Sass di Mont (m.1262), Cime di Noga (m.1511, m.1517), Monte Pradè (m.1607)
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Partenza da Dasio (m.582), seguendo la segnaletica CAI per il Sass di Mont, tramite un ripido sentiero che s'innalza nel rado bosco, toccando inizialmente una cascina posta sotto quella che si direbbe una ex-cava. Dopo lunghi zigzag e qualche traverso la pendenza s'accentua poco prima di giungere alla selletta tra la cima e la dorsale che punta ai "piani alti" della valle: qui giunti non resta che seguire le indicazioni, le quali fan compiere un aggiramento in saliscendi a N della cima, prima di salirvi con sentierini moderatamente esposti che, ora sul dorso ora su traversini, conducono alla grande croce di vetta (m.1262), dal quale si gode uno splendido panorama e alcune visioni davvero selvagge sul mondo di roccia della Valsolda.
Ridiscesi alla selletta si segue ora la marcatura per l'Alpe Noresso, risalendo la ripida dorsale erbosa con rada bollatura finchè, quando essa volge a N nel bosco, la si abbandona mantenendosi sulla dorsale impreziosita da mughi e belle formazioni rocciose, toccando con una bella serie di saliscendi le due Cime di Noga, intercalate da relative "bocchette" spostandosi sempre a N perchè il lato Valsolda è molto più dirupato: sulla cima finale (m.1517) si fa notare un piccolo uomo di vetta, da cui si ammirano da vicino il Monte Pradè, prossima meta, e il Torrione.
Giunti alla Bocchetta di Noga (m.1469), ove s'incontra il sentierino proveniente dalla Grotta dell'Orso (o Bus della Noga), aggiriamo a SE un'elevazione secondaria per poi gradualmente risalire verso il Monte Pradè con brusca impennata finale. Prima della cima principale visitiamo però l'ardita anticima, più vistosa e interessante da ovunque la si osservi, raggiungibile mediante un suggestivo intaglio e un'esposta cengia rocciosa. Su questa si trova una datata ma ancora leggibile targa commemorativa, in ricordo di un evento di cronaca nera: pare che la vittima fu letteralmente fatta precipitare dal suo carnefice in questo punto, stando a un racconto verbale udito alcuni anni fa. Riaffrontato il breve passaggio obbligato si risale la più anonima cima principale, caratterizzata da un cartello del Parco (m.1607), ma dalla vista davvero stupenda, specie sull'imponente e sempre più vicino Torrione.
Questa dorsale della Valsolda è sicuramente, sotto l'aspetto paesaggistico, l'autentico "cuore" della valle, di cui si ha una visuale d'assieme altamente suggestiva e selvaggia.
Alla Bocchetta (m.1560) si ritrova la segnaletica proveniente dall'Alpe Noresso ed ora ha inizio un suggestivo, panoramico e sinuoso saliscendi, perlopiù a mezzacosta del Torrione, giungendo alla boscosa Bocchetta del Boj (m.1454) ed infine all'idilliaca Alpe Fiorina (m.1348), ove sostiamo per il pranzo prima di intraprendere in ambiente sempre suggestivo la discesa al Passo Stretto ammirando l'imponente Torrione di Val Fiorina, una pala calcarea interessata da ardite vie di arrampicata sportiva.
Dal Passo Stretto (m.1102) non rimane che seguire il sentiero sino all'Alpe Serte (m.845), da cui compiamo una breve digressione discendente nel solco del torrente Soldo, ammirando la caratteristica cascatella con masso incastrato, per poi risalire alla mulattiera principale, da cui in breve a Rancò (m.768) e per il "classico" sentiero a Dasio (m.582), ove il bellissimo anello ha termine.
Avanti così.
NB. Ad eccezione dell'anticima (non obbligata) del Monte Pradè, valutabile T3+, il giro varia tra T2 e T3.
Gabrio
La Val Solda è rimasta per molti anni "stropicciata" nel mio polveroso cassetto
delle cose da fare.
Nascosta e quasi ammuffita, grazie all'insistenza di Emiliano, ha visto sorgere il sole.
Sono stato "abbagliato" dai colori autunnali.
In un microcosmo di valli impervie, dirupi, guglie inaccessibili
ma anche prati dolci, tondeggianti cime erbose,
inevitabilmente un nuovo amore è nato...
...non resta che indagare...!!
Vedere all'improvviso un rifugio nel bosco, neanche fosse la casa di Biancaneve...
La meraviglia di una costruzione in una radura, accesa dai larici dipinti di giallo.
Una magia che non si vuole spegnere!!!
Esplorazione, ecco l'unico verbo che lassù conta!!!
Ridiscesi alla selletta si segue ora la marcatura per l'Alpe Noresso, risalendo la ripida dorsale erbosa con rada bollatura finchè, quando essa volge a N nel bosco, la si abbandona mantenendosi sulla dorsale impreziosita da mughi e belle formazioni rocciose, toccando con una bella serie di saliscendi le due Cime di Noga, intercalate da relative "bocchette" spostandosi sempre a N perchè il lato Valsolda è molto più dirupato: sulla cima finale (m.1517) si fa notare un piccolo uomo di vetta, da cui si ammirano da vicino il Monte Pradè, prossima meta, e il Torrione.
Giunti alla Bocchetta di Noga (m.1469), ove s'incontra il sentierino proveniente dalla Grotta dell'Orso (o Bus della Noga), aggiriamo a SE un'elevazione secondaria per poi gradualmente risalire verso il Monte Pradè con brusca impennata finale. Prima della cima principale visitiamo però l'ardita anticima, più vistosa e interessante da ovunque la si osservi, raggiungibile mediante un suggestivo intaglio e un'esposta cengia rocciosa. Su questa si trova una datata ma ancora leggibile targa commemorativa, in ricordo di un evento di cronaca nera: pare che la vittima fu letteralmente fatta precipitare dal suo carnefice in questo punto, stando a un racconto verbale udito alcuni anni fa. Riaffrontato il breve passaggio obbligato si risale la più anonima cima principale, caratterizzata da un cartello del Parco (m.1607), ma dalla vista davvero stupenda, specie sull'imponente e sempre più vicino Torrione.
Questa dorsale della Valsolda è sicuramente, sotto l'aspetto paesaggistico, l'autentico "cuore" della valle, di cui si ha una visuale d'assieme altamente suggestiva e selvaggia.
Alla Bocchetta (m.1560) si ritrova la segnaletica proveniente dall'Alpe Noresso ed ora ha inizio un suggestivo, panoramico e sinuoso saliscendi, perlopiù a mezzacosta del Torrione, giungendo alla boscosa Bocchetta del Boj (m.1454) ed infine all'idilliaca Alpe Fiorina (m.1348), ove sostiamo per il pranzo prima di intraprendere in ambiente sempre suggestivo la discesa al Passo Stretto ammirando l'imponente Torrione di Val Fiorina, una pala calcarea interessata da ardite vie di arrampicata sportiva.
Dal Passo Stretto (m.1102) non rimane che seguire il sentiero sino all'Alpe Serte (m.845), da cui compiamo una breve digressione discendente nel solco del torrente Soldo, ammirando la caratteristica cascatella con masso incastrato, per poi risalire alla mulattiera principale, da cui in breve a Rancò (m.768) e per il "classico" sentiero a Dasio (m.582), ove il bellissimo anello ha termine.
Avanti così.
NB. Ad eccezione dell'anticima (non obbligata) del Monte Pradè, valutabile T3+, il giro varia tra T2 e T3.

La Val Solda è rimasta per molti anni "stropicciata" nel mio polveroso cassetto
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Nascosta e quasi ammuffita, grazie all'insistenza di Emiliano, ha visto sorgere il sole.
Sono stato "abbagliato" dai colori autunnali.
In un microcosmo di valli impervie, dirupi, guglie inaccessibili
ma anche prati dolci, tondeggianti cime erbose,
inevitabilmente un nuovo amore è nato...
...non resta che indagare...!!
Vedere all'improvviso un rifugio nel bosco, neanche fosse la casa di Biancaneve...
La meraviglia di una costruzione in una radura, accesa dai larici dipinti di giallo.
Una magia che non si vuole spegnere!!!
Esplorazione, ecco l'unico verbo che lassù conta!!!
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