Val Rossa


Publiziert von paoloski , 28. September 2015 um 14:12.

Region: Welt » Schweiz » Graubünden » Hinterrhein
Tour Datum:27 September 2015
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Klettern Schwierigkeit: I (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-GR   Gruppo Uccello-Lumbreida   Gruppo Tambo-Curciusa 
Zeitbedarf: 10:45
Aufstieg: 1500 m
Abstieg: 1500 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2 fino a Bellinzona Nord, poi A13, Tunnel del San Bernardino, Nufenen. Parcheggio nei pressi del ristorante Rheinwald (riservato ai clienti ma i gestori sono veramente cordiali, se prendete anche solo un caffè potete lasciare l'auto l'intera giornata).
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Gita andata - ritorno.
Kartennummer:CNS 1254 Hinterrhein

I colori più belli, a mio avviso, li offre l'autunno: non sono solo le foglie degli alberi che si colorano, è anche la luce che è diversa, non per niente i fiori di questa stagione sono quasi tutti nelle tonalità che vanno dal blu al viola, i più visibili dagli insetti in questo periodo dell'anno.
Per gustarci questo tripudio di colori decidiamo per una valle fra le meno frequentate dell'arco alpino: la Val Rossa, laterale della Val Curciusa.
Partiamo da Gaggiolo alle 7 e dopo esserci gustati un caffè alla Gasthof Rheinwald di Nufenen, poco prima delle 9 siamo pronti ad iniziare una giornata in montagna che, ma ancora non lo sappiamo, si rivelerà estremamente lunga.
Scendiamo al ponte sul Reno e prendiamo una strada sterrata in direzione di Splügen per abbandonarla poco dopo e risalire i pendii di Alpa dove vediamo le prime pecore della giornata.
Il sentiero si addentra quindi nel bosco, la pendenza è abbastanza sostenuta ed il fondo abbastanza scivoloso: questo versante è esposto a Nord e quindi spesso umido e le vacche in discesa dagli alpeggi hanno dissestato non poco il fondo.
Arriviamo comunque in cima alla salita dove vi è una scultura che guarda verso la valle: è un angelo con un'ala sola. Qui il sentiero comincia a correre in falsopiano, anche se con numerosi saliscendi in prossimità degli impluvi. Sulla destra le pendici quasi verticali dell'Einshorn sono state scavate dalla Areuabach fino a formare una sorta di canyon, finalmente però la valle si allarga ed arriviamo al sole, sulle pendici circostanti vi sono centinaia di pecore, è un coro di belati che rimbalza da un versante all'altro.
Siamo all'Alp da Rog, la superiamo, raggiungiamo il bivio per l'Areuapass e la Tamboalp e proseguiamo, il sentiero si sposta ora sulla sinistra per aggirare la modesta elevazione denominata La Motta, da qui la vallata si fa ancora più ampia e l'Areuabach si distende a formare anse e meandri. In corrispondenza del termine del pianoro individuiamo gli edifici dell'Alpe Curciusa Bassa e poco distante il ponte che dovremo attraversare per risalire la Val Rossa.
Traversato il ponte uno si aspetterebbe la prosecuzione del sentiero ma qui troviamo solo qualche labile traccia di animali che portano in ogni possibile direzione, vabbè saliamo più o meno per la massima pendenza il ripido pendio sostando solo per gustarci i mirtilli, rossi e neri, che qui crescono in abbondanza.
Poco sopra individuo una persona che sale, dall'abbigliamento poco escursionistico deduco possa trattarsi del pastore dell'Alpe Curciusa Bassa alla ricerca di qualche capo disperso.
Il Brenna tanto nella Guida delle Alpi Mesolcinesi tanto nel libro "Grandi cime per i nostri giorni" parlando di questa valle non accenna minimamente alla completa mancanza di sentieri, probabilmente le sue salite in zona risalgono veramente a molti anni fa: in effetti a tratti sembra di individuare una traccia ma poco dopo questa scompare su pendii che si fanno sempre più erti.
L'idea di andare a vedere gli appartati Laghi della Val Rossa viene scartata a favore di una salita verso una bocchetta già visibile, ai pendii di erba secca con pendenza sui 45° fanno ben presto seguito degli enormi macereti di grandi rocce cui ben presto, con l'incremento della quota, si somma un bello strato di neve da affrontarsi con prudenza visto che, essendo fresca e non indurita, cela spesso qualche buco micidiale.
Ad ogni buon conto la piccozza ce la teniamo in mano, d'altronde ce la portiamo a luglio ed agosto figuriamoci se non l'abbiamo a fine settembre.
Poco prima della sella c'è un pianoro con quella che sembra essere una pozza d'acqua ricoperta di neve, del Ghiacciaio di Lex che dovrebbe occupare il versante Nord del Piz de la Lumbreida invece non c'è praticamente traccia.
Dalla sella il panorama è veramente eccezionale: sotto di noi vediamo la Val Vignun dalla omonima cascina fino alle Strette, al di sopra tutte le cime che le fanno da limite: il Piz Uccello, il Cavriola, l'Einshorn e le cime minori della catena.
Sono quasi le 15, decidiamo di soprassedere al pranzo e pensare alla discesa, vediamo un segnavia bianco - blu, dovrebbe essere quello che indica il sentiero alpinistico che porta al Piz de la Lumbreida partendo dalla Val Vignun, prendiamo in esame l'idea di percorrerlo fino al fondovalle per poi fare la breve risalita alle Strette del Vignun e da li scendere all'Alp da Rog. Seguiamo l'indicazione, ne troviamo un'altra ma poi il nulla...sarà che la neve supera i 30 centimetri ma per quanti sforzi facciamo di altri segnavia non ne vediamo. Da qui ci sono due valli che scendono, una l'ho salita un paio di anni fa con gli sci, l'altra so che finisce su dei salti di roccia, il problema è che a distanza di due anni e con molta meno neve non riesco a capire qual'è quella che ho percorso.
Ci spostiamo in una valletta laterale sempre nella speranza di trovare qualche segnavia...nulla. A questo punto Monica, sempre più saggia di me, decide che è il caso di rientrare dalla via fatta in precedenza. Saliamo alla bocchetta quotata 2829 metri e posta accanto al Piz Vignun o, meglio, alla sua formidabile torre e da qui torniamo, superando un monterozzo caratterizzato da "crepacci" simili a quelli posti al di sotto dell'Einshorn, alla bocchetta di quota 2721 metri.
Ci abbassiamo progressivamente ed a vista in direzione dello sbocco della valle, la piccozza risulta utile sia sui tratti innevati che, forse anche di più, sui ripidissimi traversi di erba paglierina secca.
Finalmente troviamo quello che è, senza alcun dubbio, un sentiero: corre orizzontalmente lungo il versante e sembra proseguire per non si sa bene dove ma, d'altronde, da qualche parte condurrà. Lo seguiamo per un tratto poi facciamo una sosta per mangiare del cioccolato, come dice Monica: "siamo su un sentiero, possiamo rilassarci un attimo".
Proseguiamo, la nostra traccia non accenna a scendere finchè, all'improvviso scompare, cerchiamo tutt'intorno ma nulla: finisce qui, in mezzo al niente! Siamo esattamente sopra l'Alpe Curciusa Bassa, 500 metri sotto di noi! Da lì dobbiamo passare: c'è l'unico ponte per attraversare l'Areuabach.
Iniziamo la discesa, piccozza in mano, brevi traversi sull'erba secca per un tempo  che pare infinito, a tratti bisogna spostarsi per aggirare dei salti di roccia o dei pendi eccessivamente ripidi, c'è di buono che sia io che Monica ai piedi abbiamo un paio di Nepal: dove li metti stanno! Veramente il non plus ultra in fatto di scarponi.
Finalmente ecco il ponte e l'Alpe Curciusa Bassa, da qui abbiamo ancora 2 ore e mezza di cammino per arrivare all'auto ma, visto quanto fatto finora, possiamo quasi mettere il "pilota automatico" per il proseguio.
Ripassiamo dall'Alpe da Rog, il pastore con l'aiuto di un Border Collie sta radunando le pecore, più avanti in prossimità della Hutti vediamo un altro pastore con un Border Collie che ci precede sul sentiero.
In pratica in tutta la giornata abbiamo visto quattro persone: il mandriano di vacche a Nufenen e tre pastori.
Di escursionisti neppure l'ombra, eppure c'è chi si lamenta che in montagna ormai c'è troppa gente!
Finalmente siamo al ponte sul Reno, breve risalita a Nufenen ed eccoci all'auto. Sono le 19,45. Il delizioso profumo, probabilmente Roesti, che esce dalla Gasdthof Rheinwald ci ricorda che in tutta la giornata abbiamo mangiato solo un po' di cioccolato.
Vabbè mangeremo qualcosa mentre torniamo: Monica del resto ha ancora le sue famose "schiacciatine" !

Bella gita, potremmo definirla esplorativa, fino a Im Sulz, dove si trova la statua dell'angelo con una sola ala, difficoltà T3, da qui fino all'Alpe Curciusa Bassa  T2 , poi le cose cambiano repentinamente: di sentieri praticamente non ce n'è, vi sono solo pendii ripidi di erba secca, macereti e pietraie, l'esposizione a tratti è notevole. In questa stagione, ma a mio/nostro avviso in qualsiasi stagione, piccozza indispensabile. La carta 1:25000 per quanto accurata non è di grande aiuto: la zona è un susseguirsi di valli e vallette, canali e monterozzi in cui è molto difficile orientarsi. Anche la rilevante Torre del Piz Vignun non è facilmente individuabile sulla carta.
Comunque panorami stupendi ed una sensazione di pace e tranquillità eccezionali.

Tourengänger: paoloski


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Kommentare (5)


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Max64 hat gesagt:
Gesendet am 28. September 2015 um 14:23
Comply
Bel giro
ciao
Max

gbal hat gesagt:
Gesendet am 28. September 2015 um 15:54
Anche io tendo a percorrere anelli anzichè tornare per la stessa via ma la scelta di Monica mi sembra molto saggia di fronte alla impressione di vie "sperdute" che avevate ricavate prima.
Ciao

Sky hat gesagt:
Gesendet am 28. September 2015 um 17:54
Sono un po' alla ricerca di montagne selvagge in zone a me nuove e da esplorare.. questo potrebbe essere uno spunto interessante..
Assolutamente d'accordo sulle tue osservazioni su piccozza e scarponi "tipo Nepal" : in questo periodo dell'anno i pendii sono particolarmente insidiosi.. anche sull'erba mi capita di usare ramponi..
Buone montagne, Luca

micaela hat gesagt:
Gesendet am 28. September 2015 um 23:14
Mi è piaciuto moltissimo il tuo racconto e le stupende foto.
Complimenti per il vostro bel giro, e grazie di avercene fatto partecipi!
Una valle appartata che merita una visita!
Ciao, Micaela.

paoloski hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. September 2015 um 09:26
Grazie a tutti/e. In effetti sono dei gran bei posti, ci torneremo anche per andare a vedere i famosi laghetti e per salire il Piz de la Lumbreida, oltre che per verificare se la magnifica torre del Piz Vignun è così facilmente raggiungibile come dice il Brenna (sinceramente da quel che ho visto non direi).


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