Piz Neir Punta Nord o Crappa da Tocf, 2860 - Scialpinismo d'autunno - Buona la seconda
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La “toppatina” di fine ottobre, non mi ha smontato.
Tira ancora aria di neve e i piedi prudono.
Prudono i pedi del Capitano Piero, l’unico a rispondere all’appello.
Alle sette del “dì di mort”, (venerdì, pure), ci troviamo a Nuova Olonio, incrocio verso l’Engadina delle due strade che risalgono il lago di Como.
Mollata un’auto, ci avviamo verso Chiavenna e i tornanti del Maloja, dove veniamo accolti da una bella nevicata.
“Ma...?”
“Tranquillo!”
Meteos era dato sorridente, dopo le otto, più sorridente al Passo dello Julier che al Passo del Maloja e, infatti, superata Silvaplana, svoltiamo a sinistra per imboccare la strada dello Julier e la prima cosa che vediamo è un bello squarcio d’azzurro.
“Vai...!!”
“Ma...? La neve è pochina!”
“Ancora!”
Saliamo verso il passo scrutando, severi, i pendii con esclusiva attenzione alla copertura nevosa, lasciandoci così sfuggire la base di partenza della nostra prima opzione.
“Siamo già al passo ... ma dov’è l’Alp Güglia?”
“L’abbiamo saltata. Ma, guarda là”
Così, per una distrazione, un capriccio, un caso, una visione cambiano i destini del mondo (!): al di là del Pass dal Güglia, orrendamente soprannominato Julierpass, la Val d’Agnel, si stende da sud a nord offrendo al viandante la visione dei versanti ovest della sua destra orografica inondati di sole e coperti di neve.
Finito l’effetto della “neve”, ci rendiamo conto che, in realtà, anche qui, la neve non è poi così tanta e, nei recessi della mente trovo un’annotazione: “Val d’Agnel, gran bella ma sciisticamente noiosetta”.
Ma basta vedere le ruote dell’auto immerse nel bianco fin sopra i mozzi per sciogliere i dubbi.
“Vaiii!”
Il Capitano va. E io dietro.
Ci facciamo assorbire dalla rilassante, troppo rilassante e morbida, troppo morbida, pendenza della valle; il fiume è ben visibile e scorre ancora gagliardo, mentre copione vorrebbe che ci si camminasse sopra, con interposto qualche metro di neve; ma si avanza bene, senza "contatti", un po' fastidioso il vento, affascinante l'ambiente.
Meteos gigioneggia e, per un po', finge anche di fregarci, ma, alla fine, sarà di parola.
Se dicessi che eravamo diretti al Piz Neir, mentirei.
La verità.
Piero è stato al Piz d'Agnel una decina d'anni fa; io, prima.
Nell'album ho anche il Piz Surgonda; ma sono foto di quando ancora si andava dal fotografo a farsele stampare; insomma, i ricordi sono sbiaditi e le idee non sono chiarissime. La sella è quella, no è quella; forse è là. Passiamo una mezz'ora di cielo grigio a dondolarci nel centro della Val d'Agnel, per decidere dove andare. Me lo vedo gbal che scuote la testa: "E le mie lezioni di gps...?"
Scusa Giulio: anche per oggi lo uso solo come registratore.
Alla fine decido. A me sto vallone mi ha un po’ stufato; a sinistra c’è un bel pendio che dirige verso una sella fra due punte; non è molto lungo, ma, finalmente c’è da disegnare qualche forchetta su un terreno decentemente ripido.
Adesso tracciare è faticoso. Finalmente è iniziata la stagione scialpinistica!
Meteos festeggia la decisione sparandoci un azzurro che più azzurro non si può; quindici conversioni e siamo al pianoro sotto il Piz Campagnung.
Bel cimotto. Ma quello là in fondo ci piace di più.
C'è da scendere un po'; ma ormai ci siamo convertiti all'esplorazione. Così arriviamo alla Fuorcla digl Leget dove un paio di cartelli ci danno finalmente delle certezze su dove siamo.
Da lì, è breve. Lungo una cresta sferzata dal vento raggiungiamo la nostra cima, primo vagito dello scialpinismo 2012/2013.
Dopo un’indigestione di foto (e di vento), ci organizziamo ed iniziamo la discesa.
La cresta finale è un disastro: poca pendenza (per fortuna!) e un’infinità di sassi; il terreno è parecchio accidentato ed il vento ha spazzato buona parte della materia prima.
Sofferenza intensa, ma breve. Poco sopra la Fuorcla, ci abbassiamo leggermente sul versante nord e riusciamo ad infilare le prime curve nella polvere, (urla di piacere del Capitano). Dalla Fuorcla risaliamo rapidamente al colletto soprastante e ci buttiamo giù verso il centro della Val d’Agnel; e qui si scia!
Polvere sopraffina, anche se bisogna scegliersela un po’ e tenersi allerta, perché, in qualche occasione si “tocca”.
E’ roba breve, ma la soddisfazione per “l’apertura”, c’è tutta.
La parte bassa della valle, purtroppo, conferma le aspettative: poca pendenza e poca neve, con l’aggravante che gli sci si bagnano, decorandosi rapidamente di un bel crostone gelato che azzera lo scivolamento e favorisce un finale di cui risparmio la descrizione, consistente, sostanzialmente, in una serie di inestetiche imprecazioni.
Cionondimeno, bilancio, infine, positivo.
Buona la seconda!
Grazie all’ambiente, ai panorami, alla giornata splendida e alla prima polvere stagionale.
E anche grazie alla compagnia. Se no, il Capitano si offende.

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