Tour fra Val Morobbia e Valle Albano.


Publiziert von paoloski , 1. Dezember 2015 um 12:57.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:29 November 2015
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Klettern Schwierigkeit: I (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   I   Gruppo San Jorio-Monte Bar   Gruppo Portola-San Jorio 
Zeitbedarf: 10:00
Aufstieg: 1600 m
Abstieg: 1600 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Gaggiolo, autostrada A2, uscita di Bellinzona Sud, cantonale verso Nord, attraversare Camorino, alla grande rotonda di Giubiasco girare a destra e seguire le indicazioni per la Valle Morobbia, percorrere tuttala strada che percorre la valle, al bivio con Paudo proseguire diritti per Carema e Sant'Antonio. A Carema proseguire sulla strada, solo in parte asfaltata, fino al parcheggio che precede la sbarra, poco sotto i Monti di Ruscada.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Gita ad anello.
Unterkunftmöglichkeiten:In questa stagione nessuna.
Kartennummer:CNS 277 Roveredo e Cartografia di Novara n° 3 Valli e Lago di Lugano scala 1:30000

La Val Morobbia è, a mio avviso, una delle valli più interessanti che conosca: strade militari e forestali che permettono di compiere gite non difficili, una quantità di cime di tutti i tipi: da vette impegnative ai semplici panettoni, e, sempre, una garanzia di grandi e vasti panorami che vanno dal Monte Rosa alle cime della Valtellina, dalla Leventina alla Mesolcina, con fantastiche viste sui Laghi Maggiore, Lario e Ceresio. Last but not Least è anche vicina.
Oggi la nostra idea è quella di percorrere la Via del Ferro partendo dalla Val Morobbia salendo alla Cima Verta e da qui andare al Pizzo di Gino.
Sono un po' in ritardo per cui quando partiamo dall'auto, parcheggiata nei pressi della sbarra della strada che sale all'Alpe Giumello, sono già le 8,50. Vabbè, seguiamo per un tratto l'asfalto, ci fermiamo a leggere i vari cartelli esplicativi sulla storia della valle, arriviamo ad uno spiazzo dove si trova la ricostruzione di una carbonaia e da cui si diparte il sentiero che ci permette di evitare un lungo tratto di strada, la salita non è molto agevole visto che questo autunno secco ha fatto si che lo strato di foglie di faggio sia veramente notevole, ci troviamo a navigare immersi fino alle ginocchia in molti tratti. Ritroviamo la strada asfaltata poco sopra e poi con un altro taglio arriviamo in vista dell'Alpe Giumello.
L'alpe è circondata da vasti pascoli e la vista spazia dal Passo di San Jorio alle montagne che lo sovrastano ma si apre anche verso la valle.
All'alpe ci soffermiamo ad ammirare un tronco letteralmente rivestito da maschere ed animali realizzati con coperchi, vassoi, attrezzi agricoli e quant'altro, l'effetto è veramente notevole.
Proseguiamo in direzione della Via del Ferro seguendo una strada forestale che ci porta al punto quotato  1654 metri, da cui si gode un fantastico panorama sul Piano di Magadino.
La carrareccia prosegue tranquillamente fino all'Alpe dei Lagoni, qui diviene un buon sentiero che si dirige, passando alla base del Mottone di Giumello e della Cima Pomodoro, con numerosi saliscendi verso il Buco di Giumello, posto al di sotto di uno scenografico dente roccioso.
Da questa bocchetta dovrebbe partire un sentiero sulla sinistra che ci porterebbe senza perdere troppa quota  alla Bocchetta di Sommafiume, dovrebbe perchè io non ne vedo traccia, scendiamo quindi nella Valletta seguendo il sentiero ben evidente, giunti sul fondo risaliamo con qualche tornante alla Bocchetta di Sommafiume dove il panorama, finora interessante ma non eclatante si fa veramente vasto e bello: davanti a noi vediamo la parte settentrionale del Lago di Como, l'inizio della Valtellina e una marea di cime a perdita d'occhio, di neve veramente poca: le uniche vette imbiancate sono il Disgrazia e le cime della Val Bondasca, per il resto nulla o quasi.
Qui abbiamo un primo assaggio con la tempistica dei cartelli italiani: il rifugio Sommafiume, appena sotto la bocchetta, viene indicato a 20 minuti...ma decisamente mi sembrano eccessivi però...  Noi comunque siamo diretti alla Cima Verta per cui discendiamo qualche metro e poi prendiamo la strada militare che con diversi tornanti sale alla bocchetta che precede la cima vera e propria. La strada è completamente in ombra e vi sono numerosi tratti ghiacciati che si alternano ad altri franati, nel complesso è comunque veramente ben percorribile. In breve eccoci spuntare al sole su una sorta di pianoro dove una palina indica il Pizzo di Gino ad un'ora! Ho qualche dubbio ma tant'è.
Saliamo i pochi metri che ci separano dalla Cima Verta e dove si trova il cippo confinario e davanti a noi si apre un gran panorama: l'intera sequenza di cime che va da qui al Garzirola passando dallo Stabiello, dal Segur e dalla Cima della Valletta.
Breve sosta per un po' di the e proseguiamo verso il Pizzo di Gino, il sentiero che alterna tratti larghi e ben percorribili ad altri dove diviene più stretto, corre a mezzacosta sui ripidi versanti della quota 2094 della Cima Verta e del Motto di Sennavecchia. Arriviamo finalmente alla Bocchetta di Scengio e qui scopriamo un altro cartello che ci indica il Pizzo di Gino ad un'ora!
Vista l'ora decidiamo di rinunciare alla salita e di scendere da qui al Rifugio Sommafiume che viene dato come raggiungibile in 30 minuti...comincio a non fidarmi più di questa tempistica. Come volevasi dimostrare per arrivare al Sommafiume impieghiamo 45 minuti poi prendiamo la strada militare in direzione del Rifugio Il Giovo. Il percorso qui è più che agevole anche se molti tratti completamente ghiacciati ci costringono a qualche acrobazia per superarli, la piccozza si dimostra molto utile per liberare qualche sasso dalla morsa del gelo e creare un appoggio per i piedi.
Dopo innumerevoli impluvi, tutti ghiacciati, arriviamo finalmente al Giovo, ora ci aspetta la risalita al Passo di San Jorio lungo la strada militare.
Al passo la vista sul Piano di Magadino e sui 4000 vallesani arrossati dalle luci del tramonto è impagabile.
Certo la visibilità sta calando rapidamente, decidiamo di accellerare il passo e scendiamo velocemente a Giggio, da qui giù diretti con la frontale, in poco più di un'ora siamo all'auto dopo esserci comunque goduti la visione di una stellata indimenticabile.

Gran gita, decisamente troppo lunga per essere fatta in questa stagione, ma in grado di offrire una varietà incredibile di panorami e scorci: si passa da una valle e da un versante all'altro, dal sole all'ombra senza soluzione di continuità.
Le difficoltà si limitano al tratto fra la Cima Verta e la Bocchetta di Sengio, dove si viaggia su versanti ripidi e si trova qualche roccetta elementare da scendere, probabilmente il percorso di cresta è meno esposto di quello a mezzacosta ma la cosa andrebbe verificata, le strade militari sono perlopiù in buone condizioni a parte qualche tratto leggermente franato nella salita alla Cima Verta.

Tourengänger: paoloski
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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Simone86 hat gesagt:
Gesendet am 1. Dezember 2015 um 23:05
Gran bel giro ricco degli splendidi colori di questa stagione!

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 1. Dezember 2015 um 23:37
Bella zona davvero, sono completamente d'accordo. E giro di notevoli proporzioni, oltretutto. Bravi.


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