Tàverna - Bassa Ossola


Publiziert von atal , 16. Januar 2019 um 22:44.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:13 Januar 2019
Wandern Schwierigkeit: T5+ - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 9:30
Aufstieg: 1400 m
Abstieg: 1400 m

Un esposto calpestio attraversa la destra idrografica del Valon da Migiandon, passando dal Casot del Casciadur (IGM 1230 m), rudere abbandonato da chissà quanto tempo al centro di un versante troppo ripido per il pascolo, ma non c'è più un vero e proprio sentiero che conduca fino a Tàverna, il più scomodo e appartato tra gli Alpi di Migiandone.

La IGM indica un gruppo di rovine più basso, senza quota e senza nome, situato all'incirca dove troveremo i ruderi, ma "Taverna" appare riferito ad un nucleo più alto, con la quota di 1521 m, dove però non troveremo nulla.

Sulla mappa dipinta dell'Alpe Campaccio, Tàverna invece è in basso mentre in alto è riportato Ecalti, un alpe che si può raggiungere più comodamente con una breve discesa dalla zona dell'Alpe Rossombolmo, che è ancora utilizzato e raggiunto da un nastro d'asfalto.

Avvertenze
Il percorso di andata si svolge su tracce e sentieri esposti che, nel migliore dei casi, sono segnalati da qualche taglio.

Il passaggio della frana avviene su detrito instabile con pericolo di caduta massi dall'alto. Sopra la frana si sale a vista su pendii ripidi che, in queste condizioni, rendono consigliabile l'uso dei ramponi.

Rientro su facili sentieri.

Andata
Con Ferruccio e Francesco parto ancora una volta da Gabbio di Migiandone. Per il percorso fino all’Alpe Spighi, rimando alla prima puntata della serie (link).

In questo caso abbiamo fatto una piccola variante: da Bufferun, anziché salire a Cinambodo, abbiamo traversato a Est, su resti di sentiero, fino ai ruderi di Casa Pissi. Siamo saliti quindi sulla verticale delle rovine fino alla base delle rocce, dove abbiamo imboccato l’esposta traccia di animali che percorre il grund in direzione ovest. Sul primo tratto del traverso non ci sono tagli. Questi fanno la loro comparsa quando si arriva sulla verticale di Cinambodo e ci si ricongiunge al percorso della prima volta.

Per il Pass del Vadet saliamo quindi sopra la parete e raggiungiamo nuovamente le rovine dell'Alpe Auliga (situato dove la carta IGM e le mappe derivate indicano erroneamente Pacusboda) e quindi, traversando sull'ardito sentiero noto dalla precedente visita, arriviamo ai ruderi dell'Alpe Spighi.

Dall’Alpe Spighi, si traversa in direzione del Rio Blet e, giunti sul colmo della costa, si sale fino ad incontrare un traccia evidente segnalata da tagli. La traccia assume le sembianze di un sentiero e attraversa in piano il ripido fianco della valle. Superato il Casot dal Casciadur, si giunge al cospetto della frana, visibile anche da lontano (a circa 1250 m di quota). I tagli portano a scendere nel canale principale, nel detrito instabile sotto la frana, che si aggira in senso antiorario. Risaliamo un canalino, dove si trova ancora qualche taglio, e quindi - con percorso libero - il pendio soprastante, giungendo così ai ruderi azzerati di Tàverna (circa 1330 m).

Da quello che si vede sembra che le baite fossero almeno tre. Si tratta sicuramente di un abbandono di vecchia data. D'altra parte è logico che i posti più scomodi, come questo, siano stati i primi ad essere abbandonati.

Dopo una sosta, risaliamo il versante alle spalle delle rovine, incontrando inizialmente dei resti di sentiero e qualche taglio. Il terreno è ghiacciato e ripido e la prudenza suggerisce di calzare i ramponi. Risaliamo il versante con percorso libero fino alla dorsale nei pressi dell'Alpe Rossombolmo, chi su una costa in parte rocciosa, chi nel canale erboso sulla destra. In basso, poco sotto la dorsale, su un ripiano a Est del punto di uscita dal versante, si vedono le rovine di Ecalti.

Giunti sullo spartiacque colpisce il contrasto tra la valle del Rio San Carlo, fortemente antropizzata, e il selvaggio e dimenticato vallone che ci siamo lasciati alle spalle.

Tempo impiegato 5:30, comprese le pause

Ritorno
Camminando lungo l'ampia dorsale, raggiungiamo la Cappella del Buon Pastore, ristrutturata e con bella vista panoramica sui laghi. Anziché imboccare il sentiero principale, puntiamo inizialmente verso la sommità del Rothaora (quota 1565 m) e traversiamo sul suo fianco Est, passando accanto ai ruderi dell'Alpe Fènore, per immetterci su un sentiero segnalato da frecce di plastica rossa. Il percorso tocca il risalto imboscato di Punta Fènore (1435 m) e scende nel bosco sul versante di Ornavasso alla Capanna Legnano.

Qui imbocchiamo il sentiero che traversa a Nord e, giunto sul versante affacciato su Migiandone, scende con ampie svolte, sfruttando in parte i resti di una mulattiera militare. Poco sotto i ruderi dell'Alpe Pacusboda, i segni di vernice più recenti (e un ometto) indirizzano su un percorso che, al termine di un lungo traverso a Est, porta all'Alpe Barumboda, con le sue baite ristrutturate affacciate sui laghi e servite da una jeepabile.

Seguiamo inizialmente la strada sterrata per Ornavasso fino ad un bivio segnalato, dove svoltiamo a Ovest per poi scendere su sentiero alla baita rimodernata dell''Alpe Solitudine, dove inizia un percorso gradinato segnalato da una bollatura gialla (che definire esagerata è un eufemismo…) che in breve porta a Magigè, un'altra baita riattata. Ci spostiamo a Est per imboccare il sentiero che scende, nuovamente in direzione Ovest, all'Alpe Zevi, posto su un pianoro recentemente disboscato e riportato a nuova vita.

Nella precedente visita avevamo incontrato solo i cani (legati) e un asino libero di girovagare. In quest'occasione c'è anche il gentile proprietario. Scopriremo così che "Zevi" è un toponimo Walser con il significato di "laghetto", riferito alla pozza che si crea nel pianoro dell'alpe dopo piogge abbondanti, e verremo a sapere qualche dettaglio sull'identità del committente della mappa dell'alpe Campaccio, a cui va tutta la nostra riconoscenza per avere tramandato la toponomastica della montagna di Migiandone.

Ho parlato di committente e non di autore perché il nostro ha commissionato l'esecuzione della mappa ad un pittore di Marrackech, come si può leggere nella firma dell'opera.

Dopo la piacevole conversazione, prendiamo quindi il sentiero per Migiandone (frecce) noto dalla precedente visita. Questa volta, durante la discesa, Francesco nota sulla sinistra del sentiero, affacciata su un poggio panoramico, la Cappella dla Lanca, che ancora non avevamo visto. Ritorniamo quindi a Migiandone passando dagli alpi Sciuco, La Villa, Campaccio (la baita con la "famosa" mappa...) e, da ultimo, dal Santuario della Madonna dell'Oropa.

Tempo impiegato: circa 3:30

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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Galerie


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Kommentare (12)


Kommentar hinzufügen

ChristianR hat gesagt:
Gesendet am 17. Januar 2019 um 09:49
Un'esplorazione invernale molto bella fino all'ultimo pascolo alpino ... e senza l'abbigliamento cosmonauta. Il sentiero Fornale-Rossombolmo (visibile sul CNS) è ancora esistente?

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 17. Januar 2019 um 18:08
Ciao Christian, non ho trovato nulla di quel sentiero.

La IGM ne riporta addirittura due, uno più basso e uno più alto.

Anche la collocazione dei ruderi è doppia su IGM e quella corretta corrisponde all’incrocio dei sentieri. Alla quota 1521 m (a cui è riferito il nome di Tàverna sulla mappa) non ho visto resti.

ChristianR hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. Januar 2019 um 09:32
Ah ... i misteri della mappa IGM!

Indica anche un percorso che va da "Casot dal Casciadur" verso la "Cappella del Buon Pastore", forse passando per le fortificazioni militari e, quindi, probabilmente utilizzato dai soldati? Un altro mistero ...

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. Januar 2019 um 12:47
Sicuramente c’era un sentiero da Fornale a Tàverna ma è stato abbandonato da chissà quanto tempo. Abbiamo fatto un tentativo tempo fa da Fornale verso Tàverna ma il versante è impegnativo ed era anche tutto bagnato. Vedi la foto che ho aggiunto all’inizio della relazione per avere un quadro d’insieme.

Dal Casot del Casciadur alla Capella del Buon Pastore invece non abbiamo controllato ma è un versante più facile. Penso che anche lì ci sia stato un sentiero ed è probabile che ci sia qualche traccia. In alto, vicino alla Cappella, si vedono bene le trincee. Dopo aggiungo una o due foto, ma non sono venute bene perché c’era poca luce.

ChristianR hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. Januar 2019 um 14:11
Grazie per le immagini aggiuntive che dimostrano che è davvero necessario diventare un "twergi" per vivere alcune settimane o mesi in queste regioni inospitali.

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 19. Januar 2019 um 09:52
Se sommo tutti i giri fatti da queste parti si può dire che ho passato una settimana sulla montagna di Migiandone, senza contare il tempo in cui ero fisicamente altrove ma idealmente lì...

Ora ti saluto, perché sta iniziando a piovere e dentro la balma non c’è il wi-fi!

ChristianR hat gesagt: RE:
Gesendet am 19. Januar 2019 um 11:52
:D !

Menek hat gesagt:
Gesendet am 17. Januar 2019 um 10:22
Avventuroso giro...ricorda l'ultima thule di Guccini. :)

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 17. Januar 2019 um 18:10
Touché...non a caso uno dei miei riferimenti.

Menek hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. Januar 2019 um 06:44
:) top!

GIBI hat gesagt:
Gesendet am 19. Januar 2019 um 11:35
Bel giro ma sopratutto bella esplorazione alla ricerca dei sentieri perdutesi nel corso degli anni ... complimenti !

ciao Giorgio

atal hat gesagt:
Gesendet am 19. Januar 2019 um 20:22
Grazie Giorgio. Questo microcosmo conta una quarantina di alpeggi ed erano ovviamente tutti collegati tra loro, per lo più da sentieri minori di cui rimane poco o niente (a parte le intersezioni con la linea Cadorna, che ha “solo” un secolo di vita ma sembra già un relitto preistorico).

Ciao,
Andrea


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