Piz Kesch (3417 m)
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laura&... E' arrivata la neve e con lei il tempo del Piz Kesh.
E' da quando conosco Domenico che ogni settimana questo nome compare tra le possibili mete, ma per me quella era una vetta da vedere imbiancata e quindi veniva sempre accantonata.
Venerdì combiniamo...come al solito lunari vuole partire ad orari da banchiere e come al solito io insisto su orari da nottambula...ma la salita è lunga e la neve rallenta il passo.
Partiamo dall'auto poco prima delle 7 e lo spettacolo è fantastico: i pochi cm di neve caduti nella notte regalano un colpo d'occhio invernale, il cielo è blu e la vista sulle montagne è incantevole. Velocemente arriviamo alla Chamanna d'Es-Cha , dove la capannara ci informa sul fatto che il ghiacciaio è un pò chiuso ma che la salita si può ancora fare in sicurezza.
Riprendiamo il cammino, secondo le previsioni il cielo sarà limpido fino alle 14.00 per cui meglio non indugiare troppo in chiacchiere (certe volte un generale sarebbe più indulgente di quanto so esserlo io!!!), quando arriviamo alla Porta d'Es Cha oltre alla bellezza del ghiacciaio immacolato troviamo ad attenderci un fastidioso vento gelido, per cui ci abbassiamo in fretta, ci leghiamo e procediamo.
La neve caduta non è molta, ma il vento ne ha spostata parecchia, per cui camminare è piuttosto faticoso (in questo caso anche ad avere le ciaspole non sarebbe cambiato molto) e ci alterniamo a tracciare. Seguendo le indicazioni raccolte in internet attraversiamo il ghiacciaio dapprima aggirando il grosso crepaccio centrale sulla destra, poi spostandoci sulla sinistra, verso le pareti del Keschnadel e della Keshgrad...finalmente arriviamo all'attacco della via rocciosa che porta in vetta: l'arrampicata è data come un II grado, ma con la neve le cose cambiano...di salire senza sicura non se ne parla neanche e così, oltre ad utilizzare gli spit presenti organizziamo, dove possibile, soste e passaggi intermedi per accorciare i tiri. Il freddo si fa sentire e purtroppo il doversi fermare a far sicura crea tempi morti...ma la vetta è vicina...e nello stesso momento in cui Domenico sta per gettar la spugna io vedo il palo di vetta..."ci siamo Domenico, vieni a vedere!"..aggiriamo uno sperone roccioso su una comoda cengia innevata e siamo in vetta!!! Quanti tiri abbiamo fatto? 8...9...10...? non me lo ricordo, ma siamo in vetta e la gioia è immensa. Il panorama, nonostante le nuvole che girano, è davvero grandioso.
Beviamo un te caldo mangiucchiamo qualcosa, Domenico sistema i ramponi che fanno a botte con le scarpe e dopo circa trenta minuti cominciamo a scendere...come diceva il meteo il tempo nel primo pomeriggio è peggiorato e quasi alla fine della discesa comincia a nevischiare, ma dopo pochissimo arriviamo sul ghiacciaio lasciando in alto la nebbia e i fiocchi di neve. Seguiamo le traccie dell'andata e arrivati alla bocchetta d'Es-cha mettiamo via la corda ma decidiamo di togliere i ramponi dopo il tratto con le catene fisse. In basso la neve che avevamo trovato al mattino si è sciolta e questo ci permette di procedere senza difficoltà, vediamo le nuvole tingersi dei colori del tramonto. Quando arriviamo alla capanna ci mettiamo le frontali e borbottando sul fatto che la discesa sia sempre più lunga della salita alle 20.30 siamo all'auto...
Una giornata indimenticabile, una vetta su cui tornerò senz'altro.
lunari Piz Kesch? Laura propone io accetto! La meteo è favorevole almeno fino al primo pomeriggio poi in peggioramento ma non in modo esagerato...esagerata è invece la quantita di neve cartonata ( 30-50 cm) su tutto il ghiacciaio e lungo i canali di risalita alla cima. Arrivati alla parete individuiamo subito l'attacco, attrezzato con spit e segnalato da frecce rosse. Alternandoci nella salita con gran fatica, causa accumuli di neve soffiata lungo i canali e un freddo micidiale il tempo richiesto per la salita diventa lungo. A poche centinaia di metri dalla vetta comincio a pensare di rinunciare ma il caso vuole che era Laura come prima e all' improvviso intravvede il palo di vetta....a questo punto l'unico modo per fermarla sarebbe sparale alle gambe!!!! Sulla vetta ci copriamo con tutto quello che abbiamo, una breve pausa e via. Inizia la discesa, il tempo peggiora e anche la nebbia inizia a farsi vedere, comunque tutto procede bene e una volta messo piede sul ghiacciaio abbiamo tiriamo un bel sospiro di sollievo. Risaliamo alla Porta d'Es-Cha leviamo tutto quello che non serve e ci fiondiamo verso la Chamanna d Es-Cha dove mettiamo le frontali che con bell'effetto illuminano dei granelli di neve gelata portati dal vento e sotto un cielo tornato sereno arriviamo all'auto alle venti e trenta ca.
Che dire se non un grazie a Laura per la meta raggiunta. .
E' da quando conosco Domenico che ogni settimana questo nome compare tra le possibili mete, ma per me quella era una vetta da vedere imbiancata e quindi veniva sempre accantonata.
Venerdì combiniamo...come al solito lunari vuole partire ad orari da banchiere e come al solito io insisto su orari da nottambula...ma la salita è lunga e la neve rallenta il passo.
Partiamo dall'auto poco prima delle 7 e lo spettacolo è fantastico: i pochi cm di neve caduti nella notte regalano un colpo d'occhio invernale, il cielo è blu e la vista sulle montagne è incantevole. Velocemente arriviamo alla Chamanna d'Es-Cha , dove la capannara ci informa sul fatto che il ghiacciaio è un pò chiuso ma che la salita si può ancora fare in sicurezza.
Riprendiamo il cammino, secondo le previsioni il cielo sarà limpido fino alle 14.00 per cui meglio non indugiare troppo in chiacchiere (certe volte un generale sarebbe più indulgente di quanto so esserlo io!!!), quando arriviamo alla Porta d'Es Cha oltre alla bellezza del ghiacciaio immacolato troviamo ad attenderci un fastidioso vento gelido, per cui ci abbassiamo in fretta, ci leghiamo e procediamo.
La neve caduta non è molta, ma il vento ne ha spostata parecchia, per cui camminare è piuttosto faticoso (in questo caso anche ad avere le ciaspole non sarebbe cambiato molto) e ci alterniamo a tracciare. Seguendo le indicazioni raccolte in internet attraversiamo il ghiacciaio dapprima aggirando il grosso crepaccio centrale sulla destra, poi spostandoci sulla sinistra, verso le pareti del Keschnadel e della Keshgrad...finalmente arriviamo all'attacco della via rocciosa che porta in vetta: l'arrampicata è data come un II grado, ma con la neve le cose cambiano...di salire senza sicura non se ne parla neanche e così, oltre ad utilizzare gli spit presenti organizziamo, dove possibile, soste e passaggi intermedi per accorciare i tiri. Il freddo si fa sentire e purtroppo il doversi fermare a far sicura crea tempi morti...ma la vetta è vicina...e nello stesso momento in cui Domenico sta per gettar la spugna io vedo il palo di vetta..."ci siamo Domenico, vieni a vedere!"..aggiriamo uno sperone roccioso su una comoda cengia innevata e siamo in vetta!!! Quanti tiri abbiamo fatto? 8...9...10...? non me lo ricordo, ma siamo in vetta e la gioia è immensa. Il panorama, nonostante le nuvole che girano, è davvero grandioso.
Beviamo un te caldo mangiucchiamo qualcosa, Domenico sistema i ramponi che fanno a botte con le scarpe e dopo circa trenta minuti cominciamo a scendere...come diceva il meteo il tempo nel primo pomeriggio è peggiorato e quasi alla fine della discesa comincia a nevischiare, ma dopo pochissimo arriviamo sul ghiacciaio lasciando in alto la nebbia e i fiocchi di neve. Seguiamo le traccie dell'andata e arrivati alla bocchetta d'Es-cha mettiamo via la corda ma decidiamo di togliere i ramponi dopo il tratto con le catene fisse. In basso la neve che avevamo trovato al mattino si è sciolta e questo ci permette di procedere senza difficoltà, vediamo le nuvole tingersi dei colori del tramonto. Quando arriviamo alla capanna ci mettiamo le frontali e borbottando sul fatto che la discesa sia sempre più lunga della salita alle 20.30 siamo all'auto...
Una giornata indimenticabile, una vetta su cui tornerò senz'altro.
lunari Piz Kesch? Laura propone io accetto! La meteo è favorevole almeno fino al primo pomeriggio poi in peggioramento ma non in modo esagerato...esagerata è invece la quantita di neve cartonata ( 30-50 cm) su tutto il ghiacciaio e lungo i canali di risalita alla cima. Arrivati alla parete individuiamo subito l'attacco, attrezzato con spit e segnalato da frecce rosse. Alternandoci nella salita con gran fatica, causa accumuli di neve soffiata lungo i canali e un freddo micidiale il tempo richiesto per la salita diventa lungo. A poche centinaia di metri dalla vetta comincio a pensare di rinunciare ma il caso vuole che era Laura come prima e all' improvviso intravvede il palo di vetta....a questo punto l'unico modo per fermarla sarebbe sparale alle gambe!!!! Sulla vetta ci copriamo con tutto quello che abbiamo, una breve pausa e via. Inizia la discesa, il tempo peggiora e anche la nebbia inizia a farsi vedere, comunque tutto procede bene e una volta messo piede sul ghiacciaio abbiamo tiriamo un bel sospiro di sollievo. Risaliamo alla Porta d'Es-Cha leviamo tutto quello che non serve e ci fiondiamo verso la Chamanna d Es-Cha dove mettiamo le frontali che con bell'effetto illuminano dei granelli di neve gelata portati dal vento e sotto un cielo tornato sereno arriviamo all'auto alle venti e trenta ca.
Che dire se non un grazie a Laura per la meta raggiunta. .
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