L'ora del Regagno (m.1627), sempre magia in Valsolda
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http://www.hikr.org/gallery/photo2028021.html?post_id=106575#1
Sfruttando il lunedì festivo, in compagnia di Danilo torno in Valsolda.
Decido di tornarci perchè la scorsa settimana, salendo dalla Valcolla in una giornata un po' incerta, mi ero spinto sull'anonima Cima m.1717 ad osservare un'altra vetta che poi non raggiunsi. Su quest'ultima si trovano poche notizie, e alcune carte nemmeno ne indicano la quota: anche in rete non c'è una relazione a pagarla... Ma come al solito mi è di preziosissimo aiuto il grande e indimenticato Oliviero Bellinzani (cit. Prealpi Lombarde Occidentali - Ed.Idea Montagna, 2013, pagg.252-254): Piramidale appicco dalla bifida sommità, il Regagno è posto al termine dell'articolata cresta che verso est si stacca dalla quota m.1717 della Cima di Fiorina, rimanendo decentrato rispetto la dorsale spartiacque principale. Ciò gli conferisce una marcata identità, soprattutto se visto da nord, consentendo uno spettacolare colpo d'occhio sulla meravigliosa Valsolda (...) Cima scarsamente frequentata nonostante l'indubbia bellezza, rimane fuori dai circuiti escursionistici che la sfiorano, precipitando a sud in ripidi pendii erbosi dal sapore aspro, mentre a nord presenta una triangolare parete rocciosa che la rende immediatamente riconoscibile (...)
Difficile non esserne attratti leggendo queste righe, tuttavia decido di salire dalla Valsolda anzichè dalla Val Rezzo affinchè l'ascesa sia veramente tale, e poi... adoro la Valsolda. Oggi con me c'è Danilo, col quale non uscivo da qualche mese (Camoghè), e che era già stato con me da queste parti.
Partiamo da Dasio (m.582), salendo in tutta calma dal classico sentiero che s'incunea nel cuore della Valsolda toccando il panoramico nucleo di Ranco (m.768) e tramite splendida mulattiera l'Alpe Serte (m.845). Da qui, transitando all'ombra del minaccioso Pizzo Ravò, ci dirigiamo con pendenza piuttosto modesta ma in ambienti calcarei assai suggestivi verso il Passo Stretto (m.1102), una sorta di bocchetta "allungata" nella faggeta che culmina in un'ampia radura da cui è possibile collegarsi alla Val Rezzo. Si perviene, sempre su sentieri ben segnalati, al bivio per l'Alpe Fiorina, dove la salita si fa più marcata ma mai faticosa e l'ambiente più aperto, maestoso e selvaggio, in cui slanciate creste, guglie e torrioni emergono dal bosco di faggi. Giunti alla bella radura dell'Alpe Fiorina (m.1348), in cui si trovano due baitelli in legno chiusi a chiave, ci fermiamo a pranzare nell'area attrezzata: va detto che questo luogo è all'interno della Riserva Integrale del Parco Naturale della Valsolda ed è consentita la permanenza per non più di due ore... L'ambiente è effettivamente molto bello, ed è un punto d'incontro tra il bosco di faggio e di pino, che sarà "la chiave" della rimanente parte di salita. A stomaco pieno ripartiamo alla volta della Bocchetta di Regagno con bel sentiero, pure marcato, che sale con dolci zig-zag e brevi strappi: alla bocchetta la situazione è abbastanza chiara, perchè uscendo dal bosco di faggi si risale alla quota m.1717 (dove mi ero fermato la settimana precedente), mentre il Regagno rimane ovviamente a destra. Da un bel faggio con marcature giallorosse/biancorosse si nota una chiara traccia che inizia a risalire la ripida china nel bosco, uscendo quasi subito in corrispondenza di prati, mughi e bei cuscini di erica, tipico ambiente di queste zone calcaree. Non rimane che seguire la ripida ma facile cresta, con panorama che si apre in maniera spettacolare aggirando spuntoni, paretine e canali che precipitano a nord, pervenendo a una selletta tra due colli, da cui la vetta è finalmente visibile. Si traversa su sentierino di capre, che poi si abbandona puntando su balze erbose alla prima cima. Questa sarebbe già affrontabile con bei passaggi di I+ su erba e roccia, ma è sufficiente aggirarla con attenzione a destra (E) pervenendo alle selletta tra le due cime: salgo sulla prima, la più bassa e anonima, con vista molto bella ma "incompleta", quindi sulla seconda, la più alta, ove - come ci ricorda ancora "l'uomo con le ali" - è presente un palo d'alluminio e arrivarvi in piena solitudine è un'emozione. E non aggiungo altro.
In mezzo all'emozione ci sta tuttavia un evento semi-comico, in quanto mi si scarica anche la seconda macchina fotografica, e devo scendere al colletto in cui Danilo si è fermato per farmi prestare la sua e poi risalire per "mitragliare" adeguatamente dalla vetta. ;)
Rientrati senza problemi all'Alpe Fiorina potremmo ridiscendere dallo stesso sentiero, ma mi lascio ingolosire e fuorviare dalla possibilità di un bell'anello, che risulterà molto più lungo e impegnativo - sebbene mai difficile - del previsto... dall'alpe si risale infatti un bel sentiero a mezzacosta che giunge presto a dominarne la radura da una panoramica postazione di avvistamento, per poi risalire alla Bocchetta del Boj, dove inizia un lungo, panoramicissimo e tormentato traverso che aggira e poi risale bruscamente le pendici del Monte Pradè, giungendo finalmente a una selletta boscosa (m.1560) da cui ci si può abbassare all'Alpe Noresso per un sentiero molto invaso da fogliame, evitando la risalita alla cima stessa. Giunti all'alpe tocca risalire ripidamente alla bocchetta tra Monte Pradè e Cima della Noga, dalla quale finalmente può iniziare la "vera" discesa in Valsolda. Prima di iniziarla però rifocillo di zuccheri Danilo, poco abituato a tali tour de force, e giustamente affaticato da un "fuori programma" che francamente non mi aspettavo tale...
Passando nei pressi del Bus della Noga e all'Alpe Mapel scendiamo con pendenza costante al torrente Soldo, dal quale in breve chiudiamo l'anello in corrispondenza dell'Alpe Serte, da cui con l'ultima luce e col mio "panorama preferito" ;) ci caliamo a Ranco e infine Dasio.
Grazie a Danilo, per avermi fiduciosamente seguito e accompagnato in questa escursione che ritengo veramente magnifica, e all'Uomo con le Ali per avermela ispirata.
NB. Dasio-Passo Stretto-Alpe Fiorina-Bocchetta di Regagno T2 - Bocchetta di Regagno-Regagno T3+ - Alpe Fiorina-Bocchetta del Boj-Alpe Noresso-Alpe Mapel T3 - Alpe Mapel-Dasio T2
Il dislivello è indicativo e può solo "avvicinarsi" a quello realmente effettuato.
Sfruttando il lunedì festivo, in compagnia di Danilo torno in Valsolda.
Decido di tornarci perchè la scorsa settimana, salendo dalla Valcolla in una giornata un po' incerta, mi ero spinto sull'anonima Cima m.1717 ad osservare un'altra vetta che poi non raggiunsi. Su quest'ultima si trovano poche notizie, e alcune carte nemmeno ne indicano la quota: anche in rete non c'è una relazione a pagarla... Ma come al solito mi è di preziosissimo aiuto il grande e indimenticato Oliviero Bellinzani (cit. Prealpi Lombarde Occidentali - Ed.Idea Montagna, 2013, pagg.252-254): Piramidale appicco dalla bifida sommità, il Regagno è posto al termine dell'articolata cresta che verso est si stacca dalla quota m.1717 della Cima di Fiorina, rimanendo decentrato rispetto la dorsale spartiacque principale. Ciò gli conferisce una marcata identità, soprattutto se visto da nord, consentendo uno spettacolare colpo d'occhio sulla meravigliosa Valsolda (...) Cima scarsamente frequentata nonostante l'indubbia bellezza, rimane fuori dai circuiti escursionistici che la sfiorano, precipitando a sud in ripidi pendii erbosi dal sapore aspro, mentre a nord presenta una triangolare parete rocciosa che la rende immediatamente riconoscibile (...)
Difficile non esserne attratti leggendo queste righe, tuttavia decido di salire dalla Valsolda anzichè dalla Val Rezzo affinchè l'ascesa sia veramente tale, e poi... adoro la Valsolda. Oggi con me c'è Danilo, col quale non uscivo da qualche mese (Camoghè), e che era già stato con me da queste parti.
Partiamo da Dasio (m.582), salendo in tutta calma dal classico sentiero che s'incunea nel cuore della Valsolda toccando il panoramico nucleo di Ranco (m.768) e tramite splendida mulattiera l'Alpe Serte (m.845). Da qui, transitando all'ombra del minaccioso Pizzo Ravò, ci dirigiamo con pendenza piuttosto modesta ma in ambienti calcarei assai suggestivi verso il Passo Stretto (m.1102), una sorta di bocchetta "allungata" nella faggeta che culmina in un'ampia radura da cui è possibile collegarsi alla Val Rezzo. Si perviene, sempre su sentieri ben segnalati, al bivio per l'Alpe Fiorina, dove la salita si fa più marcata ma mai faticosa e l'ambiente più aperto, maestoso e selvaggio, in cui slanciate creste, guglie e torrioni emergono dal bosco di faggi. Giunti alla bella radura dell'Alpe Fiorina (m.1348), in cui si trovano due baitelli in legno chiusi a chiave, ci fermiamo a pranzare nell'area attrezzata: va detto che questo luogo è all'interno della Riserva Integrale del Parco Naturale della Valsolda ed è consentita la permanenza per non più di due ore... L'ambiente è effettivamente molto bello, ed è un punto d'incontro tra il bosco di faggio e di pino, che sarà "la chiave" della rimanente parte di salita. A stomaco pieno ripartiamo alla volta della Bocchetta di Regagno con bel sentiero, pure marcato, che sale con dolci zig-zag e brevi strappi: alla bocchetta la situazione è abbastanza chiara, perchè uscendo dal bosco di faggi si risale alla quota m.1717 (dove mi ero fermato la settimana precedente), mentre il Regagno rimane ovviamente a destra. Da un bel faggio con marcature giallorosse/biancorosse si nota una chiara traccia che inizia a risalire la ripida china nel bosco, uscendo quasi subito in corrispondenza di prati, mughi e bei cuscini di erica, tipico ambiente di queste zone calcaree. Non rimane che seguire la ripida ma facile cresta, con panorama che si apre in maniera spettacolare aggirando spuntoni, paretine e canali che precipitano a nord, pervenendo a una selletta tra due colli, da cui la vetta è finalmente visibile. Si traversa su sentierino di capre, che poi si abbandona puntando su balze erbose alla prima cima. Questa sarebbe già affrontabile con bei passaggi di I+ su erba e roccia, ma è sufficiente aggirarla con attenzione a destra (E) pervenendo alle selletta tra le due cime: salgo sulla prima, la più bassa e anonima, con vista molto bella ma "incompleta", quindi sulla seconda, la più alta, ove - come ci ricorda ancora "l'uomo con le ali" - è presente un palo d'alluminio e arrivarvi in piena solitudine è un'emozione. E non aggiungo altro.
In mezzo all'emozione ci sta tuttavia un evento semi-comico, in quanto mi si scarica anche la seconda macchina fotografica, e devo scendere al colletto in cui Danilo si è fermato per farmi prestare la sua e poi risalire per "mitragliare" adeguatamente dalla vetta. ;)
Rientrati senza problemi all'Alpe Fiorina potremmo ridiscendere dallo stesso sentiero, ma mi lascio ingolosire e fuorviare dalla possibilità di un bell'anello, che risulterà molto più lungo e impegnativo - sebbene mai difficile - del previsto... dall'alpe si risale infatti un bel sentiero a mezzacosta che giunge presto a dominarne la radura da una panoramica postazione di avvistamento, per poi risalire alla Bocchetta del Boj, dove inizia un lungo, panoramicissimo e tormentato traverso che aggira e poi risale bruscamente le pendici del Monte Pradè, giungendo finalmente a una selletta boscosa (m.1560) da cui ci si può abbassare all'Alpe Noresso per un sentiero molto invaso da fogliame, evitando la risalita alla cima stessa. Giunti all'alpe tocca risalire ripidamente alla bocchetta tra Monte Pradè e Cima della Noga, dalla quale finalmente può iniziare la "vera" discesa in Valsolda. Prima di iniziarla però rifocillo di zuccheri Danilo, poco abituato a tali tour de force, e giustamente affaticato da un "fuori programma" che francamente non mi aspettavo tale...
Passando nei pressi del Bus della Noga e all'Alpe Mapel scendiamo con pendenza costante al torrente Soldo, dal quale in breve chiudiamo l'anello in corrispondenza dell'Alpe Serte, da cui con l'ultima luce e col mio "panorama preferito" ;) ci caliamo a Ranco e infine Dasio.
Grazie a Danilo, per avermi fiduciosamente seguito e accompagnato in questa escursione che ritengo veramente magnifica, e all'Uomo con le Ali per avermela ispirata.
NB. Dasio-Passo Stretto-Alpe Fiorina-Bocchetta di Regagno T2 - Bocchetta di Regagno-Regagno T3+ - Alpe Fiorina-Bocchetta del Boj-Alpe Noresso-Alpe Mapel T3 - Alpe Mapel-Dasio T2
Il dislivello è indicativo e può solo "avvicinarsi" a quello realmente effettuato.
Tourengänger:
Poncione

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