Cucchetto (m.1571) da Vigana alta
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Un nome che è tutto un programma ma anche curioso; non eletto a Pizzo, Cima, Monte…solo così…Cucchetto, quasi un vezzeggiativo. E invece il nostro amico si è rivelato un osso duro, a dispetto della sua altezza modesta. Non avevo scelto questa cima come meta della giornata; l’idea era di raggiungere il Pizzo di Corgella. Molti Hikrs raggiungono questo “1700” ma i più lo fanno dai Monti del Tiglio approfittando del fatto che nel week end non ci sono divieti militari essendo sospesi i tiri della Piazza d’Armi di Isone. Io voglio salirvi da più in basso e scelgo la località di Vigana Alta scegliendo tra le belle relazioni di Ale84. Finisce che trovo un comodo parcheggio a ca. 369 m e mi incammino prima su asfalto e poi su sentiero verso la località Bedrina dove termina il sentiero per nulla segnalato; attraverso il Trans Swiss Trail e prendo un comodo sentiero per la Capanna Cremorasco, questo sì segnalato a dovizia e imperdibile anche volendo. Purtroppo la protratta assenza di ogni tipo di precipitazioni ha fatto sì che le foglie cadute sul sentiero costituiscano un bell’impaccio al procedere. In basso è prevalente il castagno e si riesce a camminare discretamente; più in alto, nella faggeta, invece, questi cumuli di foglioline che crepitano come corn flakes raggiungono considerevoli altezze e sotto di loro celano rametti e sassi che attentano alla stabilità del viandante. Pensavo che la situazione fosse del tutto simile a quella di una coltre di neve fresca; anche qui spesso il piede sprofonda improvvisamente, si inciampa o si scivola specialmente al ritorno, in discesa e frequentemente ci si ritrova seduti tra le foglie. E come nella neve si seguono le tracce di chi ci ha preceduto perché le foglie smosse hanno il colore più scuro dell’umido. Arrivato alla Capanna Cremorasco, proseguo per l’Alpe del Tiglio ma, giunto a q.1121 m individuo sulla sx una traccia di sentiero che si innalza verso Est in direzione del Cucchetto. Prima però bisogna salire ad un pianoro di q.1406 m liquidato con quattro parole dal grande Giuseppe Brenna (cfr. Dal Passo di S.Jorio al Monte Generoso-it.312) anche se, leggendo tra le righe, si può notare la difficoltà EI che assegna al percorso. In effetti, a mio avviso, questo è il tratto più difficile della gita che da solo merita il T4. Usciti finalmente dal bosco ci si trova a dover salire senza alcuna indicazione che non sia una trincea nell’erba alta, lungo un ripidissimo ed esposto pendio dove spesso bisogna aiutarsi con le mani e affidarsi al “paglione” e a qualche rododendro. Qualche zig-zag aiuta la progressione ma spesso si strabuzzano gli occhi per rintracciare la pista evanescente. Mentre salivo mi chiedevo come sarebbe stato in discesa ed ero preoccupato anche se mi dicevo che magari c’era qualche alternativa. Uscita finale sul punto panoramico q.1406 m attraverso un micro boschetto di ontani; mi guardo attorno. Panorama di prim’ordine! Valuto adesso come proseguire; anche qui bisogna seguire le rade tracce nell’erba alta e folta ma anche procedere a sensazione quando non le si trova. Viaggio un po’ a mezza costa verso SE credendo di far bene ma poi, ritenendo questa cosa inconcludente affronto direttamente il versante S del Cucchetto fino a portarmi in cresta. Qui trovo una successione di cimette che, tanto per auto incensarmi, salgo per la via più diretta anche se c’è modo di aggirarle a Sud (a Nord c’è solo il precipizio). Nel mio intimo ho già rinunciato a salire il Pizzo di Corgella; sono stato troppo lento, la giornata sarà corta ed io devo dipanare la matassa della discesa da q.1406. Così arrivo al Cucchetto, appendo il cappello nel vero senso della parola, a mo’ di ometto, ammiro il Pizzo e la cima precedente di q.1617 m poi mi giro e comincio a scendere. Malgrado i timori le cose vanno meglio; dall’alto è molto più facile individuare il percorso ed in breve mi ritrovo a q.1406. Afferro il toro per le corna e cerco una via di discesa diversa, credo di averla trovata, sembra migliore; la seguo per un po’ fin quando muore su di un precipizio. Intravedo là sotto una traccia ma non posso raggiungerla, il rischio di volare giù è forte. Mestamente torno in vetta e cerco il micro boschetto da dove ero arrivato. Entro sgomitando tra i tenaci arbusti, rintraccio il solco nell’erba e comincio a scendere con circospezione. Anche qui le cose vanno meglio della salita; adagio percorro tutta l’aspra china con i suoi zig zag fino a raggiungere la faggeta e l’odioso tappeto di foglie ma adesso sono così contento che mi sembra di aver ritrovato un vecchio amico. Con pazienza e qualche capitombolo seguo tutto il percorso di andata e torno all’auto. Mentre mi cambio d’abito alzo gli occhi verso monte e sopra i colli dell’Alpe del Tiglio vedo la bella cima del Pizzo di Corgella; mentalmente le dico…alla prossima e salgo in macchina contento di aver visitato questa nuova zona.
Discorrendo di difficoltà, di percorsi e di waypoint
Tornato a casa mi sono letto un po’ di relazioni e ho trovato conforto nel riscontrare identità di vedute con gente del calibro di 360, Ivo66, dulac e TomClancy sulle difficoltà di questo percorso, almeno per il tratto fatto da me; tutti hanno quotato T4 e descritto in sintonia. Ma leggendo il report di froloccone ho rivissuto le medesime sensazioni provate nell’ascesa a q.1406. Molto bello! Devo invece riscontrare qualche descrizione un po’ troppo disinvolta che tace delle difficoltà quasi a voler trasmettere che non ce ne sono. Questo non va bene per due motivi: il primo è che in realtà forse non sei passato di lì esattamente ed hai messo il waypoint giusto perché in sede di relazione hai visto che era in zona; oppure sei talmente sopra la media (ma quelli che ho citato non scherzano mica) per cui quelle difficoltà non le hai giudicate tali. Purtroppo si corre il rischio che chi legge voglia copiare la tua gita pensandola come semplice e poi scopra sul campo che è superiore alle sue capacità e si trova nei guai. Quindi, per come la vedo io, se uno è un asso tanto onore ma deve essere anche in grado di valutare le difficoltà per come obiettivamente sono, giusto per ben consigliare il lettore.
Pillole della gita
Lunghezza percorso 11,2 km
Dislivello salita 1240 m
Tempo 7h03’
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