Alpe Spluga
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La meteo promette un'altra magnifica giornata, decisamente l'Estate di San Martino più prolungata che possa ricordare, sarebbe un vero delitto non andare in montagna!
Siamo io e Francesca, le propongo di partire da Giumaglio per andare verso la Cima di Spluga, sono un po' raffreddato e reduce da una donazione di sangue, non sono proprio in gran forma: dove arriviamo arriviamo.
Parcheggiamo all'ingresso del paese, poco sotto il cimitero, e poi ci addentriamo nelle strette vie ammirando le molte belle case del nucleo, troviamo le indicazioni per Arnau e cominciamo a salire nella faggeta in direzione di Berzona, le foglie formano uno strato veramente spesso che copre il sentiero, non è facile a volte rimanere in equilibrio. A Berzona c'è già il sole, rimango in maglietta e rimarrò così fino al ritorno all'auto, decisamente non sembra di essere a novembre!
Finalmente eccoci ad Arnau, un grosso borgo posto sulla costa che divide la Val Maggia dalla Valle di Giumaglio. Decidiamo di dirigerci verso il rifugio Alpe Spluga seguendo il sentiero che si addentra nella valle, ci riserviamo quello che segue la costa per il ritorno quando il primo sarà probabilmente già in ombra.
Da Arnau fino all'attraversamento del Riale di Giumaglio a quota 1366 metri, il sentiero è un lungo e continuo saliscendi, finalmente dopo il guado iniziamo a salire, raggiungiamo Cortone dove ci sono evidenti segni di presenza umana: nella fontana c'è una bottiglia di spumante ed accanto un contenitore con dell'insalata. Poco dopo sentiamo delle voci più in basso ed un paio di spari....è la stagione della caccia alta. Proseguiamo, i faggi hanno lasciato il posto ai larici e procediamo molto più speditamente, arriviamo ad un ripiano da cui vediamo l'Alpe Spluga sopra di noi, guadiamo nuovamente il Riale di Giumaglio, qui un rivolo, poi un ultimo sforzo e ci siamo.
Decidiamo di fermarci qui, è un peccato non salire alla Cima di Spluga o almeno arrivare al Piano dei Laghi ma ormai le giornate sono corte, meglio non rischiare di scendere al buio, mangiamo, poi decido di fare comunque due passi sopra il rifugio giusto per fare un paio di foto.
Ripartiamo imboccando l'evidente sentiero che taglia il versante orientale della Costa dei Russi (così chiamata perchè nel 1799, all'epoca delle guerre napoleoniche, gli abitanti della Valle Maggia si rifugiarono qui portando con loro il bestiame per evitare che fosse loro sequestrato dai soldati del generale Suworow che risaliva la Val Leventina con 30000 uomini, per congiungersi all'esercito austriaco vicino a Lucerna).
Dal bivio con la traccia che sale alla Cima Sud della Costa dei Russi il sentiero si abbassa lungo la costa spartiacque raggiungendo dapprima l'Alpe Costa, quindi Curtasello ed infine Arnau, sono tutti alpi posti in posizione veramente panoramica e solatìa.
Da Arnau decidiamo di non ripercorrere il sentiero fatto stamane in salita ma di scendere per quello più diretto: un autentico capolavoro di ingegneria sentieristica: una lunga serie di scalinate poggianti su poderosi contrafforti costruiti con pietre a secco.
La discesa è comunque lunga e mette a dura prova le nostre articolazioni ma alle 16 siamo di ritorno in paese, ci aggiriamo ancora un po' per le viuzze per ammirare le case, poi raggiungiamo la nostra auto.
Bella gita: nessuna difficoltà ed un ambiente veramente grandioso.
Siamo io e Francesca, le propongo di partire da Giumaglio per andare verso la Cima di Spluga, sono un po' raffreddato e reduce da una donazione di sangue, non sono proprio in gran forma: dove arriviamo arriviamo.
Parcheggiamo all'ingresso del paese, poco sotto il cimitero, e poi ci addentriamo nelle strette vie ammirando le molte belle case del nucleo, troviamo le indicazioni per Arnau e cominciamo a salire nella faggeta in direzione di Berzona, le foglie formano uno strato veramente spesso che copre il sentiero, non è facile a volte rimanere in equilibrio. A Berzona c'è già il sole, rimango in maglietta e rimarrò così fino al ritorno all'auto, decisamente non sembra di essere a novembre!
Finalmente eccoci ad Arnau, un grosso borgo posto sulla costa che divide la Val Maggia dalla Valle di Giumaglio. Decidiamo di dirigerci verso il rifugio Alpe Spluga seguendo il sentiero che si addentra nella valle, ci riserviamo quello che segue la costa per il ritorno quando il primo sarà probabilmente già in ombra.
Da Arnau fino all'attraversamento del Riale di Giumaglio a quota 1366 metri, il sentiero è un lungo e continuo saliscendi, finalmente dopo il guado iniziamo a salire, raggiungiamo Cortone dove ci sono evidenti segni di presenza umana: nella fontana c'è una bottiglia di spumante ed accanto un contenitore con dell'insalata. Poco dopo sentiamo delle voci più in basso ed un paio di spari....è la stagione della caccia alta. Proseguiamo, i faggi hanno lasciato il posto ai larici e procediamo molto più speditamente, arriviamo ad un ripiano da cui vediamo l'Alpe Spluga sopra di noi, guadiamo nuovamente il Riale di Giumaglio, qui un rivolo, poi un ultimo sforzo e ci siamo.
Decidiamo di fermarci qui, è un peccato non salire alla Cima di Spluga o almeno arrivare al Piano dei Laghi ma ormai le giornate sono corte, meglio non rischiare di scendere al buio, mangiamo, poi decido di fare comunque due passi sopra il rifugio giusto per fare un paio di foto.
Ripartiamo imboccando l'evidente sentiero che taglia il versante orientale della Costa dei Russi (così chiamata perchè nel 1799, all'epoca delle guerre napoleoniche, gli abitanti della Valle Maggia si rifugiarono qui portando con loro il bestiame per evitare che fosse loro sequestrato dai soldati del generale Suworow che risaliva la Val Leventina con 30000 uomini, per congiungersi all'esercito austriaco vicino a Lucerna).
Dal bivio con la traccia che sale alla Cima Sud della Costa dei Russi il sentiero si abbassa lungo la costa spartiacque raggiungendo dapprima l'Alpe Costa, quindi Curtasello ed infine Arnau, sono tutti alpi posti in posizione veramente panoramica e solatìa.
Da Arnau decidiamo di non ripercorrere il sentiero fatto stamane in salita ma di scendere per quello più diretto: un autentico capolavoro di ingegneria sentieristica: una lunga serie di scalinate poggianti su poderosi contrafforti costruiti con pietre a secco.
La discesa è comunque lunga e mette a dura prova le nostre articolazioni ma alle 16 siamo di ritorno in paese, ci aggiriamo ancora un po' per le viuzze per ammirare le case, poi raggiungiamo la nostra auto.
Bella gita: nessuna difficoltà ed un ambiente veramente grandioso.
Tourengänger:
paoloski

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