Alpi di Migiandone, a Est del Boecch - Bassa Ossola


Publiziert von atal , 18. Dezember 2019 um 22:46.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:14 Dezember 2019
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 8:00

Ritorno con Ferruccio a Migiandone per completare la conoscenza di una delle zone con la maggior densità di edifici rurali dell’Ossola. Molte delle località toccate in questo giro un tempo erano abitate tutto l'anno, quando il fondovalle era un luogo poco sicuro in cui vivere perché soggetto alle piene del Toce.

Sono i nuclei a quote più basse quelli più interessanti dal punto di vista delle caratteristiche costruttive (Aresti, Ronchi, Bormia, La Villa). Salendo di quota le architetture si semplificano ma troviamo ancora baite di grandi dimensioni, terrazzamenti e recinzioni in pietra, fino alla quota dell'Alpe Zevi, recentemente riportato a nuova vita.

Una caratteristica di questo territorio è anche l'abbondanza di balme, alcune veramente notevoli, e di architravi di dimensioni esagerate, che lo rendono una delle aree "megalitiche" (in senso letterale, viste le dimensioni di certe pietre...) più affascinanti dell'Ossola.

Migiandone è noto per essere stato, insieme ad Ornavasso, l'insediamento Walser più prossimo alla pianura. Sorprende però che non ci sia nulla nell'architettura a ricordare le tipiche costruzioni Walser, quel misto di pietra e legno che si può osservare, ad esempio, nelle zone di Alagna e Macugnaga.
Qui troviamo piuttosto baite costruite in uno stile simile a quello di altre zone dell'Ossola, con grandi architravi in pietra (nell'esecuzione singola e doppia, cioè uno rivolto all'esterno e uno all'interno sulla stessa apertura) e costruzioni massicce completamente realizzate in pietra a secco.

Notevoli le cantine a piano terra presenti in diverse costruzioni nei nuclei contigui di Aresti, Bormia e Ronchi. Ad Aresti si segnala in particolare una "casa padronale" in rovina, con una porta incorniciata da piedritti e un architrave squadrati e decorati, una raffinatezza insolita nei borghi abbandonati dell'Ossola.

A Ronchi si può osservare un altro notevole edificio che al piano terra presenta un forno per la cottura del pane, con la pietra frontale intagliata "a capanna", come nei forni comunitari della Valle Anzasca.

La quota più alta dell'escursione sono i 1000 m scarsi dell'alpe Zichsi (scritto anche Sichsi, o Xixi), un rudere azzerato di per sé insignficante poco sopra la baita rimodernata di Grausteini (IGM 887) se non fosse perché viene citato su documenti reperibili in rete (il sito di mindat e questa pagina del terzo volume dei I tesori Sotterranei dell'Italia, monumentale opera in quattro volumi pubblicata da W.P. Jervis tra il 1873 e il 1889) in relazione ad una concessione mineraria del 1863 per lo sfruttamento di una miniera di calcopirite, da cui si otteneva il rame, dell'estensione di 84 ettari.

Nei pressi dell'alpe troveremo una galleria che forse può essere messa in relazione alla citata miniera di Xixi (ipotesi non verificata).


Annotazioni
Il riferimento per il giro è la preziosa mappa dipinta la cui riproduzione è appesa ad un muro dell'Alpe Campaccio, l'unica su cui siano presenti tutti i toponimi qui citati e i numerosi sentieri della zona (nella prima foto).

Non ci sono difficoltà particolari ma la maggior parte dei sentieri sono abbandonati e in parte poco riconoscibili.

Notevole la grande balma con doppio ingresso incontrata lungo la stra di pai.

Qui di seguito la corrispondenza tra i toponimi indicati sulla carta IGM e quelli sulla mappa dell'alpe Campaccio.

 IGM Mappa Campaccio
Borciocco 355 m Runc dal Dunzela
Lanca 509 m Bufferun
Pacusboda 1078 m Auliga
Sichsi 707 m Lanca
Brugo 577 m Sciuco









Itinerario
Dalla Chiesa Parrocchiale di Sant Ambrogio (piccolo parcheggio) si seguono le indicazioni per le fortificazioni della costa del Gabbio.

Prima di attraversare il Rial Boechh su un ponte di cemento, si lascia la mulattiera per salire a sinistra (Sud) e seguire una traccia con segni rossi sbiaditi. Si arriva in breve alla cappella del Dunzela e quindi ai ruderi del Runc del Dunzela. Traversando a sinistra (Est) e salendo con percorso libero nel bosco si raggiungono le grandi rovine allineate di Fontane. A monte dell'alpe si ritrovano sbiaditi segni di vernice. Siamo sulla stra di pai, ovvero la strada dei pali, un vecchio sentiero che probabilmente ha assunto l'attuale denominazione dopo l'arrivo dell'alta tensione. Il percorso è in parte intralciato da piante cadute ma non presenta difficoltà. Dopo il primo traliccio si passa a monte di una grande balma con doppio ingresso. Proseguendo verso SE si arriva all'Alpe Sciuco, sul sentiero principale tra La Villa e l'Alpe Zevi. Si sale verso SO passando nei pressi della Cappella della Lanca, in posizione panoramica, e si arriva sul pianoro dell'Alpe Lanca, che conta una grande quantità di edifici, tutti in rovina. In questa zona il sentiero è poco chiaro ma il versante può essere risalito liberamente fino al pianoro soprastante, dove troviamo la grande radura dell'Alpe Zevi, che è stata recintata.

Al margine occidentale del pianoro c'è la Ca' della Loja, con annessa sorgente, e - ancora più a Ovest, la baita dell'Alp Muruset. Oltre la costruzione troviamo il Mot dal Muruset, un poggio panoramico (ma imboscato) che ospita resti del sistema difensivo della Linea Cadorna e una balma.

Alle spalle dell'alpe un sentierino (gradini, tagli) sale in una zona di grandi massi, passando accanto ad una balma, e arriva all'Alpe Grausteini, da cui si gode di uno splendido panorama, soprattutto sui dirimpettai Corni di Nibbio.

A monte della baita ristrutturata una traccia risale il versante (seguendo il tubo dell'acqua) fino ad una zona più ripida con rocce affioranti. Qui, deviando a destra (Ovest), una traccia poco visibile ma contrassegnata da qualche taglio porta al rudere azzerato dell'Alpe Zichsi.

Fatto ritorno a Sciuco per il percorso dell'andata, scendiamo lungo il sentiero verso La Villa, fino ad un bivio segnalato per l'Alpe Cuna. Un buon sentiero (usato anche per l'Ornatrail, a giudicare da un cartello plastificato lasciato a terra...) attraversa il Rial din Loja e raggiunge il nucleo riattato dell'Alpe Cuna. Poco più in alto si vedono le costruzioni, sempre rimodernate, dell'Alpe Brugo.

La cosa più notevole dell'Alpe Cuna è un pozzo murato, a cui si accede aprendo una porticina, che attinge l'acqua da una falda. Poco più in basso c'è un altro pozzo murato. Scendendo lungo il sentiero ufficiale per la Punta di Migiandone, si notano nel bosco altri ruderi: è l'Alp di Frezza, dove troviamo un terzo pozzo murato.
Proseguendo lungo il percorso della dorsale, subito dopo una galleria della Linea Cadorna, una traccia in direzione Ovest porta all'Alpe Bara (riattato).
Dall'alpe si scende sul versante verso Migiandone incontrando un buon sentiero che attraversa il versante, collegando La Villa con il forte di Bara.
Procedendo verso Ovest, le rovine di Svendi si raggiungono uscendo a Nord da un varco nel muretto che affianca il percorso. Ripreso il sentiero, poco prima di arrivare al Rial din Loja, si sale sulla sinistra (Sud) e, con percorso poco evidente nel ripido bosco, si arriva alle rovine dell'Alpe Jonisse.

Proseguendo lungo il sentiero si arriva a La Villa. Da qui, anziché seguire il percorso segnalato che passa dal Santuario della Madonna di Oropa, si scende davanti alla cappella e si arriva ad Aresti, dove troviamo l'interessante rovina della "casa padronale", oltre a due baite rimodernate.
Si attraversa il Rial Bormia seguendo una stradina e si arriva così a Bormia. La costruzione con il forno per il pane è nella grande casa a Nord della cappella. Salendo a monte delle baite si incontrano i ruderi di Ronchi, dove troviamo la cantina più notevole, oltre che un'architrave dalla forma inconsueta.
Ritornati al Rial Bormia, si segue la stradina nel bosco che confluisce sulla via crucis a valle del Santuario della Madonna di Oropa. Da qui in breve si ritorna al punto di partenza.

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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gbal hat gesagt:
Gesendet am 19. Dezember 2019 um 18:14
Pregevole ricerca, molto interessante e a volte commovente nel pensare ai tempi che furono.
Bravi

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 19. Dezember 2019 um 18:59
Grazie. La zona di Migiandone, già battuta in lungo e in largo in diverse occasioni, ha riservato ancora delle piccole grandi sorprese, riconfermandosi come una delle più interessanti (e misconosciute...) dell’Ossola.


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