Cima Careser 3189 m
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Vista la stanchezza sentita ieri e la giornata in cui si prevedono temporali nel pomeriggio, avevamo pensato di puntare direttamente al rifugio, scambiare un po’ di chiacchiere con Cecilia e quindi scendere.
Giunti, però al Coler la giornata sembra invitarci a fare qualcosa di più, per cui puntiamo al Baito Campisol e poi da li penseremo come proseguire.
Arrivati al Baito, nonostante le cime stiano cominciando a coprirsi, decidiamo di salire alla Punta Careser. Risalire la Val Campisol è sempre molto bello, poiché il sentiero non è ufficiale è difficile se non impossibile incontrare qualcuno. L’ometto che fino all’anno scorso indicava l’imbocco della valle, non c’è più. Infatti, anche noi siamo andati oltre, conoscendo però il punto dove passa la traccia, ci siamo poi spostati ritrovandola. Gli ometti, sono evidenti fino al Baito Campisol Alto, dopo di diminuiscono o spariscono per poi ricomparire, più frequenti, nei pressi della dorsale che porta in cima.
Superato il Baito Campisol Alto entriamo nella nebbia ma avendo fatto questo percorso altre volte riusciamo comunque, senza difficoltà, a raggiungere la dorsale. Ogni tanto passiamo accanto a un ometto e questo c’è di conforto.
Bellissimo l’arrivo in cima, cosa non sempre scontata.
Perché?
Perché a pochi metri dall’arrivo usciamo dalle nebbie e ci accolgono un bel sole e un bel cielo blu, cosa cui non eravamo preparati.
Ci godiamo un poco il sole della cima dopo di che scendiamo alla Bocca di Saent e quindi, su buon sentiero, al Rifugio Dorigoni.
Sosta inevitabilmente lunghetta e ciò ha permesso al tempo, contrariamente a quanto previsto, di migliorare.
Rientro al Coler con la via di accesso più veloce e più battuta.
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