Pizzo Montalto(2705m) Traversata-Valle Antrona

Jkuks Certe cime hanno qualcosa di speciale.
Le vedi da lontano, studi le carte, leggi le relazioni altrui, cosicché quando le sali è come se andassi a trovare un amico che non vedi da tempo.
Ecco, salire Pizzo Montalto è stato così.
Lo scorso anno, in occasione della prima uscita montana insieme a Max, lui mi parlò del Montalto. Anzi dalla cima d'Azoglio dove ci trovavamo, me lo indicò parlandomi della sua intenzione di salirlo.
"Lì c'è il canalino, quella è la cresta molto aerea, quella la cima".. mi si parava davanti un paretone impressionante che subito fece scattare una molla nella mia testa da salitore...
Oggi siamo qui, lo stiamo salendo. Ed ecco che mi vengono in mente tutte le cose lette, le carte guardate, ma soprattutto si placa la voglia che avevo di esserci.
Una salita ripida e maledettamente bagnata sino al passo del Fornalino, il cielo quasi sempre coperto, una salita nel canalino per nulla banale, un ambiente severo, la presenza di stambecchi... e poi il silenzio, i laghi alpini, la cima lì di fronte che ti obbliga ad inerpicarti su un sentiero non sempre intuitivo.
Ecco, il Montalto è stato tutto questo. Oltre alle belle sensazioni che mi ha lasciato in una giornata quasi piovosa ma per questo non meno esaltante.

Max64 Partiamo da Cheggio in direzione del Passo del Fornalino:il sentiero è ricoperto da erba molto alta,per cui arriviamo al passo con i pantaloni inzuppati fino alle cosce.Traverso sul versante della Bognanco a imboccare il secondo canale di destra,che a sua volta si divide in altri due canalini:un attimo di indecisione,poi noto un ometto in cima a quello di destra,passiamo per di qua.Il canale è molto stretto e ripido(io mi sono messo il caschetto...non si sa mai) e c'è un cavo di acciaio che aiuta su una placconata rocciosa.All'uscita con un traverso ci portiamo ad attaccare la cresta che parte subito ripida.Su esili traccie la risaliamo per poi portarci verso ovest, contornando sotto la cima.L'ambiente è molto severo e wild, a tratti molto esposto,poi questa nebbiolina amplifica le sensazioni.Intorno a noi molti stambecchi ci osservano scrutando i nostri movimenti,ma non mostrando segni di paura.Ad un certo punto sopra di noi vediamo il paletto di ferro che spunta dalla cima,un breve strappo e siamo su.Oggi niente panorami lontani,ci focalizziamo sul breve.Ripartiamo scendendo dalla cresta opposta seguendo qualche ometto che ci aiuta nella scelta della direzione.Anche questo tratto deve essere affrontato con molta attenzione vista l'esposizione del percorso.Percorriamo tutta la cresta,poi ci concediamo una pausa vicino al lago Superiore di Pianei. Intanto  il tempo sta peggiorando,per cui decidiamo di fare il giro corto per non rimanere sotto al temporale.Intercettiamo il sentiero segnato che riporta a Cheggio.Anche questo ripido percorso si svolge in mezzo all'erba alta e scivolosa,comunque arriviamo indenni e senza aver preso acqua alla macchina,chiudendo questo giro, bello,impegnativo e di grande soddisfazione.