Scacco al Resegone... con l'aiuto della Carlotta!
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Tanuki Tanuki dice:
Dai, confessatelo.
Anche voi, almeno una volta, vi siete chiesti se certi lavori esistono davvero nella realtà.
Il Maître Chocolatier della Lindt, per esempio. O il collaudatore di Jacuzzi. Oppure l’idraulico di sabato pomeriggio.
Tutte occupazioni al limite del fantastico, vero?
Alcune così improbabili da considerarsi leggenda (e mi riferisco all’idraulico, ovviamente!).
Secondo il mio modesto parere, però, il mestiere che più di ogni altro rimane avvolto da una cortina di mistero così fitta che nemmeno una task force guidata dall’FBI, dal Mossad e dalla mia parrucchiera riuscirebbe a dissipare…
…è il “Battezzatore di Montagne, Vette & Affini” (versione alpina del “Battezzatore di monsoni e ondate di calore” che viene assunto a progetto solo nei mesi estivi).
Scommetto tutta la mia collezione di cd dei Modena City Ramblers che anche a voi è scappato un sorriso (o una risatina) di fronte a nomi di cime o passi decisamente singolari…
E sono altrettanto certa che anche voi montanari tutti d’un pezzo (o d’un pizzo, se si parla di quelli che bazzicano il Badile) vi siete posti la lecita domanda:
Ma cosa cazzo si è fumato quello che ha chiamato così il “Buco della Carlotta”?
Già. Il Buco della Carlotta.
Cioè, pensate a questa povera ragazza il cui buco (fortunatamente non ci è dato sapere quale) è segnalato su guide, siti specializzati e forum frequentati da uomini di ogni età… manco fosse una categoria di You Porn!
Uomini che, per giunta, la considerano “facile” come una qualsiasi shampista bergamasca in vacanza a Riccione (e lo dico da amica di numerose shampiste orobiche).
Povera Carlotta!
Sappi che, in quanto portatrice di doppio cromosoma X e di piercing (proprio come te), hai tutta la mia solidarietà femminile e metallica…
…e anche quella (anelli di acciaio esclusi, ovviamente) di Giulio e Angelo!
Certo.
D'altronde sono stati proprio loro a farmi conoscere da vicino questa sineddoche di roccia (beh, un buco con la roccia attorno), mossi dal nobile intento di conquistare LUI: the “King of the Big Saw” Resegone.
Resegone che, come suggerisce il nome stesso, la Carlotta probabilmente non l’ha mai frequentata…
Come 3 allegri Pedoni bianchi (l’abbronzatura negli scacchi è fondamentale) abbiamo zigzagato lungo traiettorie calcolate al millimetro lungo le caselle verdi e grigie di una bellissima scacchiera montana… incuranti dei numerosi pericoli che abbiamo trovato sul nostro cammino:
- Certo che era voluto il misterioso e inquietante odore di frizione proveniente dalla mia 500!
- Certo che era intenzionale il mancare la prima funivia!
- Certo che era programmata l’infinita discesa finale che mi ha regalato un coppino fucsia perfetto per la Notte Rosa!
Altrimenti la partita sarebbe stata troppo facile per 3 esperti (beh, 2 di sicuro) giocatori di “Scacco alle Vette” come noi!
Le nostre armi segrete e anarchiche per spodestare sua maestà, non erano però gli arrocchi o le prese “en passant” (giusto qualche presa per il culo alla povera Carlotta)… ma macchine fotografiche digitali (Giulio) e racchette (Angelo)!
E io? La sottoscritta, nonostante la poco elegante andatura alla Jack Sparrow e la scarsa dimestichezza con corde e moschettoni, ha cercato di seguire i consigli di entrambe le guide e arrivare alla meta con il sorriso sulle labbra, il caschetto sulla testa … e senza fratture multiple.
Tra una battuta e l’altra la giornata è filata via liscia come una mia gamba dopo la ceretta!
Giuro che mai e poi mai avrei pensato che si potesse ridere anche appesi ad una catena…
A proposito di divertimento, il tratto che ho trovato più bello e stimolante è stato proprio lui: il famigerato Buco della famigerata Carlotta!
Ma resto tuttora dubbiosa a proposito delle indicazioni metriche dei miei accompagnatori:
- “Metti il piede più in alto di 30 cm, Sigo!”
- “…si, ma 30 cm per un maschio sono 15 cm effettivi come nella realtà?”
Anche l’approdo in vetta con il conseguente Scacco al solitario Re-Segone è stato indimenticabile: mai, infatti, scorderò la goduria di pranzare con la felpa in una calda giornata di luglio… e in un periodo di lavaggi così frequenti che la mia doccia mi ha chiesto una pausa di riflessione per riprendersi i suoi spazi!
Il finale di questa bella avventura è stato dei più piacevoli: le All Star ai piedi, le birrette scialle e il ghiacciolo rinfrescante gustato all’ombra del bar ci hanno regalato un sorriso di soddisfazione che nemmeno la Milf nel parcheggio di Erve… ah, ma forse questo non dovevo raccontarlo!
Davvero un enorme grazie alle mie due fantastiche guide e al loro supporto morale (durante le salite e le discese “en plein air”), materiale (il caschetto in tinta con la canottiera non capiterà mai più!), fermentato (la birra trappista in vetta resterà nella mia personale collezione di ricordi epici) e cazzatologico…
…ricordando però che, in mezzo alle tante battute indimenticabili (“Facciamo il percorso integrale o quello senza glutine?”) sono emersi bellissimi discorsi.
AVVISO IMPORTANTE!
Tutti coloro nel cui petto batte un freddo cuore di pietra si fermino qui!
Sta per iniziare, infatti, una breve ma sdolcinata considerazione che potrebbe provocarvi picchi glicemici paragonabili solo ad un’iniezione di nutella e mascarpone.
E poi non dite che non vi avevo avvisato…!
Carissimi Angelo e Giulio (rigorosamente in ordine alfabetico), voglio che sappiate che sono onorata di aver trascorso questa giornata in vostra compagnia.
Vi ringrazio per tutto quello che mi avete passato: confidenze, perle di cultura, consigli preziosi, incoraggiamenti e pensieri profondi.
Credo che, più delle risate e delle bevute in vetta e in pianura, siano stati questi slanci di profondità a permettere alla nostra amicizia virtuale di spiccare un salto in avanti (che Fiona May levati proprio!) e trasformarsi in qualcosa di decisamente più appagante.
Grasssssie ragazzuoli!!!!
...ma il ringraziamento più grande e più sincero va a te, Carlotta!
Si, a te amica mia!
Che con il tuo Buco ci hai permesso di conquistare quel solitario Resegone che, considerando il trattamento di favore riservato alla sottoscritta, mi ha fatto capire che tanto misogino poi non è…
Angelo Angelo & Ele dice:
Giulio gbal dice: Seconda uscita con la simpatica Tanuki ma oggi siamo in tre a tentare di inanellare un nuovo giro sul Resegone, località che troviamo comoda da raggiungere per tutti. Dopo innumerevoli giornate (ma quante sono state) infestate dal caldo africano si è finalmente instaurato un giusto “ponentino” che oltre a rinfrescare le nostre notti insonni ha spazzato via foschia e nuvole di calore. Così eccoci a Versasio in attesa della prima corsa delle funivia che ci porterà ai Piani d’Erna dove inizierà l’escursione vera e propria. Dopo un po’ di aggiustamenti al progetto ci si è accordati per salire al Passo del Fò e cimentarci sul Sentiero del Caminetto, per gli amici Buco della Carlotta, che si ritiene più adeguato per
Tanuki come prima esperienza di ferrata rispetto all’adiacente Ferrata del Centenario. Dopo la passeggiata fino alla Capanna Ghislandi e la vestizione di imbrago, caschetto e quant’altro saliamo all’attacco e la nostra eroina si dimostra subito disinvolta (ma io lo sapevo) sia con l’uso del materiale che col gesto atletico necessario in alcuni passi. Come dice Angelo….non sbaglia un colpo ed io aggiungo che chi è preoccupato per la salita si impaccia subito con moschettoni, fettucce, ecc. perché la fifa ha il sopravvento mentre lei…..tranquilla come mai. Finita la nostra “Carlotta” che ringraziamo per l’esperienza e sulla quale abbiamo scherzato anche troppo ci incamminiamo verso Punta Cermenati, la più alta delle tante del Resegone e lì festeggiamo degnamente la vittoria con birre di qualità generosamente offerte da Angelo. Il programma prevede poi di percorrere parte della Cresta Nord fino al bivio per il Canalone Bobbio alias Sentiero Carlo Villa, chissà perché chiamato sentiero visto che specialmente se percorso in discesa ha più l’aspetto dello scivolo per aspiranti suicidi e, a mio parere, si rivela forse peggiore della precedente ferratina perché attrezzato in modo spartano solo con qualche catena e forse un paio di staffe messe lì proprio per pietà per l’escursionista. Sia io che Angelo l’avevamo percorso in passato in salita e non ci eravamo resi conto del diverso approccio. Ma alla fine si lascia il canale per tornare su un fresco sentiero che attraversa un bel bosco e ci scodella sulla sella di Erna da dove con frettolosa salita giungiamo in tempo per prendere la funivia prevista. Arrivati in basso, nuovi festeggiamenti al bar della funivia a base di birre gelate e…..gelati prima di accomiatarci con un po’ di malinconia per la fine della bella giornata e prometterci nuove gite tra un abbraccio e l’altro.
Ciao amici miei, grazie per la bellissima giornata e per la compagnia più che gradevole.
Pillole di gioia:
Lunghezza 7,6 km
Dislivello 764 m
Tempo lordo 6h45’
Soste 1h10’
Tempo netto 5h35’
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