Piz Uccello - Cima Sud (2717,7 m)

Escursione in Mesolcina su una montagna costituita di “Bündnerschiefer”, ossia calcescisti di composizione variabile, con inclusioni di ofioliti verdognole. Ofiolite significa, alla lettera, “roccia serpente”: roccia che per il colore verde ricorda la pelle di molti serpenti.

Inizio dell’escursione: ore 6:30

Fine dell’escursione: ore 13:08

Temperatura alla partenza: 6°C

Temperatura al rientro: 19,5°C

La meta odierna si eleva, austera, sopra l’abitato di San Bernardino, nel Canton Grigioni. Il toponimo Piz Uccello deriva dal gallico “ouxello” e significa “alto, elevato”.

L’idea di mettere in cantiere questa escursione mi è venuta il 30.01.2011, in occasione di una racchettata nella Val Vignun. I numerosi sci alpinisti che affrontavano l’erta finale mi hanno invogliato a salire di persona questa vetta.
 

                                   Piz Uccello - Cima S (2718 m) - 30.01.2011

Raggiunta la località turistica mesolcinese, lascio l’auto sull’ampio piazzale della fonte pubblica dell’Acqua minerale San Bernardino.

Imbocco il sentiero che parte dal lato nord del piazzale. Superato un ponticello di legno mi addentro nel Bosch di Pescion. Pescion significa grande “pescia”, termine dialettale che designa l’abete rosso.

Appena uscito dal bosco, il favonio si fa sentire alla grande. Il vento interessa spesso San Bernardino. È forse questo il motivo per il quale il limite della vegetazione arborea è basso: 1750 m circa. Per confronto, nella regione di Zermatt, più riparata dai venti, a 2400 m di quota crescono ancora degli alberi.

L’erba è bagnata e sulle cime più elevate c’è una spolverata di neve fresca.

Non c’è in giro anima viva. Oggi lo zaino è molto più leggero del solito: non ho più l’attrezzatura invernale (pala, sonda, ARVA), e non ho portato né piccozza, né ramponi, né mantellina, né ghette. La notevole differenza di peso mi permette di gustarmi la salita, senza faticare più del dovuto.

Passo da Pian Lumbrif (1850 m) e raggiungo la Cassina de Vignun (2115 m) dopo 1 h e 20 min dalla partenza.

Dalla Cassina, seguendo le indicazioni bianco/blu, risalgo verso nord il pendio erboso, su tracce di sentiero, fino all’ometto di pietre a quota 2382 m. Anche se il vento non è particolarmente forte, la temperatura fresca mi induce a tenere guanti e maglione.

Lungo il percorso passo di fronte a dei macigni di quarzo che spiccano nel verde del pascolo. Dopo l’ometto di pietre il sentiero, più ripido, si sviluppa su sfasciumi di roccia. A quota 2530 m, mi imbatto in grossi blocchi di neve gelata. Sono i resti di una valanga caduta l’inverno scorso dalla cresta che separa la Cima N dalla Cima S del Piz Uccello. Presumo che questa montagna sia più frequentata in inverno dagli sci escursionisti che in estate. La discesa su questo versante, con buone condizioni di neve, dev’essere da sballo.

Sul versante opposto della Val Vignun spicca il Piz de la Lumbreida (2983 m), con ancora estesi nevai.

Superata la Foppa del Piz, arrivo all’intaglio della cresta che separa le due cime, a circa 2680 m di quota. Ora il paesaggio si fa più severo! Lo sguardo sulla strapiombante parete della Cima N e il salto di roccia a nord della cresta sono da brividi. Rimangono circa 300 m da percorrere, su placconate di roccia molto inclinate e in parte frantumate, a pochi metri dal filo della cresta. Di fatto, la via è meno difficile di quanto sembri, anche se richiede costante attenzione e molta prudenza. Ripongo i bastoncini telescopici nello zaino e mi avvio. Le condizioni odierne sono ideali: la roccia è perfettamente asciutta e il bancone di nebbia è altrove, sopra il Piz Cavriola. Due tratti sono assicurati da catene, indispensabili in caso di ghiaccio sulle rocce.

Raggiungo l’omino di vetta del Piz Uccello (2717,7 m) dopo circa 3 ore dalla partenza da San Bernardino. Memore della strapiombante parete visibile dal villaggio, non oso fare nemmeno un passo oltre l’omino di pietra.

Scrivo i saluti sul libro di vetta e mando tre messaggini agli amici, che probabilmente si godono ancora il tepore del letto.

Il ritorno, lungo la stessa cresta, mi è sembrato più facile rispetto alla salita.

Giunto in prossimità della Cassina de Vignun incrocio altri escursionisti, complessivamente una dozzina, che hanno preferito una partenza meno mattiniera della mia.

Per la discesa a valle scelgo il versante sinistro del Ri di Fontanalba: attraverso così un paesaggio incantevole tra centinaia di cespugli di rododendri in fiore.

L’ultima escursione della primavera 2011 mi ha regalato una grande soddisfazione, sia per la bellissima cima raggiunta, sia per il paesaggio incantevole della Val Vignun. Una volta tanto la domenica è stata caratterizzata da condizioni meteo da cartolina.

Tempi di percorrenza:

San Bernardino (1612 m) – Cassina de Vignun (2115 m): 1:20 h

Cassina de Vignun (2115 m) – Ometto a quota 2382 m: 40 min

Ometto a quota 2382 m – Piz Uccello, Cima Sud (2718 m): 1:05 h

Tempo di salita: 3:05 h

Tempo totale: 6:30 h

Dislivello teorico in salita: 1106 m

Sviluppo complessivo: 11,2 km

Difficoltà: EE/T4

Coordinate Piz Uccello (Cima S): 735.165 / 151.343

Copertura della rete cellulare: da sufficiente a buona

Libro di vetta: sì