Cima d'Aspra 1848 m
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E’ forse un’annetto o poco più che ogni tanto propongo a Marco questa cima ma, puntualmente lui me la boccia, la descrizione del sentiero non è di quelli che piacciono a noi per cui lo capisco. Questa volta però capitola e acconsente, stufo probabilmente di sentirmela nominare!
Lasciata l’auto di fronte al ristorante Orello, passiamo in mezzo alle case del paese e prendiamo subito a salire ma, un dolore alla caviglia blocca Marco dopo pochi passi. Siamo incerti se proseguire ma poco dopo sembra diminuire e molto lentamente ripartiamo. Fino a Naseri il sentiero è piacevole, non eccessivamente ripido per cui di lamentele ancora non ne sento!
Dopo Naseri la storia cambia, devo dire che, nonostante abbia fatto finta di niente e abbia cercato in più modi di riconciliarlo con l’ambiente…la salita fino all’Alpe Aspra è una palla infinita! Pendenze notevoli e bosco fitto non lasciano spazio nemmeno a una sosta panoramica, non si vede solo l’ora di venirne fuori. All’alpe Sassaldora usciamo dal bosco ma la zuppa non termina e raggiunta l’Alpe Aspra continuiamo a farci del male raggiungendo la cima per direttissima!
Alla croce facciamo sosta dando un’occhiata alla cartina per vedere di trovare un modo diverso per tornare a Gnosca. Di partenza abbiamo escluso il Poge tour. Sulla cartina sembra che al colletto tra la cima d’Aspra e la Cimetta parta una traccia che scende sul versante opposto, raggiungendo l’Alpe di Pertignaga e l’Alpe di Roscera e quindi Naseri, eviteremmo così il tratto peggiore.
Lasciata la cima incontriamo un ragazzo di Bellinzona cui chiediamo info. Insieme guardiamo le cartine. Il sentiero sembra esserci ma lui non lo conosce. Al colletto non sembra esserci nulla a parte rami spezzati e qualche chiazza di neve. Non avendo nessunissima voglia di ravanare ci lasciamo convincere dal ragazzo a salire alla Cimetta. La salita è molto ripida e scivolosa, la neve deve essersene andata da poco. Marco riprende a brontolare, lo so che queste salite le odia per cui una volta all’anticima decidiamo di averne abbastanza di questo strazio e torniamo all’Alpe Aspra dove facciamo una bella sosta.
Il ritorno a Gnosca sarà ancora più massacrante della salita e a fine giornata mi dico…avrei dovuto ascoltare il proverbiale sesto senso e lasciar perdere questa montagna!!!!
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