Moregallo

Per l’uscita di oggi abbiamo scelto una meta non distante da casa ma da noi poco conosciuta: il Moregallo, montagna ricca di sentieri adatti a tutte le capacità, dai semplici escursionisti come noi sino ai più abili arrampicatori che qui, e nella zona, possono trovare numerose vie di scalata.
Al gruppo AnDaSer si è aggiunto Giorgio, il figlio di Sergio, che già ben si destreggia in arrampicate ma che oggi si è dovuto adeguare alla nostra andatura da bisonti stanchi anche se ci ha proposto una variante in salita che ci è molto piaciuta. Per la discesa, una volta riportatoci sul tracciato meno difficile, ci ha salutato e in poco più di un’ora ha completato il suo percorso raggiungendo l’auto.
 
Raggiunta Valmadrera e seguite le indicazioni per San Tomaso, abbiamo trovato parcheggio in uno dei piccoli spazi lungo la strada che sale alla frazione Belvedere. Alle 8.45 ci siamo incamminati e, senza seguire gli ampi tornanti della strada principale, abbiamo incrociato la stretta stradina che sale dal paese verso la frazione e da qui, con accesso consentito solo ai mezzi autorizzati, proseguito su ottimo ciottolato.
In breve tempo si arriva alla Cappelletta Vars dove convergono numerosi itinerari; qui si trova un pannello indicatore dei sentieri che portano alle “casote”, rifugi dell’antica vita contadina, ed ai caselli del latte, antichi luoghi di ricovero del latte appena munto e di conservazione dei prodotti caseari.
Dalla Cappelletta si imbocca il sentiero indicato dai segnavia 7 e 6 con le indicazioni per Sambrosera. Si sale nel bosco di latifoglie su fondo molto sassoso, in alcuni tratti anche ripido.
Dopo circa 1 ora arriviamo alla fonte di Sambrosera, utile punto per rifornimento di acqua dotata anche di comode panche e tavolo in legno. Qui abbiamo fatto una sosta di una decina di minuti per riprendere fiato e per valutare su quale via procedere per la salita.
Accogliendo la proposta di Giorgio abbandoniamo la via Sambrosera per proseguire invece sempre sul sentiero n. 7 che ora riporta l’indicazione di Pianezzo, ovvero il rifugio SEV. Saliamo in modo più deciso, nel bosco ora predominano i faggi i cui rami, non ancora ricoperti di foglie, lasciano intravvedere le vicine pareti rocciose del Corno Rat e di quello di Canzo Orientale.
Alle 10.35 raggiungiamo la bocchetta di Moregge dove ci fermiamo una quindicina di minuti per ricompattare il gruppo. Da qui procediamo in cresta con splendida vista, dal versante nord, su tutto il ramo di Lecco del lago di Como e, dal lato opposto, sui laghi di Garlate e Annone che sembrano divisi dall’elevazione del monte Barro. Peccato che oggi pur essendo una giornata perfetta dal punto di vista della temperatura e della ventilazione, ci sia un po’ di foschia con qualche annuvolamento in lontananza, nella parte settentrionale del lago, altrimenti la vista sarebbe stata spettacolare.
Al termine del sentiero in cresta c’è un ultimo strappo deciso dove l’aiuto di provvidenziali catene consente ai tre bisonti – Giorgio non ne ha avuto alcun bisogno – di raggiungere, alle 11.35 il pianoro di vetta. Strana la sommità del Moregallo, da qualsiasi parte lo si osservi risaltano le sue aspre pendici rocciose mentre in cima c’è un ampio pratone che scende lungo tutti i versanti così da poter scegliere, per la sosta, il lato più al riparo dal vento.
Dopo le foto di rito nei pressi della croce di vetta ed alle vicine montagne, Grigne, Resegone, monte Barro e Corni di Canzo con il sottostante rifugio SEV, troviamo un bel posto sul prato, oggi in cima non c’è molta gente, per la nostra pausa pranzo; è presto, c’è anche il tempo per una pennichella.
Riprendiamo il cammino alle 13.30 in direzione della vicina bocchetta Sambrosera dove si ritrova il sentiero n. 6 che in salita avevamo lasciato quando eravamo transitati dalla fonte. Qui Giorgio ci saluta e prosegue con il suo veloce ritmo.
Noi invece proseguiamo più lentamente – il primo tratto è un canalino abbastanza impegnativo per esposizione e pendenza – anche perché oggi Danilo non è per niente in forma e quindi sono numerose le soste che dobbiamo fare per scendere assieme. Purtroppo non possiamo apprezzare appieno il paesaggio circostante, fatto di torrioni della vicina cresta Osa e di vedute sui laghi.
Dopo ben 2 ore dalla partenza arriviamo alla fonte Sambrosera dove ci fermiamo per far riprendere un poco Danilo. Abbandoniamo il proposito di raggiungere San Tomaso e decidiamo di rientrare lungo il percorso seguito durante la salita.
Ripartiamo alle 16.15 e procediamo sempre molto lentamente; terminato il tratto più ripido allungo il passo lasciando Danilo in compagnia di Sergio. Transito alla Cappelletta Vars alle 17.15 e in meno di 15 minuti sono all’auto con la quale risalgo, percorrendo anche il tratto interdetto al traffico, per raggiungere i miei soci proprio nei pressi della Cappelletta.
 
Abbiamo colmato una lacuna facendo conoscenza con il Moregallo ma non possiamo certamente dirci soddisfatti – Danilo ovviamente in primis – per la giornata trascorsa. Ci rifaremo sicuramente alla prossima uscita.
 
Dati complessivi:
Km percorsi: 9,9;
Tempo marcia: 3h15m;
Tempo sosta: 5h30m;
Ascesa: mt. 1.000 circa;
Velocità media in marcia: 3,1 km/h;
Velocità media totale: 1,1 km/h.