Moregallo 1.276m - Canalone Attrezzato Belasa
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Per me è la prima volta sul Moregallo e, nonostante il mio collega l'abbia già fatto 3 o 4 volte, la via per il Canalone Belasa risulta nuova ad entrambi.. Mi ha infatti incuriosito la relazione di VieFerrate.it http://www.vieferrate.it/ferratabelasa.htm. Di difficoltà EE, viene presentato come un torrente in secca da risalire in periodi ovvi di siccità. Occorre una discreta esperienza alpinistica in quanto non tutto il canalone è attrezzato (non li ho contati, ma i punti con catene dovrebbero essere 7 o 8) e quindi in alcuni passaggi bisogna arrangiarsi arrampicando fino al II grado senza aiuti esterni. Lo sconsiglio agli inesperti. Per chiunque abbia un minimo di esperienza di arrampicata sportiva risulta molto diventente, soprattutto lo sfidare se stessi nel non usare le catene (sfida fallita in due punti... sigh...). Non è mai esposto perchè i tratti da superare senza catene sono alti mediamente 3-5m mentre i passaggi più lunghi (oltre i 6m) sono sempre assicurati da catene e talvolta da staffe. Con le piogge l''acqua ha levigato il calcare in diversi punti rendendoli un po' ardui.
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Venerdi pomeriggio soleggiato, cielo azzurro e forte vento da nord che ripulisce per bene l'aria. Arrivati a Belvedere di Valmadrera (circa Q290) in macchina riusciamo facilmente a posteggiare. Il Moregallo, col suo versante sud, ci protegge dal vento e nonostante sia marzo ci sono ben 26°C..
Partendo da Belvedere di Valmadrera si prosegue su una strada ciottolata e dopo un paio di curve si arriva ad un crocevia di cartelli molto chiari. La direzione da prendere è lungo i sentieri 6 o 7 verso la sorgente di Sambrosera. Il sentiero, dapprima in falsopiano, inizia a aumentare le pendenze tra gradoni e tratti franosi, tipici del calcare di queste zone. L'area è cosparsa di thor, grossi sassi di granito-gneiss.
In 50' circa si arriva alla sorgente di Sambrosera (Q715). Pausa 10'. La zona è cosparsa di piccole "abitazioni" costruite con sassi locali. Subito a destra della sorgente un chiaro cartello segna la direzione per il Belasa. Da qui alla cima abbiamo calcolato circa 1h20' + 10' di soste.
La prima parte del sentiero è facile, praticamente un proseguimento del precedente, facilmente riconoscibile da segnali rossi. In breve si arriva all'ingresso del canalone con una facile placchetta attrezzata con catene. Da qui in poi è un susseguirsi di piccoli tratti di arrampicata sostenuti da catena nei passaggi piu ostici. Divertente farli in arrampicata libera. Dopo un lungo tratto in falsopiano franoso si arriva al primo punto chiave della via dove nell'ultimo metro ho dovuto usare la catena per precauzione, un eventuale volo di 6m non sarebbe stato bello.

Subito dopo si presenta il secondo punto difficilotto (il piu difficile della via, a mio giudizio) dove anche qui nell'ultimo metro è stato necessario tirarsi su alla bello-asino con catena per via di rocce lisce e piccola spiombata del sasso terminale. Il mio collega, che non è un "arrampicatore", ha avuto difficoltà in diversi tratti liberi e ha dovuto far sempre uso delle catene, nonostante l'infinita esperienza su media-montagna fino al I e II grado. Ci tengo quindi a precisare che l'assenza di una base di arrampicata, sommata a degli scarponi a suola morbida rendono critici alcuni passaggi.
Da qui in poi è abbastanza facile con piccoli salti di roccia tranquilli e qualche catena qua e la. La relazione di VieFerrate dice che al termine del canalone c'è un prato molto ripido che si ricollega al sentiero sovrastante che arriva dalla Cresta Ovest, ma un cartello ci devia a sinistra, facendoci fare un mezzo giro dell'oca (il gps lo ha segnato) che comunque ci ha fatto evitare l'erba. Ci ricolleghiamo cosi all'ultimo tratto della Cresta Ovest, proseguendo ad Est. Il sentiero è attrezzato anch'esso con catene, a mio avviso evitabili se si ha un minimo di dimestichezza di arrampicata, divertente il saltino finale prima dell'arrivo sul pianoro della cima. La vista su Corni è stupenda. Dirigendoci a Est verso la croce e la madonnina ci assale brutalmente un freddo vento da nord. Il cielo è limpidissimo, si vedono gli appennini. La Grignetta è maestosa di fronte a noi, cosi come il Resegone. e il Monte Due Mani.
Tempo di salita 2h40' soste incluse.
Per la discesa non saprei dire se avessimo scelto la "normale" perchè semplicemente ci siamo diretti a Est fino alla Bocchetta di Sambrosera (Q1.170?? boh!) e poi giu per la "Via Sambrosera", con pendenza sostenuta e ricca di gradoni. Lungo questo sentiero abbiamo trovato i bivi per diverse vie, tra cui la famosa Cresta Osa di III e IV grado. Ci ricolleghiamo in fretta alla Sorgente di Sambrosera e di nuovo al crocevia di segnali prima della strada ciottolata, con una piccola deviazione errata. E di nuovo giù a Belvedere.
Tempo di discesa 1h30' circa.
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Via molto bella, incanalata, mai esposta al vuoto, qualche piccolo passaggio delicato, non necessario l'imbrago, ma solo per escursionisti esperti.
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Venerdi pomeriggio soleggiato, cielo azzurro e forte vento da nord che ripulisce per bene l'aria. Arrivati a Belvedere di Valmadrera (circa Q290) in macchina riusciamo facilmente a posteggiare. Il Moregallo, col suo versante sud, ci protegge dal vento e nonostante sia marzo ci sono ben 26°C..
Partendo da Belvedere di Valmadrera si prosegue su una strada ciottolata e dopo un paio di curve si arriva ad un crocevia di cartelli molto chiari. La direzione da prendere è lungo i sentieri 6 o 7 verso la sorgente di Sambrosera. Il sentiero, dapprima in falsopiano, inizia a aumentare le pendenze tra gradoni e tratti franosi, tipici del calcare di queste zone. L'area è cosparsa di thor, grossi sassi di granito-gneiss.
In 50' circa si arriva alla sorgente di Sambrosera (Q715). Pausa 10'. La zona è cosparsa di piccole "abitazioni" costruite con sassi locali. Subito a destra della sorgente un chiaro cartello segna la direzione per il Belasa. Da qui alla cima abbiamo calcolato circa 1h20' + 10' di soste.
La prima parte del sentiero è facile, praticamente un proseguimento del precedente, facilmente riconoscibile da segnali rossi. In breve si arriva all'ingresso del canalone con una facile placchetta attrezzata con catene. Da qui in poi è un susseguirsi di piccoli tratti di arrampicata sostenuti da catena nei passaggi piu ostici. Divertente farli in arrampicata libera. Dopo un lungo tratto in falsopiano franoso si arriva al primo punto chiave della via dove nell'ultimo metro ho dovuto usare la catena per precauzione, un eventuale volo di 6m non sarebbe stato bello.
Subito dopo si presenta il secondo punto difficilotto (il piu difficile della via, a mio giudizio) dove anche qui nell'ultimo metro è stato necessario tirarsi su alla bello-asino con catena per via di rocce lisce e piccola spiombata del sasso terminale. Il mio collega, che non è un "arrampicatore", ha avuto difficoltà in diversi tratti liberi e ha dovuto far sempre uso delle catene, nonostante l'infinita esperienza su media-montagna fino al I e II grado. Ci tengo quindi a precisare che l'assenza di una base di arrampicata, sommata a degli scarponi a suola morbida rendono critici alcuni passaggi.
Da qui in poi è abbastanza facile con piccoli salti di roccia tranquilli e qualche catena qua e la. La relazione di VieFerrate dice che al termine del canalone c'è un prato molto ripido che si ricollega al sentiero sovrastante che arriva dalla Cresta Ovest, ma un cartello ci devia a sinistra, facendoci fare un mezzo giro dell'oca (il gps lo ha segnato) che comunque ci ha fatto evitare l'erba. Ci ricolleghiamo cosi all'ultimo tratto della Cresta Ovest, proseguendo ad Est. Il sentiero è attrezzato anch'esso con catene, a mio avviso evitabili se si ha un minimo di dimestichezza di arrampicata, divertente il saltino finale prima dell'arrivo sul pianoro della cima. La vista su Corni è stupenda. Dirigendoci a Est verso la croce e la madonnina ci assale brutalmente un freddo vento da nord. Il cielo è limpidissimo, si vedono gli appennini. La Grignetta è maestosa di fronte a noi, cosi come il Resegone. e il Monte Due Mani.
Tempo di salita 2h40' soste incluse.
Per la discesa non saprei dire se avessimo scelto la "normale" perchè semplicemente ci siamo diretti a Est fino alla Bocchetta di Sambrosera (Q1.170?? boh!) e poi giu per la "Via Sambrosera", con pendenza sostenuta e ricca di gradoni. Lungo questo sentiero abbiamo trovato i bivi per diverse vie, tra cui la famosa Cresta Osa di III e IV grado. Ci ricolleghiamo in fretta alla Sorgente di Sambrosera e di nuovo al crocevia di segnali prima della strada ciottolata, con una piccola deviazione errata. E di nuovo giù a Belvedere.
Tempo di discesa 1h30' circa.
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Via molto bella, incanalata, mai esposta al vuoto, qualche piccolo passaggio delicato, non necessario l'imbrago, ma solo per escursionisti esperti.
Tourengänger:
Simone86

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Kommentare (6)