Cresta OSA al Moregallo
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Abbiamo aspettato impazientemente la domenica, nei nostri piani c'era il canale ovest del Legnone, poi le temperature troppo alte e lo zero termico troppo alto ci hanno fatto desistere, meglio cambiare piani e non andare a cercarsi i guai, sarà per l'anno prossimo.
Sabato le opzioni che restano sono ferrata al Medale o ferrata al Monte due Mani, poi magicamente appare questa cresta, diamo un occhiata alle recensioni e cresta OSA sia.
Domenica mattina partiamo in ritardo, come al solito, per colpa del panettiere che dice sempre di aver sonno.
Arrivati alla frazione Belvedere di Valmadrera, zaini in spalla e si parte. Il ritmo all'inizio e forsennato, poi macinando metri pian piano cala e alla frequenza dei passi si sostituiscono chiacchiere e battute.
Alziamo lo sguardo, non sapendo bene dove guardare però, ci chiediamo quale sia la nostra meta, poi puntando degli speroni che salgono fino in vetta "non sarà quella la cresta?" "ma va, figurati dai!" (invece sarà proprio quella!).
Dopo un'oretta e un quarto di cammino arriviamo all'attacco della cresta, mentre riprendiamo fiato ci raggiunge una coppia che poi ci precederà per gran parte della cresta. Ci stiamo preparando quando all'attacco giunge anche un simpatico vecchietto, gli chiediamo se ha già fatto la cresta qualche volta e la sua risposta ci spiazza un po', "come no, l'ho aperta io nel '73", il tempo di intrattenerci con una bella barzelletta ed è già in cima al primo tiro pronto a ripartire.
Parte anche la coppia e arrivano altri tre ragazzi con cui mentre aspettiamo il nostro turno per partire scambiamo due chiacchiere, scopriamo anche che uno dei tre il giorno prima ha fatto il canale ovest del Legnone, gli "scherzi" del destino.
Finalmente partiamo, e per fortuna non perdiamo più tempo perchè nei dieci minuti successivi all'attacco arrivano almeno altre due cordate. Ci sarà un bel traffico in cresta!!
La scalata ci offre una roccia ottima, appigliatissima, ricca di clessidre e belle lame. Le difficoltà non sono mai eccessive, sempre intorno al IV grado, ma l'esposizione di alcuni punti e l'assoluta mancanza di chiodi o altre protezioni fisse in tutti i 500 metri di cresta (c'è solo un chiodo con cavetto d'acciaio in un passaggio particolarmente esposto) aggiungono il giusto pepe alla salita e fanno crescere il pelo a chi apre. Si sosta su spuntoni, l'unico modo per proteggersi sono cordini nelle innumerevoli clessidre o sugli spuntoni, friends e nuts sono praticamente inutili. Aveva ragione il signor Rusconi all'attacco "basta un cordino, ci sono solo clessidre".
Dopo un iniziale ingorgo, pian piano le varie cordate si scremano e si arrampica in tutta tranquillità senza più dover aspettare il proprio turno.
Per arrivare in cima impieghiamo più del previsto ma per ora fa parte del nostro "stile" metterci un po' di più, lo facciamo per goderci al meglio la salita! :P
La vetta del Moregallo ci offre una vista bellissima, su Lecco e Valmadrera, sul Resegone, sul Medale, sulle Grigne e sui Corni. Il bel prato della cima ci invita a rimanere a lungo sdraiati ma, dopo un veloce spuntino e aver messo tutto negli zaini partiamo a rotta di collo per Valmadrera e in un'ora giusta siamo alla macchina.
Questa cima si è rivelata davvero molto soddisfacente e gli uomini di ghisa rientrano a casa con un gran sorriso!
Sabato le opzioni che restano sono ferrata al Medale o ferrata al Monte due Mani, poi magicamente appare questa cresta, diamo un occhiata alle recensioni e cresta OSA sia.
Domenica mattina partiamo in ritardo, come al solito, per colpa del panettiere che dice sempre di aver sonno.
Arrivati alla frazione Belvedere di Valmadrera, zaini in spalla e si parte. Il ritmo all'inizio e forsennato, poi macinando metri pian piano cala e alla frequenza dei passi si sostituiscono chiacchiere e battute.
Alziamo lo sguardo, non sapendo bene dove guardare però, ci chiediamo quale sia la nostra meta, poi puntando degli speroni che salgono fino in vetta "non sarà quella la cresta?" "ma va, figurati dai!" (invece sarà proprio quella!).
Dopo un'oretta e un quarto di cammino arriviamo all'attacco della cresta, mentre riprendiamo fiato ci raggiunge una coppia che poi ci precederà per gran parte della cresta. Ci stiamo preparando quando all'attacco giunge anche un simpatico vecchietto, gli chiediamo se ha già fatto la cresta qualche volta e la sua risposta ci spiazza un po', "come no, l'ho aperta io nel '73", il tempo di intrattenerci con una bella barzelletta ed è già in cima al primo tiro pronto a ripartire.
Parte anche la coppia e arrivano altri tre ragazzi con cui mentre aspettiamo il nostro turno per partire scambiamo due chiacchiere, scopriamo anche che uno dei tre il giorno prima ha fatto il canale ovest del Legnone, gli "scherzi" del destino.
Finalmente partiamo, e per fortuna non perdiamo più tempo perchè nei dieci minuti successivi all'attacco arrivano almeno altre due cordate. Ci sarà un bel traffico in cresta!!
La scalata ci offre una roccia ottima, appigliatissima, ricca di clessidre e belle lame. Le difficoltà non sono mai eccessive, sempre intorno al IV grado, ma l'esposizione di alcuni punti e l'assoluta mancanza di chiodi o altre protezioni fisse in tutti i 500 metri di cresta (c'è solo un chiodo con cavetto d'acciaio in un passaggio particolarmente esposto) aggiungono il giusto pepe alla salita e fanno crescere il pelo a chi apre. Si sosta su spuntoni, l'unico modo per proteggersi sono cordini nelle innumerevoli clessidre o sugli spuntoni, friends e nuts sono praticamente inutili. Aveva ragione il signor Rusconi all'attacco "basta un cordino, ci sono solo clessidre".
Dopo un iniziale ingorgo, pian piano le varie cordate si scremano e si arrampica in tutta tranquillità senza più dover aspettare il proprio turno.
Per arrivare in cima impieghiamo più del previsto ma per ora fa parte del nostro "stile" metterci un po' di più, lo facciamo per goderci al meglio la salita! :P
La vetta del Moregallo ci offre una vista bellissima, su Lecco e Valmadrera, sul Resegone, sul Medale, sulle Grigne e sui Corni. Il bel prato della cima ci invita a rimanere a lungo sdraiati ma, dopo un veloce spuntino e aver messo tutto negli zaini partiamo a rotta di collo per Valmadrera e in un'ora giusta siamo alla macchina.
Questa cima si è rivelata davvero molto soddisfacente e gli uomini di ghisa rientrano a casa con un gran sorriso!
Tourengänger:
mattia

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