Val d'Aian e Val Roggiasca


Publiziert von paoloski , 6. August 2012 um 21:22.

Region: Welt » Schweiz » Graubünden » Misox
Tour Datum: 5 August 2012
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Portola-San Jorio   CH-GR 
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 1150 m
Abstieg: 1150 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A13, uscita di Roveredo, dal centro paese passando sotto il cavalcavia della ferrovia, seguire le indicazioni per Laura, ad un bivio seguire a sinistra per Roggiasca. Ampie possibilità di parcheggio nei pressi della diga.r
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Gita ad anello.
Unterkunftmöglichkeiten:L'Alpe Rogg, l'Alpe Cortin si trovano sul percorso di questo giro, la Capanna Gesero è raggiungibile in auto seguendo la carrozzabile (al bivio seguire le indicazioni per Laura).
Kartennummer:CNS 277 Roveredo

Le previsioni meteo non sono un granchè, qualcuno è già partito per le ferie per cui siamo solo io e Monica, visto precedenti esperienze decido di portarmi tutte le cartine della Svizzera Italiana: scendendo dal Monteceneri decideremo dove andare!
Dopo Rivera facciamo il punto della situazione: sopra Locarno ed il lago il cielo è compoletamente coperto, in Leventina pure...in Mesolcina invece ci sono ampi sprazzi di cielo azzurro.
Da Roveredo saliamo quindi alla diga di Val Roggiasca per un'interminabile strada dalle innumerevoli curve. Il tempo sembra tenere , il lago appare sconsolatamente mezzo vuoto e le strutture idroelettriche hanno un aria di mesto abbandono, percorriamo la corona della diga e iniziamo a salire per uno di quei sentieri che, come si dice, rendono: una sequenza di tornanti che rapidamente ci portano a Lanés, un nucleo di case, probabilmente un tempo baite d'alpeggio, magnificamente ristrutturate e con una vista fantastica sulla valle sottostante, saliamo fino alla parte alta del nucleo abitato dove troviamo il cartello indicatore per la nostra prossima tappa: l'Alpe Aion, il dislivello è modesto ed il percorso perfettamente segnalato: in breve siamo in vista dell'alpeggio, intorno sentiamo il suono dei campanacci e le numerose fresche deiezioni vaccine testimoniano che l'alpe è tuttora caricata, alla testata della valle appare la mole frastagliata della Punta di Valstorna.
Superati gli edifici dell'alpe il sentiero volge a destra per risalire la bastionata rocciosa sopra cui corre, evidente e quasi orizzontale, il sentiero che collega la Bocchetta di Camedo a quella di Valstorna, contrariamente a quanto scrive il Brenna nella sua Guida delle Alpi Mesolcinesi, ormai un po' datata, il sentiero c'è: segnalato in bianco - rosso e, con tutta evidenza, recentemente ripristinato: ci sono ben visibili i segni di un passaggio con roncola e falcetto ad eliminare gli eccessi vegetativi di felci ed ontanelli.
Arriviamo alla base della Bocchetta Occidentale di Valstorna, il canalino che adduce alla sella è ripido e non proprio stabile, qui, come in tutta la zona del Corno Gesero, le roccie sono dei tipi più disparati: basalti, gneiss, graniti, ortoclasi...di tutto e di più.
Fra la nebbia che a tratti copre ogni cosa ed il fatto di avere solo una carta 1:50000 abbiamo qualche difficoltà ad orizzontarci, le cime circostanti sono avvolte dalle nuvole e qui intorno è un susseguirsi di guglie e pinnacoli, decidiamo di rimandare le salite delle cime di Valstorna e di Gana Rossa ad un prossimo futuro e di accontentarci di un anello che scendendo in Val Roggiasca ci riporti alla diga ed all'auto. Sentiamo dei brontolii ancora lontani ma, evidentemente, il temporale si sta avvicinando.
Dalla bocchetta seguiamo un sentiero che si mantiene quasi orizzontale per un buon tratto, i segnavia sono quelli italiani che indicano l'Alta Via del Lario, incontriamo uno sparuto gregge di pecore, il temporale si avvicina per cui decidiamo di non proseguire per l'Alpe Rogg ma abbassarci rapidamente in Val Roggiasca, abbiamo comunque il tempo di ammirare questa valle, nonostante la nebbia copra a tratti le cime, siamo rapiti da questi ampi spazi, dalle roccie multicolori, dalle forme bizzarre delle vette...dal fondovalle è impossibile indovinare tanta bellezza.
Raggiungiamo l'Alpe Cortin dove la signora ci istruisce sulla via più breve per raggiungere la diga, le spiegazioni erano anche chiare ma, complice la nebbia che ormai si taglia con il coltello, non vediamo il grosso albero che segna il bivio per scendere ripidamente sul fondovalle e prendiamo il sentiero che riporta a Lanés, vabbè: quando ce ne rendiamo conto ne abbiamo ormai percorso un bel tratto per cui decidiamo di proseguire, intanto la pioggia ha iniziato a cadere, il tempo di metterci le giaccavento e viene giù il diluvio, per fortuna il bosco è bello fitto!
Il sentiero è ben segnalato ma forse non troppo percorso: in prossimità dell'attraversamento dei torrenti alcuni tratti sono crollati ed il letto è ingombro di rami, si passa comunque senza soverchi problemi, un ultimo tratto in salita ed eccoci ritornati al Lanés, è riapparso il sole e il caldo si fa sentire, riprendiamo il sentiero fatto stamane in discesa ed in pochi minuti eccoci alla diga.

Nonostante il tempo molto vario, che ci ha costretto a rinunciare alle cime e, soprattutto, la nebbia che ci ha impedito di godere appieno del paesaggio, abbiamo scoperto una zona di singolare bellezza: una montagna ancora selvaggia, con cime dall'aspetto severo, animali e fiori in abbondanza ed abitanti davvero cordiali. La carrozzabile che conduce alla diga è veramente infinita ma ben tenuta, Lanés poi è un autentico gioiello.
La difficoltà di questo giro non supera il T3 ad esclusione dei due brevi tratti crollati sul sentiero che riconduce a Lanés per cui ho indicato la difficoltà T3+

Tourengänger: paoloski
Communities: Hikr in italiano


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