Per oggi le previsioni danno meteo variabile con possibili temporali nel pomeriggio così con Claudio e Warry decidiamo per una escursione ad anello nella splendida Val Gerola, già lungo la superstrada che da Lecco ci porta in Valtellina però un po' di pioggia bagna il parabrezza ma una volta arrivati a Morbegno e presa la strada della Val Gerola il tempo non sembra certamente bello ma neppure terribile, a Pescegallo la temperatura è abbastanza fresca ma ci avviamo comunque fiduciosi verso il Rifugio Salmurano e la Bocchetta d'Avaro oltrepassata la quale siamo nella Bergamasca ma noi non vedremo quasi più nulla delle magnificenze che ci circondano e per tutta la giornata a farci compagnia la nebbia ma soprattutto la pioggia più o meno forte..
Si viaggia così sempre a vista cercando di non perdere i preziosi segni del sentiero 101 e troviamo un riparo tra le rocce almeno per coprire gli zaini ed indossare qualcosa di più pesante, proseguiamo ma in queste condizioni si comincia anche ad avere delle visioni tanto che Claudio scambia due escursionisti fermi per un ... omino di pietra, quindi tra un su e giù nel nulla giungiamo al Piano dell'Acqua Nera dopodiché risaliamo fino al Passo Verrobbio ... e qui accade il fatto che ci scombussolerà ulteriormente la giornata perché di segni c'è ne sono, forse anche troppi ma vaghi che confondono le idee soprattutto in presenza di nebbia e così anziché dirigersi verso il Lago di Pescegallo scendiamo in ... Val Bomina e ne scendiamo parecchia prima di accorgersi grazie all'altimetro che stiamo scendendo troppo e che del Lago di Pescegallo neppure l'ombra, cerchiamo di fare il punto della situazione con quello che rimane delle cartine oramai quasi inservibili scioltesi con l'acqua, le possibilità che ci si prospettano sono tre ... scendere definitivamente fino al termine della Val Bomino e poi risalire in qualche modo a Pescegallo, oppure risalire nuovamente fino al Passo Verrobbio ma c'è anche una terza possibilità ed è quella che scegliamo di seguire all'altezza dell'Alpe Bomino una stradina che prima si trasforma in sentiero e che poi si perde più volte, continuiamo comunque a salire trovando un paio di baite dopodiché intravediamo un insellatura che speriamo possa essere un passo per poi ridiscendere a Pescegallo, una volta raggiunta quella che dovrebbe essere se non sbaglio la Bucheta di Scioch ritroviamo i segni rinfrancanti bianco rossi che passando per la baita di Motta ci riportano finalmente anche se inzuppati a Pescegallo.
Giorgio
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