Cresta della Giumenta e creste del Resegone 1875 m
La giornata non parte bene. Al parcheggio dei Piani d’Erna, Marco rompe la stringa degli scarponi, non avendo voglia di cercare la stringa e cambiarla, via gli scarponi e si va di scarpette…prendiamo un altro caffè e partiamo.
Poco dopo l’Alpe Costa ahimè comincia a piovere, più che pioggia sono micro palline ghiacciate, non sembra ci sia una temperatura così bassa però…
Mentre saliamo al Magnodeno, cominciamo a pensare a un piano B. Ma per nostra fortuna giunti in cima il tempo sembra migliorare, uno squarcio di azzurro e un raggio di sole illuminano Lecco.
Ripartiamo e come da programma continuiamo sulla Cresta della Giumenta. Più sicura la roccia dei passaggi su erba e fango…in un’alternanza di cielo cupo e sereno giungiamo alla Cima del Fò, dove facciamo uno spuntino osservando un elicottero del soccorso alpino che gira attorno alle punte del Resegone. Essendo avvolte nelle nubi non capiamo cosa stia facendo e, dopo una decina di minuti lo vediamo ripartire verso Lecco…non sappiamo cosa sia successo.
Con una timida schiarita ripartiamo per La Passata, dove un cartello indica tre ore al Resegone…gulp! Non ricordavo fosse così lunga anche perché l’abbiamo sempre fatta nel senso inverso. A questo punto vedremo a che ora saremo in cima e penseremo al da farsi.
Ripidamente, molto ripidamente saliamo alla Cima Quarenghi e da qui alternando vari sali scendi proseguiamo lungo la cresta. Non c’è neve ma il terreno è comunque scivoloso a causa della galaverna che ci regala un paesaggio surreale in un’alternanza di nebbia, sereno (poco) e qualche fiocco di neve.
Veloce sosta alla croce del Resegone e discesa al rifugio. Speravamo di poterci fermare per mangiare al caldo ma è pieno. Ci confermano che per il P.so del Giuff ci vogliono circa 1.30 h/2 h. Beh possiamo farcela….mangiucchiamo qualcosa e ripartiamo. Ancora su e giù facendo sempre attenzione a non scivolare e giungiamo al P.so prima del previsto. Per i Piani d’Erna il cartello indica quarantacinque minuti, questa primavera, con la neve, mi era sembrata eterna. Ci fidiamo dei tempi e facciamo una sosta un poco più lunga.
Riprendiamo e con passo allegrotto scendiamo alla Bocca d’Erna, un’occhiata all’orologio ci fa sperare di riuscire a raggiungere il rifugio Stoppani e l’Alpe Costa con la luce. Con tutto questo fango scendere al buio non sarebbe molto consigliabile!
Giunti alla Cappella dell’Alpe Costa, non mancando molto al posteggio ed essendo ormai mulattiera, ci fermiamo per mangiare gli ultimi panini e goderci il primo e ultimo sole della giornata.
Il ritorno al posteggio ci sembrerà più breve del solito.
Bellissimo e riuscitissimo anello. Certo sarebbe stato bello avere una giornata più soleggiata e magari più ore di luce per godersela un poco di più ma è andata bene anche così!
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