Sentè di Stang - Bassa Ossola


Publiziert von atal , 21. November 2018 um 07:49.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:17 November 2018
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 8:00
Aufstieg: 1200 m
Abstieg: 1200 m

Si tratta di una piccola valle esposta a Nord, poco più che una zona d’ombra al margine sinistro del campo visivo quando, dalla pianura, entriamo nel paesaggio dell’Ossola pensando alle Alpi.

Come altri luoghi ignorati, custodisce angoli insospettabili di selvaggia, primordiale bellezza.

Nel fondo nascosto di quest'ombra scorre il Blet, il torrente che divide in due la montagna di Migiandone.

In alto appare isolata e bianca, alla maniera di certe cappelle, la baita intonacata dell'Alpe Solivo. Quello che si vede tutt'intorno è nient'altro che bosco.

Eppure sui fianchi della valle c'erano diversi altri alpeggi: Auliga e Spighi, visitati di recente, Fornale che vedremo oggi, più Zedar, Balum, Tàverna, Ecalti che ancora ci mancano.

Le baite sono crollate da tempo e i vecchi percorsi sono sul punto di scomparire, cancellati dai dilavamenti o nascosti dall’intrico dei rami.

Uno di essi, noto localmente come Senté di Stang, o il sentiero delle stanghe - probabilmente perché un tempo c’erano delle stanghe collocate come protezione lungo gli esposti traversi - attraversava il Blet nel suo tratto più incassato, consentendo un collegamento tra gli opposti versanti.

Annotazioni
Segnaletica assente, passaggi esposti, terreno franoso, tratti nel folto dei noccioli, rendono questo giro adatto a chi è abituato a muoversi in ambienti impervi e abbandonati.
Di grande suggestione il punto in cui si guada il Rio Blet. 

Il percorso
Con Ferruccio e Francesco parto dal parcheggio davanti al campanile dell'oratorio di Sant'Ambrogio, a Gabbio di Migiandone. Seguiamo le indicazioni per la mulattiera militare della costa del Gabbio, arrivando così a Bufferun. Salendo nell'avvallamento immediatamente a Est delle baite, si incontrano altri tornanti della mulattiera e, in cima al pendio, i ruderi di Cinambodo (CNS 660, maggiori dettagli a questo link).

Traversando in leggera salita verso Sud Ovest, poco sopra i 700 m di quota, troviamo una traccia non segnalata che si dirige in piano verso la valle del Blet. Entrati nel canale, incontriamo dei traversi esposti e dei passaggi su terreno franoso, fino ad arrivare nell'unico punto favorevole ad un attraversamento, al cospetto dell'alta parete che sostiene l'Alpe Spighi, immediatamente a valle di una cascata che scende dalla sinistra idrografica (circa 660 m).

Guadato il Blet, il sentiero sale alla base di una parete verso Nord su terreno ripido e franoso fino ad un poggio, quindi rimonta direttamente lo sperone roccioso soprastante. Da qui in avanti si trovano dei tagli ad indicare il percorso. Raggiunta una boschina intricata, un sentierino assediato dalla vegetazione sale ancora fino ad incrociare, intorno agli 850 m di quota, la stra di vacch, anch'essa in disuso, dell'Alpe Fornale.

Seguendo la mulattiera, inizialmente in direzione Sud, si attraversa un ruscello e quindi, con alcuni tornanti, si raggiunge l'Alpe Fornale. Lungo questo percorso si trovano anche dei segni di vernice.

Stando a fonti locali, risulta che l'Alpe Fornale sia stato utilizzato fino agli anni 1945-1950. Le baite prive di tetto, imboscate, con i muri in parte ricoperti di muschio, fanno supporre un abbandono di più lunga data ma l'impressione è presto smentita da un avanzo di lamiera.
La zona, pressoché in piano e ricca di acqua, era adatta al pascolo dei bovini.

Al ritorno percorriamo in discesa integralmente la stra di vacch, incontrando, dopo un primo tratto franato, dei muri di sostegno di grandi dimensioni, ben diversi dalle massicciate rudimentali della parte alta della mulattiera. Arriviamo così alla baita ristrutturata dell'Alpe Solivo per poi scendere verso Migiandone lungo il sentiero (poco evidente) che tocca diversi alpi, tutti ridotti in rovina con l'eccezione (parziale) di Cruseta, dove c'è ancora una baita in buono stato. Poco più in basso si incontrano gli interessanti ruderi di Nivoia e quindi diverse costruzioni legate alle Miniere di Rame, miniere sfruttate tra il 1856 e il 1870 dalla società inglese The Victor Emanuel Mining Company Limited.

Il sentiero scende con alcuni tratti panoramici fino nel bosco di fondovalle, dove si immette su uno sterrato che, costeggiando l'argine del rio Blet, porta sulla strada asfaltata tra le frazioni di Gabbio e Vadi, a breve distanza dal punto di partenza.

Tempi
Migiandone - Cinambodo: 1 ora
Cinambodo - guado Rio Blet: 1 ora
guado Rio Blet - Fornale: 1 ora
Fornale - Migiandone: 2 ore

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen


Kommentare (4)


Kommentar hinzufügen

blepori hat gesagt:
Gesendet am 22. November 2018 um 12:53
sempre posti suggestivi e belle scoperte, avete incontrato i Querc? Ciao Benedetto

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 22. November 2018 um 13:10
Certo, senza il loro aiuto non ne saremmo usciti...
Ciao,
Andrea

andrea62 hat gesagt:
Gesendet am 23. November 2018 um 09:27
Luogo estremamente solitario a soli 100 km da Milano!
Ciao

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. November 2018 um 13:02
Già, posti come questo sono l’esempio di come si possa trovare la natura selvaggia semplicemente cercandola nelle zone marginali e dimenticate, senza fare troppi km in macchina...
Ciao


Kommentar hinzufügen»