Piz Spadolazzo (2722 m)
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L’altro giorno Angelo mi dice che domenica è a casa dal lavoro: è rarissimo riuscire a combinare, e con lui mi trovo benissimo, come non approfittarne?! Così subito organizziamo un’uscita assieme. Mi propone il Piz Spadolazzo, una meta a cui avevo pensato un po’ anch’io, quindi non sto a proporne altre e andiamo decisi per quella! La giornata si preannuncia senza una nube, la zona non la conosco quasi, partiamo!
Ci troviamo sul tardi a Lecco-Bione. La salita è veloce, non c’è bisogno di fare le partenze antelucane come sono abituato io. Chiacchieriamo come al solito, è da parecchio che non ci vediamo e le cose da raccontare sono un sacco, incluso il libro che ho appena scritto, tanto che arrivati a Colico sbaglio e prendo la strada per la Valtellina, invece che per la Val Chiavenna!
Partiamo dal Lago di Montespluga. Una salita lungo una strada, poi un lungo traverso su sentiero, e siamo in un attimo al Rifugio Bertacchi. Purtroppo, il sole non è ancora sorto e tutto sembra più tetro. Proseguiamo lungo il sentiero che ci porterà fino in cima. Oggi, nessuna difficoltà tecnica!
Poco prima della vetta raggiungiamo un duo che avevamo già visto alla partenza, alla macchina, e che ci aveva superato, prendendo una via più diretta, fuori dal sentiero. Una cosa che già mi piace. In vetta arriva tanta altra gente, è accessibile a tutti e veloce da fare. Italiani e svizzeri. Tutti si arrovellano per trovare i nomi delle cime. Per me è assai difficile, per due motivi: conosco poco le montagne dei Grigioni e della Valchiavenna e ancor meno da questo punto di vista. A parte le vette più riconoscibili, proprio davanti a noi – Tambo, Piz Emet, Suretta, Pizzo Quadro, Piz Ferré – le altre sono visibili con uno scorcio in diagonale, non è facile, soprattutto per me, capire dove sia l’Engadina, vista da qui. Solo a casa sarà possibile far chiarezza, col bellissimo tool del dott. Deuschle!
Nel frattempo, facciamo amicizia con i due che sono arrivati in cima assieme a noi, Dario e Roberto. Scopriamo di avere un amico in comune (pm1996!) e incominciamo a chiacchierare. Io e Angelo capiamo subito che i nostri nuovi amici sono gente che va in montagna facendo cose al nostro livello: sarebbe bello riuscire a rimanere in contatto e fare qualcos’altro assieme in futuro!
Con calma arriviamo alla macchina. Tutti temiamo la coda del ritorno, quindi già pensiamo a fermarci lungo il percorso per lasciare che il traffico defluisca: prima, prendiamo una birra a Chiavenna, poi ci mangiamo una pizza a Mandello.
Alla prossima, ci auguriamo!
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