Madone di Formazzöö (2510 m)


Publiziert von Varoza , 3. Oktober 2015 um 00:44.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:21 September 2015
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: L
Klettern Schwierigkeit: I (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Solögna   Gruppo Pizzo Biela 
Aufstieg: 1992 m
Strecke:Foroglio (684 m) - Puntid (890 m) - quota 1037 m - Calnègia (1108 m) - quota 1175 m - Alpe di Formazzöö (1824 m) - versante S (via canalone) - Madone di Formazzöö (2510 m). Discesa in gran parte per la stessa via di salita.
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Percorrendo la strada cantonale della Valle Maggia, dopo Cevio, si prosegue in direzione Fusio. A Bignasco, appena dopo aver attraversato il ponte sulla Bavona, si svolta a sinistra in direzione Cavergno. Da Cavergno seguendo la carrozzabile che entra in Val Bavona si raggiunge Foroglio.
Kartennummer:CN 1271 Basòdino

Sulle mani il tepore della solida roccia...
negli occhi lo specchio d’acqua del "Cròsa" che riflette i giganti che lo circondano...
nelle gambe la pesantezza di un'appagante quanto infinita salita lungo la "Calnègia" in veste ormai autunnale...
nell'anima la gioia di essere quassù...
sul maestoso Madone di Formazzöö, altra perla della Valle Bavona.

Riavvolgo la bobina addietro 5 ore, e lascio Foroglio quando il nucleo di graziosi rustici è ancora immerso nella penombra del primo mattino. Il rombo delle acque dell'imponente cascata di Foroglio, che si stagliano contro le rocce che lambiscono il fondovalle, mi tengono compagnia nel primo faticoso tratto che mi conduce a Puntid (890 m), porta d'entrata nella Val Calnègia.
 
Superato un elegante ponte ad arco, il sentiero, con segnavia biancorossi, smette di salire ed è tempo per me di una lunga marcia quasi pianeggiante, ai bordi del limpido fiume, fino a raggiungere le cascine di Calnègia (1108 m). Il Madone di Formazzöö, già baciato dai primi raggi di sole, sfoggia fiero la sua impressionante parete E, ricoperta da un vero e proprio mantello di pietra valmaggese.
 
Superati i rustici, la via si fa irta, a "ghirigori" su per i pendii di Cròsa, fin quando raggiungo il pianoro a ridosso delle cascine di quota 1703 m. Abbandono il sentiero che porta ai Laghi della Cròsa e mi immetto invece nella traccia che verso sinistra porta agli ampi pascoli dell’Alpe di Formazzöö, aggirando alla base la parete E. Benché la vegetazione sia folta, la via (sempre con segnavia biancorossi) resta buona ed in breve sono di fronte alle cascine di quota 1824 m.
 
Decido di seguire ancora per un tratto il sentiero che porta ai Laghi di Formazzöö, in modo da guadagnare del facile dislivello, dopodiché viro deciso in direzione di Corte di Cima (2081 m), immerso nei fili d'erba dalla tonalità ormai rossiccia. Sfioro solo il corte puntando piuttosto dritto verso il versante S della vetta. Da qui ho una visione quasi perfetta sulla via di salita, per cui mollo a terra il sacco e mi concedo una bella pausa in modo da studiare il restante percorso.
 
L’evidente colatoio, che scende dalla Bocchetta del Madone di Formazzöö (2420 m ca.) appare in totale disfacimento. Alla sua destra le innumerevoli placconate rendono inagibile il passaggio, mentre sulla sinistra scorgo un’invitante costola erbosa che sembra percorribile senza troppe difficoltà. Dalla mia posizione non riesco però ad intravedere se nella parte superiore si possa ancora accedere al colatoio per poi salire verso la vetta dall'altro versante. Mi prendo dunque del tempo per decidere ed intanto comincio l'avvicinamento alla parete S, tra pietrischi e pendii erbosi.
 
A quota, 2140 m ca., proprio a ridosso del canale, decido infine di seguirlo. Il colatoio non è granché ripido e nemmeno esposto, ma il terreno è davvero infimo: tutto mi si sbriciola sotto i piedi. Non mi lascio comunque intimorire e proseguo fino a giungere ad un primo gradino che supero aggrappandomi a delle roccette, mentre alla mia sinistra non mi azzardo a calpestare un terriccio polverizzato. A quota 2240 m ca. incontro la difficoltà maggiore, nel tratto in cui  il canale si restringe formando un vero e proprio imbuto. Ho davanti a me una specie di caminetto: da una parte roccia quasi liscia e bagnata, dall'altra pietra frantumata ridotta ormai in esile polvere. Supero il passaggio fruttando ambedue i terreni, ed utilizzando braccia e mani, mi innalzo di forza nella parte centrale del colatoio.
 
Sono oramai a quota 2280 m quando abbandono senza troppi rimpianti il vallone roccioso, per salire invece sull'evidente fianco erboso alla mia destra. Proseguo ora a piacimento fino a giungere ad un pianoro costituito da una distesa di pietre, a ca. quota 2360 m. Da qui volto lo sguardo verso il basso e con un sospiro di sollievo noto che dalla costola erbosa descritta in precedenza si può accedere nel colatoio senza troppe difficoltà. L'incubo di percorrere il canale in discesa è sventata; l'alternativa sarebbe stata quella di raggiungere la Bocchetta del Madone di Formazzöö e discendere poi sul versante N in direzione dei laghi della Cròsa; questo significherebbe però iniettare negli arti altri 100 metri di salita. 
 
Dalla pietraia mi innalzo ora tra blocchi di roccia ed erba, seguendo la verticale della vetta, con alcune deviazioni sulla sinistra, cercando il terreno meno faticoso. Si procede secondo logica sul versante S, anche perché non ci sono molte alternative: verso W il fianco scende ripido tra salti di roccia, mentre ad E la montagna diviene un groviglio di bastioni rocciosi. Tale traiettoria mi porta a raggiungere la cresta sommitale a W della vetta principale, proprio a ridosso di una straordinaria finestra nella roccia dalla quale posso scorgere il "lago grande" di Cròsa (2153 m). Quando ci si trova di fronte a queste meraviglie della natura non resta che fermarsi e rimanere lì, increduli ad osservarle. E’ un turbinio di emozioni quassù, basta girare lo sguardo e si viene catturati da altre bellezze. Che dire dell’ardita piramide di roccia che, alla mia sinistra, svetta snella dalla Bocchetta del Madone di Formazzöö? Oppure, laggiù, verso S, dove all'ombra degli Strahlbann, il Ghiacciaio del Lago di Formazzöö, uno dei più meridionali del Ticino, lotta per la sopravvivenza?
 
E’ tempo però di piegare ad oriente, ossia verso la vetta, per nulla facile da individuare. La cresta sommitale appare infatti pianeggiante con parecchi slanciati blocchi di roccia che fuoriescono impazziti falsando le geometrie della montagna. Giocherellando con un saliscendi tra cresta e pendii sottostanti (sempre a S) mi porto ai piedi dei due grossi massi (divisi tra loro da un intaglio, visibile però solo da E) che formano la vetta quotata 2510 m. Provo un attacco da W ma l’esposizione mi fa subito indietreggiare ed optare per altre vie. Perdo quota su delle placche, per poi puntare ancora un po' verso E fino a giungere davanti ad un enorme masso con una vena di quarzo orizzontale. Da qui riprendo metri scavalcando altri faticosi blocchi fino a giungere ad una selletta (di nuovo sulla cresta), situata appena alla sinistra di una roccia che sporge formando un curioso tetto. Mi trovo di nuovo a pochi passi dalla meta ma questa volta dalla parte opposta dei due massi descritti in precedenza. Abbandono il sacco e scalo con prudenza le ultime rocce fino a trovarmi sul punto manifestamente più alto della cresta, tra intagli di roccia, strapiombi, e fenditure. Ecco riavvolto il nastro… in vetta al Madone di Formazzöö (2510 m).
 
Le giornate si raccorciano, mangio un boccone e poi man mano vado a riabbracciare fedelmente "gli ometti" piazzati durante la salita, rendendomi così più semplice la traiettoria di discesa, sempre sul versante S.
 
Mi ributto nel colatoi maledetto, ed anziché ridiscenderlo, a quota 2300 m ca., una provvidenziale cengetta mi permette di abbandonarlo subito per salire sul costone laterale erboso. Vi trovo pure un sentierino di pecore e da qui via non incontro davvero nessun tipo di problema. A saperlo, avrei dovuto optare per questa via anche in salita. Le cascine di Corte di Cima sono laggiù, nitide davanti ai miei occhi tanto da poter scegliere a piacimento il percorso. Opto per una via diretta sempre giù per il pendio erboso ed in breve raggiungo il pianoro sottostante il corte. Verso SE, mi aggancio anche ad un antico sentiero che mi guida in tutta comodità fino alle cascine di quota 1824 m. A posteriori, anche in questo caso, avrei potuto seguire in salita la medesima traccia, più diretta, che, debole, prende il via appena alla sinistra delle due cascine superiori.
 
Da qui via non mi resta che percorrere la stessa via di salita giù per la Val Calnègia, che oltre ai suoi splendidi colori, mi saprà ancora regalare l’incontro con due pavidi camosci.

Note:
 
Foroglio:
Ampia possibilità di parcheggio.
 
Valutazione:
Foroglio - Alpe Formazzöö: T3 (EE)
Alpe Formazzöö - versante S - Madone di Formazzöö: T5 (F - passaggi di I-II, in parte evitabili)


Tourengänger: Varoza


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Kommentare (2)


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Poncione hat gesagt:
Gesendet am 3. Oktober 2015 um 13:36
Complimenti Varoza, grazie per quest'altra bella chicca ticinese. Sembra davvero una salita ricca di soddisfazione e avventura.

Ciao

micaela hat gesagt:
Gesendet am 3. Oktober 2015 um 18:17
Bellissimo, l' incipit che narra la tua meraviglia di essere lassù.
Stessa meraviglia, la mia, al solo leggere e ammirare le foto.
Complimenti, conoscitore della Bavona, perso per lei!
Ciao, Micaela.


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