burnaby. Ci sono ora da superare 900 metri di dislivello che lasciano ben poco spazio alla fantasia. La salita è molto dura, complice anche la quota. Il meteo ora molto bello e gli sguardi che possiamo dare intorno, in qualche modo alleviano la fatica.
Giunti finalmente al colletto, restano da superare una cinquantina di metri di cresta rocciosa a 45/50 gradi, oggi ricoperta da neve. Ci mettiamo in coda perchè può passare una cordata per volta e restiamo un po' straniti dalla maleducazione di taluni che non rispettano un ragionevole senso alternato.
Restiamo così circa mezzora a raffreddarci (vento) prima di poter attaccare a nostra volta la vetta.
L' attesa ha imposto un tempo di salita di 2 ore e mezza.
Superiamo il tratto ostico abbastanza agevolmente e sbuchiamo sulla larga vetta dove la vista è al solito maestosa. Proprio davanti a noi c'è il Dom (si vede addirittura la traccia di salita), più in là il gruppo del Monte Rosa, più lontano ancoira il Monte Bianco, ma a riempirci di meraviglia è il vicinissimo Weisshorn con il suo Gendarme e la sua parete densa dis eracchi che scaricano valanghe a più non posso.
La vista su questa montagna è una delle più belle che abbia visto frequentando le terre alte.
Con molta attenzione, discendiamo ora il tratto delicato e, di nuovo al colletto ci caliamo sul ghiaccio per la discesa. Un paio di crepacci prima chiusi ed ora aperti ci inducono a transiti molti veloci sui ponti di neve e, in occasione, ad un salvifico salto. Queste complicazioni (crepacci e cresta finale) mi fanno protendere per una valutazione alpinistica F+. Il Bishorn, nonostante sia definito il 4000 delle signore (e dei bambini, vista l'alta frequentazione), non è, a parer mio il 4000 più facile delle Alpi.
In un'ora e mezza siamo di nuovo alla Cabane e il cielo limpido ci mostra la magnificienza del panorama non visto ieri: ancora Weisshorn, ma anche Zinalrothorn e Dame Blanche a comporre la famosa corona imperiale che è il vanto di questa valle.
Con una discesa interminabile e spaccaginocchia in ulteriori tre ore ritorno all'auto a Zinal dove ritrovo l'auto di

Dalla Cabane de Tracuit al Bishorn ci sono circa 5 km con uno SE di 14 km, mentre dal Bishorn a Zinal ci sono circa 13 km e 2500 metri di discesa. I tempi comprendono sempre le pause, esclusa quella lunga alla Capanna di ritorno dal Bishorn.
Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (14)