Giro del Kalkkögel (2804 m), le Dolomiti del Nord


Publiziert von siso , 23. September 2016 um 19:10.

Region: Welt » Österreich » Zentrale Ostalpen » Stubaier Alpen
Tour Datum: 8 September 2016
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: A 
Zeitbedarf: 7:30
Aufstieg: 1004 m
Strecke:Kreuzjoch Bergstation (2136 m) – Sennjochhütte (2225 m) – Starkenburger Hütte (2237 m) – Schlicker Schartl (2456 m) – Seejöchl (2518 m) – Adolf-Pichler Hütte (1977 m) – Alpenklubscharte (2451 m) – Roßgrube (1855 m) – Schlicker Alm (1643 m) – Mittelsta-tion Froneben (1350 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Dalla Svizzera: Feldkirch – Tunnel dell’Arlberg –A14 –A12 – Innsbruck – A13 – Wipptal – Stubaital – Fulpmes – Stazione di partenza della funivia Kreuzjochbahn (Schlick 2000), sopra il paese (1028 m).
Unterkunftmöglichkeiten:Starkenburger Hütte (2237 m); Adolf-Pichler Hütte (1977 m).
Kartennummer:Extra Tourenkarte Stubaital, Kompass. 1:35000; Wanderkarte Stubai, Alpenwelt Verlag Bruneck– 1:40000.

Imperdibile escursione sul massiccio montuoso del Kalkkögel, un’area protetta (Ruhegebiet Kalkkögel) in cui la natura ha conservato la propria integrità come in pochi altri posti.

 

Inizio dell’escursione: ore 9:25

Fine dell’escursione: ore 16:55

Temperatura alla Starkenburger Hütte, ore 10.45: 10°C

Sorgere del sole: 6.38

Tramonto del sole: 19.45

 

Anche oggi è una giornata spettacolare: cielo terso, temperatura gradevole, aria sana e luce bellissima. Sono le condizioni ideali per una lunga camminata in uno scenario indimenticabile, tenendo la macchina fotografica a portata di mano.

Alle 9:25 mi incammino dalla stazione a monte della funivia Kreuzjoch (2136 m), lungo il sentiero no. 4 in direzione del Sennjoch (2190 m) e della Sennjochhütte (2225 m). Il comodo sentiero si sviluppa all’ombra del Kreuzjoch, fra pini mugo e su bianchi ghiaioni dolomitici. C’è parecchia gente in cammino, presumo che si tratti di un gruppo appartenente ad una società alpinistica, diretto all’Hoher Burgstall (2611 m), una delle “sette cime di carattere” della Valle dello Stubai.

Poco dopo la Sennjochhütte seguo il segnavia per la Starkenburger Hütte, che mi indirizza al di là del crinale, sul versante meridionale del Niederer- e dell’Hoher Burgstall. Il sentiero, sempre ben inciso, supera degli affioramenti di roccia, delle ganne e dei ripidi pascoli, caratterizzati dalla presenza di numerosi ripari antivalanghe metallici.

Dopo un’ora e venti minuti di cammino raggiungo la Starkenburger Hütte (2237 m), un rifugio del DAV costruito nel 1900. Karin mi serve un ottimo e dissetante Skiwasser. Sembrerebbe una banalità, tuttavia ho constatato che nelle varie capanne e malghe, vengono serviti Skiwasser molto diversi l’uno dall’altro. Dipenderà dalla qualità dell’acqua, dalla qualità del succo di lamponi, o forse dalla concentrazione dello stesso.

Il rifugio è ubicato su un poggio, all’estremità del quale hanno installato una piattaforma panoramica dalla quale si possono ammirare tutte le “7 cime con carattere” dello Stubai.

Dopo venti minuti di sosta riprendo il cammino, questa volta in salita vera, per un dislivello di circa 300 m. Dopo una mezz’oretta di cammino entro in uno scenario selvaggio di incomparabile bellezza. Qui non c’è più anima viva. La catena del Kalkkögel vista dal lato Ovest è ancora più avvincente. Le pietraie e i detriti di falda chiari spiccano sul cielo azzurro. Mi associo al pensiero di Vincent Van Gogh: “Non mi stanco mai di un cielo azzurro”.

 

È una meraviglia della natura; vorrei rallentare il passo per prolungare lo spettacolo, ma la strada che devo percorrere è molto lunga. Ogni decina di metri mi fermo comunque per cercare di immortalare con delle foto ciò che i miei occhi vedono. Il bello è che più salgo e più il paesaggio si arricchisce di elementi seducenti.

Incontro le prime persone alla Schlicker Schartl (2456 m), la sella che offre una bellissima veduta sulla cima dell’Hoher Burgstall (2611 m), anche oggi molto frequentato da escursionisti e da uno sportivo che grazie alle termiche ha raggiunto la cima con il parapendio…

Una lunga traversa sui detriti di falda, a meridione della Schlicker Seespitze (2804 m), mi permette di arrivare allo Seejochl (2518 m), un valico escursionistico che dà accesso alla Senderstal, una laterale della Sellraintal.

                     Giro del Kalkkögel (2804 m), le Dolomiti del Nord

Ora mi aspetta una lunga discesa verso la Adolf Pichler Hütte (1977 m), ai piedi di impressionanti pareti rocciose, di eleganti guglie e di canaloni che col tempo hanno eruttato dei lunghi ventagli di ghiaia e pietrisco mobili. La capanna, intitolata allo scrittore e naturalista austriaco Adolf Pichler (Erl, 4.9.1819 – Innsbruck, 15.11.1900), non gode di un’architettura caratteristica, in compenso è situata in un paesaggio di prim’ordine.

Mi riposo per pochi minuti sulla terrazza del rifugio, osservando con una certa inquietudine l’importante salita che mi aspetta. Il canalone mi permetterà di guadagnare dapprima il crinale, per poi scendere di nuovo sul versante meridionale della catena del Kalkkögel. 

Alle 14:00 mi avvio lungo il sentiero 113, con molta determinazione e con ancora molta energia in corpo. Sono l’unico a tentare tale impresa, gli altri escursionisti si incamminano tranquillamente sulla sterrata che li ricondurrà al parcheggio del Kemater Alm (1673 m), a meno di un’ora di cammino.

La prima parte di salita è più veloce del previsto; in meno di 25 minuti pervengo al bivio per Hochtennboden. Un cartello giallo recita “Weg gesperrt!”, akuter Steinschlaggefahr, Lebensgefahr. Pazienza, continuo nel canalone tra la Schlicker Nadeln (a sinistra) e la Kleine Ochsenwand (a destra). La pendenza si fa via via più marcata. Sulle pareti rocciose vedo alcune targhe che commemorano degli scalatori periti (verunglückt).

Il paesaggio è austero e selvaggio: mi piace! Continuo irremovibile, con il desiderio di scoprire cosa c’è più in alto. In un’ora raggiungo la bocchetta. Mi fermo per pochi istanti, perché il tempo stringe, mi rimangono due ore per poter prendere l’ultima cabina alla stazione intermedia: dovrò scendere “al galoppo” su un sentierino ripido e poco frequentato.

La discesa inizia con un traverso su  una cengia rocciosa, che richiede attenzione a prescindere dalle condizioni meteo, a maggior ragione se bagnata o ricoperta di brina. Poco dopo, pur rimanendo ripido, il sentiero non desta più preoccupazioni.

Percorrendo questa via mi sembra di fare un salto nel tempo che mi proietta nell’età del ferro. Qui non c’è la forte affluenza che ho notato altrove: è un ritorno all’essenzialità e alla semplicità dell’esistenza. Una decina di pecore pascolano su un terrazzino erboso, appeso fra dirupi spaventevoli e inaccessibili. Dev’essere stata dura la vita degli alpigiani che accudivano le loro greggi in questa valle. I loro discendenti si sono convertiti all’agriturismo, molto più remunerativo, almeno da queste parti, anche se non privo di stress, nei momenti di maggior affluenza. Alcuni escursionisti cittadini avranno fatto il pensierino di trasferirsi in una di queste baite. Sono convinto che la decisione di lasciare la città per vivere in montagna deve essere supportata da motivazioni serie e consapevoli. La montagna non è lì per accogliere i disagi e le inquietudini di cittadini stanchi.

Fra una riflessione e l’altra arrivo allo Schlicker Alm (1643 m), è un riorno alla civiltà, fatta di ombrelloni, di bandiere, di seggiovie e di tavoli animati da avventori gaudenti. Non ho il tempo per fermarmi: tiro dritto come uno zelante corriere espresso, senza poter ammirare con calma gli intrattenimenti che gli operatori turistici hanno installato lungo il percorso per divertire grandi e piccini.

Alle 16:55, con cinque minuti di margine, raggiungo la stazione intermedia della funivia, che mi riporta a Fulpmes.

 

Meravigliosa escursione attorno alla catena del Kalkkögel, con un entusiasmante attraversamento di un valico alpinistico. Il severo ambiente alpino delle Dolomiti del Tirolo del Nord mi ha conquistato.

 

 

Tempo di salita fino all’Alpenklubscharte: 5 h 35 min

Tempo totale: 7 h 30 min

Tempi parziali:

Kreuzjoch Bergstation (2136 m) – Starkenburger Hütte (2237 m): 1 h 20 min

Starkenburger Hütte (2237 m) – Seejöchl (2518 m): 55 min

Seejöchl (2518 m) – Adolf-Pichler Hütte (1977 m): 1 h

Adolf-Pichler Hütte (1977 m) – Alpenklubscharte (2451 m): 1 h

Alpenklubscharte (2451 m) – Schlicker Alm (1643 m): 1 h 05 min

Schlicker Alm (1643 m) – Mittelstation Froneben (1350 m): 45 min

Dislivello in salita: 1004 m

Sviluppo complessivo: 18,8 km

Difficoltà: T3

Copertura della rete cellulare: buona

Telefono d’emergenza: 140 o 112

Libro di capanna: sì.


Tourengänger: siso


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Kommentare (4)


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Poncione hat gesagt:
Gesendet am 23. September 2016 um 21:07
Davvero posti spettacolari...
Grazie per averceli mostrati.

Ciao

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. September 2016 um 21:09
È un piacere condividere posti tanto belli: meritano di essere visti da tutti gli appassionati della montagna!
A presto,
siso.

danicomo hat gesagt:
Gesendet am 25. September 2016 um 13:28
Bello, come sempre...
C'è un quiz geologico nell'ultima di Froloccone (o poncione) che aspetta un tuo illuminato parere....

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. September 2016 um 17:06
Grazie Daniele!
La roccia sembrerebbe steatite (talco cloritico), del tutto simile a quella che si usa per fabbricare i laveggi.
Ciao,
siso.


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