Cresta GG OSA al Moregallo
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La cresta O.S.A. (Organizzazione Sportiva Alpinisti) del Moregallo, una classica del Triangolo Lariano, si sviluppa su splendida roccia solida e lavorata, ricca di buchi, scagliette e clessidre che garantiscono un' arrampicata divertente sebbene discontinua, con ottime possibilità di utilizzare protezioni veloci poiché in via si trovano pochissimi chiodi, ed anche le soste sono generalmente da attrezzare. Queste caratteristiche la rendono propedeutica per chi si approccia alle scalate ed un ottimo ripiego per le mezze giornate.
Arriviamo a Valmadrera verso le nove, saliamo lungo il sentiero 7 che si fionda subito in un fresco bosco che ci ripara dal sole (oggi fa davvero caldo!). La salita però si fa sentire, sudiamo come matti, perdiamo un sacco di liquidi e arriviamo all'attacco bagnati fradici. Dopo qualche sorsata di acqua, ci riprendiamo, ci imbraghiamo e si parte. Il primo tiro lo faccio io e salgo bene anche senza le scarpette, tanto la roccia è lavoratissima! Faccio una sosta dopo circa 25-30m prima di aggirare il primo torrioncino, giusto per evitare attriti. Poi via di nuovo e concateno i due tiri successivi. Arriviamo alla base di una parete dove c'è il tiro dell'aquila che, a veder le foto delle relazioni, pareva davvero verticale e lungo ed invece così non è; è proprio vero che spesso le foto danno una prospettiva diversa e falsificano un po' la realtà.
Salgo tranquillamente piazzando protezioni veloci e clessidre in mezzo a questo calcare superbo. Recupero Andrea e va lui da primo per il tiro successivo, quello di IV, dove c'è il cavetto metallico e l'unico chiodo. Saliamo il diedrino e aggiriamo lo spigolo a sinistra in forte esposizione. Passato questo ci aspetta il camino, unto stile frittella del luna park, ma anche qui con un po' di tecnica si supera.
I tiri successivi, prevalentemente sul filo di cresta piuttosto abbattuto, scorrono un po' lenti... ci sarebbe da far conserva per progredire rapidamente, ma stavolta preferiamo continuare così... fino a che giunti in cima ci accorgiamo che è tarduccio (devo essere a casa alle 16). Come missili, recuperiamo la corda e ci fiondiamo giù lungo il sentiero 6; abbiamo una fame e una sete da non dire, sostiamo a Sambrosera per reidratarci poi giù di nuovo alla macchina e a casa.
Cresta davvero bella e divertente, da fare sicuramente con temperature più miti, magari in autunno.
Alla prossima!
Arriviamo a Valmadrera verso le nove, saliamo lungo il sentiero 7 che si fionda subito in un fresco bosco che ci ripara dal sole (oggi fa davvero caldo!). La salita però si fa sentire, sudiamo come matti, perdiamo un sacco di liquidi e arriviamo all'attacco bagnati fradici. Dopo qualche sorsata di acqua, ci riprendiamo, ci imbraghiamo e si parte. Il primo tiro lo faccio io e salgo bene anche senza le scarpette, tanto la roccia è lavoratissima! Faccio una sosta dopo circa 25-30m prima di aggirare il primo torrioncino, giusto per evitare attriti. Poi via di nuovo e concateno i due tiri successivi. Arriviamo alla base di una parete dove c'è il tiro dell'aquila che, a veder le foto delle relazioni, pareva davvero verticale e lungo ed invece così non è; è proprio vero che spesso le foto danno una prospettiva diversa e falsificano un po' la realtà.
Salgo tranquillamente piazzando protezioni veloci e clessidre in mezzo a questo calcare superbo. Recupero Andrea e va lui da primo per il tiro successivo, quello di IV, dove c'è il cavetto metallico e l'unico chiodo. Saliamo il diedrino e aggiriamo lo spigolo a sinistra in forte esposizione. Passato questo ci aspetta il camino, unto stile frittella del luna park, ma anche qui con un po' di tecnica si supera.
I tiri successivi, prevalentemente sul filo di cresta piuttosto abbattuto, scorrono un po' lenti... ci sarebbe da far conserva per progredire rapidamente, ma stavolta preferiamo continuare così... fino a che giunti in cima ci accorgiamo che è tarduccio (devo essere a casa alle 16). Come missili, recuperiamo la corda e ci fiondiamo giù lungo il sentiero 6; abbiamo una fame e una sete da non dire, sostiamo a Sambrosera per reidratarci poi giù di nuovo alla macchina e a casa.
Cresta davvero bella e divertente, da fare sicuramente con temperature più miti, magari in autunno.
Alla prossima!
Tourengänger:
Barbacan

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