MTB-Parco RTO (Rile-Tenore-Olona) 2a puntata
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Il programma odierno era ben diverso ma, complice l’impossibilità del mio compagno di avventure, rispolvero uno dei tanti piani B e cerco di attuarlo. Il piano B (che non vuol dire di 2a categoria, per carità) prevedeva di completare l’esplorazione del Parco RTO iniziata l’altra volta e non conclusa. Le ripetizioni annoiano per cui mi studio un itinerario nuovo, stavolta a km 0 partendo da casa mia, che scende verso Castiglione Olona per asfalto ma non vi arriva; imboccata la SP42 che dopo la discesa da Lozza fila diritta verso Castiglione, ad appena 400 m dalla rotonda si apre sulla dx un sentiero che sale verso Caronno Corbellaro. Lascio quindi la provinciale e trovo subito un guado su La Selvagna, affluente minore dell’Olona dove il pediluvio è d’obbligo. Poi, come dicevo prima, il sentiero sale ma io scendo di sella dopo un blando tentativo e inizio il “portage” o meglio a spingere la bici perché il fondo sassoso e l’erta china richiederebbero doti di equilibrismo e di ciclo-bravura che non ho. Dopo Caronno la via si fa più umana, ritorno pedalatore e poco prima di Caronaccio trovo la Dorsale RTO che avevo percorso la volta scorsa al ritorno. La seguo senza particolari problemi salvo le recenti pozze d’acqua che arricchiscono l’idrologia di questa che viene già citata “zona umida” da alcuni cartelli. Rimando alla 1a puntata per i dettagli; dico solo che alla fine, dopo essere transitato per le Rovine di Castelseprio, giungo all’omonimo paese e seguo la traccia precaricata nel mio GPS dirigendomi verso l’inizio dell’Anello del Rile, un altro dei corsi d’acqua che dà il nome al Parco. Inizio a girare l’Anello e qui la situazione “acqua” peggiora parecchio. Si aggiunge anche la presenza di una miriade di bivi e di sentieri cui faccio fronte lasciandomi guidare dal mio compagno elettronico. Senonché accade che dopo neanche 2 km mi accorgo di non essere laddove avrei dovuto per cui ritorno fino a trovare il punto dell’erronea deviazione. Di lì a poco il sentiero è sbarrato perché il ponte su cui transita è pericolante; trovo un’alternativa che scende al fiume Tenore sottostante. Lo attraverso con ennesimo bagno e risalgo l’altra viscida e ripida sponda finché come Dio vuole arrivo dall’altra parte del ponte. Proseguo il cammino ma stupefatto mi trovo al termine dell’Anello. A quel punto piuttosto ingenuamente mi convinco di aver fatto l’Anello del Rile anche se qualche dubbio l’avevo. Per il momento archivio gli interrogativi e proseguo col mio programma. Attraverso nuovamente Castelseprio dirigendomi verso Lonate Ceppino; come da previsioni intercetto di lì a breve la Ciclovia dell’Olona che ben conosco e seguendola torno verso Lozza. Però avendo tempo a disposizione mi viene l’idea di attraversare l’Olona e salire prima verso Castiglione Olona paese e poi verso la sua bellissima Collegiata. Terminata la parentesi “turistica” riprendo la SP42 ma in corrispondenza di dove l’avevo abbandonata per salire a Caronno Corbellaro vado a dx per campagne per vedere dov’è Piana di Lozza che alcuni danno come base per le escursioni in zona. Soddisfatta anche questa curiosità torno verso Lozza dove giungo per la nota e ripida salita e da lì ripercorro al contrario l’itinerario dell’andata fino a casa.
Nel pomeriggio la conferma: esaminando la traccia registrata sul GPS mi accorgo che i ca. 5-6 km mancanti dai previsti 40 sono buona parte dell’Anello del Rile che credevo di aver percorso!
Così c’è poco da fare: mi dovrò inventare una 3a puntata di questo Parco RTO da mettere in atto magari come piano B o C ma il Capricorno ha questo difetto (per certuni qualità) e la caparbietà prima o poi mi condurrà nuovamente verso queste mete.
Nota: e come si spiega l’errore di percorso? Trascurando una possibile mia confusione mentale che voglio sperare ancora lontana tiro in ballo la confusione del GPS. Non è la prima volta che il mio Dakota 20 ha dei momenti di “assenza” dove perde il “fix” ossia il triangolino sul percorso apparentemente segnala la giusta direzione ma invece è “congelato” sull’ultima situazione nota e calcolata. Se te ne accorgi, e questo accade muovendosi a piedi ma non sempre procedendo velocemente in bici, puoi intervenire fermandoti e attendendo con pazienza il nuovo fix che risveglia i sensi dell’apparecchio e ne hai coscienza perché ruotandolo sul piano orizzontale la freccia, prima immobile, torna a muoversi rispetto alla mappa. Se hai fretta puoi spegnere e riaccendere l’apparecchio che, miracolosamente, tornerà su questa Terra! Non basta questo però; bisogna aggiungere che se avessi già fatto il percorso avrei valutato che il mio errare per l’Anello era giusto un “errare” e un “errore”. Che ci vuoi fare? Semplice…tornare!
Pillole….della pedalata:
Dislivello 465m
Lunghezza totale 35,7 km
Tempo lordo 4h10’ (foto e soste 45’)

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